“Uniti per salvare l’automotive” è il messaggio di protesta dei metalmeccanici mentre il governo convochi Stellantis. Anche i leader dell’opposizione in piazza
I metalmeccanici italiani sono scesi in piazza per manifestare contro la crisi del settore automotive, in particolare quella che riguarda i siti produttivi di Stellantis. Ventimila persone, secondo le stime dei sindacati, hanno partecipato alla manifestazione nazionale a Roma, percorrendo via Sistina e piazza del Popolo. Tra i partecipanti, oltre ai leader dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, vi erano anche leader ed esponenti dell’opposizione, come il presidente del M5S Conte r la segretaria del Pd Schlein, che ha espresso la sua solidarietà al movimento incontrando il segretario della Cgil, Maurizio Landini.
LE RIVENDICAZIONI DEI LAVORATORI
La mobilitazione, promossa dai sindacati dei metalmeccanici Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil, è stata organizzata per difendere l’occupazione e rilanciare il settore automobilistico in Italia, fortemente colpito dalla crisi. “Stellantis presenti un piano industriale che indichi impegni certi per il rilancio dell’automotive. E il Governo accompagni con una forte iniziativa politica l’impegno di Stellantis a realizzare investimenti, maggiore capacità produttiva e maggiore salvaguardia dei posti di lavoro”, ha dichiarato Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, sottolineando la necessità di un piano chiaro per il futuro del settore.
LANDINI: “SITUAZIONE GRAVE, NON SI PUO’ PIU’ ASPETTARE”
Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha posto l’accento sulla gravità della situazione, che non riguarda solo l’Italia, ma l’intero sistema industriale europeo. “Questo sciopero chiede in modo esplicito al governo e al presidente del Consiglio che convochino un tavolo dove ci siano Stellantis, tutta la componentistica e tutte le organizzazioni sindacali. Non possiamo più aspettare”, ha affermato Landini. “In Italia stiamo producendo 300mila auto quando avremmo la capacità produttiva per 1,5 milioni di auto”, ha aggiunto, evidenziando la disparità tra il potenziale e la realtà produttiva del Paese.
L’IMPEGNO DEL GOVERNO CON URSO E LA CONVOCAZIONE DI STELLANTIS
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha voluto rassicurare i manifestanti, dichiarando di rispettare pienamente le istanze dei sindacati. “Io rispetto molto i sindacati che oggi stanno manifestando e rispetto molto le indicazioni del Parlamento. Per questo la convocazione di Stellantis la farò solo domani”, ha detto Urso, spiegando la volontà del governo di avviare il dialogo con l’azienda automobilistica. Urso ha inoltre aggiunto di essere vicino ai lavoratori e consapevole delle difficoltà che il settore sta affrontando.
UNA CRISI DI RILEVANZA NAZIONALE ED EUROPEA
I sindacati chiedono un piano industriale concreto non solo per il futuro di Stellantis, ma per l’intero comparto automotive, che appare in difficoltà in tutta Europa. Come sottolineato nel volantino diffuso durante lo sciopero, “Stellantis in Italia e in generale l’automotive in Europa sono al collasso” e sono necessarie “risposte urgenti da parte dell’Ue, del governo, di Stellantis e delle aziende della componentistica”. La richiesta principale è quella di un intervento urgente e strategico, sia a livello nazionale che europeo, per garantire il rilancio del settore e la salvaguardia dei posti di lavoro.