Il ministro Giorgetti interviene dopo 24 ore sulla bocciatura della ratifica del Mes, tra le polemiche a Roma e i riflessi politici a Bruxelles
“Il ministro dell’Economia e delle finanze aveva interesse che il Mes fosse approvato per motivazioni di tipo economico e finanziario”. Colui che parla è Giancarlo Giorgetti. Sono le prime dichiarazioni del ministro dopo la bocciatura da parte della Camera della ratifica del Mes. Giorgetti parla di sé in terza persona, anzi sembra sdoppiarsi. Sembra che voglia anch’egli dissociarsi dal ministro dell’Economia, lasciandogli il cerino del Mes tra le mani. Tant’è che Carlo Calenda ha gioco facile a dire, con una battuta, che forse neppure “Giorgetti sa” chi è “perché se fosse il ministro dell’Economia si sarebbe dimesso”.
PER I MEDIA GIORGETTI ALL’ANGOLO SIA SUL PATTO DI STABILITA’ CHE SUL MES
Il messaggio che sta passando è di un Giorgetti che a Bruxelles sul Patto di stabilità e crescita è stato relegato all’angolo, subendo e accettando una decisione maturata tra Berlino e Parigi, mentre in Italia sul Mes – per sua stessa ammissione – la decisione adottata dal Parlamento non è stata quella che – in qualità di titolare del Mef – avrebbe auspicato. In soldoni, a leggere le varie dichiarazioni che arrivano soprattutto dagli esponenti dell’ex Terzo polo, il ministro Giorgetti sarebbe “ostaggio dell’ala più estremista della Lega”, avrebbe perso “la sua autorevolezza”, sarebbe stato sbugiardato, e quindi dovrebbe dimettersi.
Da un lato, effettivamente, questa sua dichiarazione lo isola ancora di più rispetto alle posizioni dei partiti di maggioranza, e anche all’interno della stessa compagine di Governo. In attesa che la premier Meloni esprima qualcosa in chiaro sul tema (al di là delle fonti di Palazzo Chigi), le parole del ministro Giorgetti infatti cozzano con quelle del vicepremier nonché suo leader alla Lega, Matteo Salvini, e anche con quelle dell’altro vicepremier Tajani, il quale pur essendo da sempre a favore del Mes aveva mostrato delle perplessità sul metodo e nel merito delle modifiche che andavano ratificate.
LE PAROLE DEL MINISTRO GIORGETTI PER NON PERDERE LA FACCIA IN EUROPA
Poiché però Giorgetti non è uno sprovveduto, avendo “tante legislature alle spalle” come sottolineava tempo fa anche il compagno di partito Claudio Borghi, è impensabile che abbia fatto queste dichiarazioni perché colto di sorpresa. Anzi, ha avuto tutto il tempo per ponderarle. E allora tra gli ambienti vicini alle Lega l’interpretazione che viene data è che Giorgetti abbia volutamente usato quella formula, una sorta di ‘doppiezza togliattiana’ per salvare la propria faccia nella sua doppia veste in Italia di deputato e (ancora?) vicesegretario federale della Lega e in Europa di ministro dell’Economia.
Più in particolare, diversi ritengono che Giorgetti avesse fiutato ormai da settimane l’epilogo che avrebbe potuto avere la discussione sul Mes. Non a caso negli ultimi tempi non faceva altro che sottolineare come l’ultima parola sul Mes spettasse al Parlamento. Con l’espressione “il ministro dell’Economia e delle finanze aveva interesse che il Mes fosse approvato per motivazioni di tipo economico e finanziario” avrebbe quindi preferito pagare dazio sulle inevitabili critiche piovute a Roma sulla perdita di credibilità e autorevolezza, e salvaguardare la propria immagine con l’establishment europeo. Non solo, con queste parole avrebbe scelto anche di preservare la figura istituzionale del ministro dell’Economia e, allo stesso tempo, lasciare e lasciarsi margini di manovra in futuro in caso – dopo le Europee – si dovesse tornare a parlare di Mes.