Agli Stati Generali della Natalità, ideati da Gigi De Palo, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha ricordato cosa sta facendo e cosa farà il governo affinché uomini e donne siano messi nella condizione di fare figli. Tra gli impegni già presi, l’assegno unico per le famiglie che “è una di quelle trasformazioni epocali su cui non ci si ripensa l’anno dopo”
“Un’Italia senza figli è un’Italia destinata lentamente a invecchiare e scomparire. Dobbiamo tornare a credere nei giovani investendo”, così il presidente del Consiglio Mario Draghi intervenendo agli Stati Generali della Natalità che si sono svolti questa mattina a Roma.
L’evento, ideato da Gigi De Palo, è stata l’occasione per parlare di come invertire la tendenza della denatalità sia con politiche sociali che con il welfare aziendale.
DRAGHI: “TORNARE A CREDERE NEI GIOVANI INVESTENDO”
“Le coppie vorrebbero avere più figli di quelli che effettivamente hanno. In Italia, questa differenza è molto ampia. Le coppie italiane vorrebbero in media due figli, ma ne hanno, sempre in media, meno di 1,5 [1,27 nel 2019 secondo dati Istat mostrati dal presidente Istat Gian Carlo Blangiardo, ndr]”, ha detto Draghi nel suo intervento.
Il premier ha ricordato come le questioni sociali ed economiche abbiano “prima di tutto una dimensione umana ed etica” e che “la consapevolezza dell’importanza di avere figli è un prodotto del miglioramento della condizione della donna e non antitetico alla sua emancipazione”. Per questo, ha detto Draghi “lo Stato deve dunque accompagnare questa nuova consapevolezza. Continuare a investire sul miglioramento delle condizioni femminili. E mettere la società, donne e uomini, in grado di avere figli”.
“Un’Italia senza figli – ha continuato Draghi – è un’Italia che non ha posto per il futuro, che non crede e non progetta. È un’Italia destinata lentamente a invecchiare e scomparire, finisce di esistere” e allora bisogna “tornare a credere nei giovani investendo”.
PERCHÉ NON SI FANNO FIGLI
Draghi nel suo intervento ha poi risposto alla più scontata delle domande, ovvero: perché non si fanno figli? Secondo il premier le ragioni della scarsa natalità sono in parte economiche, “tuttavia, anche nelle società che crescono più della nostra, la natalità è in calo. Questo indica come il problema sia più profondo e abbia a che fare con la mancanza di sicurezza e stabilità”.
L’ASSEGNO UNICO UNIVERSALE
“Il Governo si sta impegnando su molti fronti per aiutare le coppie e le giovani donne”, ha detto il Presidente del Consiglio. “Al sostegno economico diretto delle famiglie con figli è dedicato l’assegno unico universale. Si può stare tranquilli per gli anni a venire, l’assegno unico ci sarà”, ha rassicurato.
“Dal luglio di quest’anno la misura entrerà in vigore per i lavoratori autonomi e i disoccupati, che oggi non hanno accesso agli assegni familiari e nel 2022, la estenderemo a tutti gli altri lavoratori, che nell’immediato vedranno un aumento degli assegni esistenti”.
L’assegno unico per le famiglie “è una di quelle trasformazioni epocali su cui non ci si ripensa l’anno dopo”.
Le risorse complessivamente a bilancio ammontano a oltre 21 miliardi di euro, di cui almeno 6 aggiuntivi rispetto agli attuali strumenti di sostegno per le famiglie.
DECRETO IMPRESE, LAVORO, PROFESSIONI
“Nel decreto ‘Imprese, lavoro, professioni’, che presenteremo la prossima settimana, lo Stato garantisce ai giovani gran parte del finanziamento necessario per l’acquisto della prima casa e ne abbatte gli oneri fiscali”, ha ricordato Draghi.
IL PNRR PER GIOVANI E DONNE
Il Presidente ha infine ricordato anche le “misure a favore di giovani, donne e famiglie, presenti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Queste includono la realizzazione di asili nido e scuole per l’infanzia, l’estensione del tempo pieno e il potenziamento delle infrastrutture scolastiche. Un investimento importante nelle politiche attive del lavoro, nelle competenze scientifiche e nell’apprendistato. Nel complesso, queste misure ammontano a 20 miliardi circa. Sono cifre mai stanziate prima. Il PNRR prevede inoltre una clausola generale per incentivare le imprese ad assumere più donne e giovani, quale condizione per partecipare agli investimenti del Piano”.