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Talarico Calabria

Talarico, il re delle cravatte, si autocandida in Calabria alla guida di una coalizione Pd-M5S

Chi è e perché si autocandida alla guida della Regione Calabria Maurizio Talarico, l’imprenditore delle cravatte “mentore” del fazzoletto a quattro punte del presidente Conte

Altra Regione, altro imprenditore per il centrosinistra. Dopo l’ipotesi Brunello Cucinelli in Umbria, ora è la volta di Maurizio Talarico in Calabria. La differenza è che Talarico, nato a Catanzaro ma residente a Londra — come indica sul suo profilo Facebook — si è autocandidato dopo aver negato – solo qualche settimane fa – la sua discesa in campo. “Io sono un candidato civico, indipendente, e ho dato la mia disponibilità al segretario del Pd. Il mio è un progetto, ripeto, civico”.

CHI È TALARICO

Talarico, 51enne, padre di due figli, si propone dunque per le elezioni regionali del prossimo 26 gennaio. Il suo sarebbe un ritorno nella terra che ha lasciato ormai parecchi anni fa. Ora la sua azienda di cravatte sartoriali, che sfiora i 3 milioni di fatturato all’anno, ha filiali a Londra e a Tokyo e sono previste aperture anche a Dubai e in Qatar. Un ruolo importante lo riveste ora il giovane figlio Tiziano, cui dice di aver affidato l’azienda. Molto attivo su Facebook, Talarico ama postare foto dei suoi viaggi — per svago e per lavoro — e di incontri con importanti clienti ma non mancano link ad articoli che raccontano i problemi della Calabria e i suoi successi professionali.

Tra i suoi illustri clienti — che visitano l’atelier di Via dei Coronari, a Roma — anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al quale — come ammesso in un’intervista al Foglio — avrebbe insegnato il vezzo di piegare il fazzoletto da tasca in modo da far emergere quattro punte. Ma non mancano i nomi dei due Matteo dell’attuale politica italiana, Renzi e Salvini, Paolo Gentiloni, Romano Prodi, George W. Bush e Silvio Berlusconi (“La cravatta è bipartisan”, dice).

PERCHÉ SI CANDIDA

L’imprenditore, che si autocandida dopo la rinuncia dei colleghi attivi nell’alimentare e nell’editoria, Pippo Callipo e Florindo Rubbettino (“La sinistra è dilaniata”, ha spiegato quest’ultimo senza mezzi termini), ha detto all’AdnKronos: “La mia sarà una lista civica, aperta alle forze di governo: Pd, M5S e Leu. Credo di rappresentare una parte della Calabria pulita, provengo da una famiglia semplice, mi sono fatto da solo. Serve un rinnovamento della classe dirigente della regione”. Talarico ha poi rivelato il dialogo avviato con il Nazareno: “Zingaretti condivide la mia impostazione e, giustamente, ha bisogno di fare i necessari passaggi istituzionali interni al Pd calabrese”. In particolare ha intenzione di rivolgersi al “popolo di delusi” che c’è in Calabria: “Da un sondaggio da me commissionato — ha rivelato — il 54% dei calabresi non si recherà alle urne”.

Ma non sembra intenzionato a demordere: “Per questo sono in campo, per l’amore che porto alla mia terra” che definisce “mortificata e martoriata” e in cui “è urgente il rinnovamento di una classe politica che non è riuscita a progettare il futuro dei suoi giovani”.

Le forze della maggioranza di governo al momento non hanno ancora sciolto le riserve su chi sarà il candidato che correrà in Calabria. Pare certo però che non si punterà sull’uscente Mario Oliverio, finito in un’inchiesta della procura di Catanzaro per abuso d’ufficio e che solo due giorni fa si è sfogato: “Sono stato sostenuto da 250 sindaci e da gran parte dei circoli. Ci si confronti, non si calino dall’alto sulla stampa o attraverso comunicati. Io non ho mai detto ‘Oliverio o la morte’ ma non è possibile subire violenze. Ci sarebbe spazio per le primarie ma se non si vuole farle si facciano altre consultazioni, si organizzi un percorso per evitare di portare in un vicolo cieco il Pd, la coalizione, soprattutto la Calabria”.

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