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Mollicone Gruber

Mollicone vuole convocare Cairo e Gruber in audizione. Può farlo?

Non si placano le polemiche dopo lo scontro tra la giornalista Gruber e la premier Meloni, e c’è chi come il presidente della commissione Cultura Mollicone vuole chiamare in audizione i vertici de La7

Il Presidente della commissione Cultura, Federico Mollicone, ha la competenza per convocare in audizione o invitare in Parlamento i vertici de La7 e la giornalista Lilli Gruber? E se sì, con quale motivazione: per sindacare sull’orientamento politico degli ospiti delle trasmissioni, per la tutela del pluralismo o il rispetto del codice deontologico? C’è in gioco la libertà di stampa e l’autonomia editoriale?

Sono tutti interrogativi che hanno animato in parte il vivace dibattito conseguito al duro scontro mediatico tra la premier Meloni e la giornalista Lilli Gruber, conduttrice del programma Otto e mezzo su La7, sul tema di una presunta culturale patriarcale di destra – tesi respinta veemente dalla presidente del Consiglio.

Come avevamo raccontato, nel botta e risposta si era inserito Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera e responsabile nazionale cultura e innovazione di FdI.

COSA AVEVA DETTO MOLLICONE

“È assolutamente ridicolo, grottesco e al di fuori di ogni deontologia professionale – aveva rimarcato Mollicone – l’attacco fatto al presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella giornata di lunedì da Lilly Gruber. Ogni giorno di più, la trasmissione Otto e mezzo dimostra l’assoluta mancanza di deontologia e pluralismo: come presidente della Commissione editoria ho già avviato una serie di audizioni a Mediaset e Rai e chiameremo anche Cairo e Gruber di La7 in audizione, sia sull’innovazione digitale, sia sulla tutela del pluralismo, essendo la Commissione editoria competente sui contenuti editoriali.

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Bisogna fare chiarezza – aggiungeva l’esponente di FdI – su trasmissioni come quella di Otto e mezzo che presentano tre sedicenti opinionisti orientati contro un unico interlocutore di area di centrodestra. Ci deve essere un rispetto del giornalismo: mi appello anche all’Ordine dei giornalisti, con cui abbiamo avviato un processo di riforma, per garantire rispetto della deontologia professionale e del pluralismo anche nelle reti private. Non è perché sono private che possono sbilanciare del tutto il confronto tra diverse posizioni”.

IL BOTTA E RISPOSTA CON LILLI GRUBER

La conduttrice non si è lasciata scappare l’occasione di leggere in studio la nota del presidente della commissione Cultura, ricordando la polemica su Peppa Pig che lo aveva visto protagonista, e commentando con queste parole: “Mollicone, secondo me non ha capito bene le sue competenze”.

Su X la chiosa finale dello stesso Mollicone, che ha accusato di essere stato attaccato senza diritto di replica:

Mollicone

Il presidente della commissione è tornato poi nuovamente sul tema, precisando che “il Parlamento invita, non convoca nessuno. Non era un invito ostile, era un invito. Il Parlamento è la casa di tutti”.

LO SCONTRO MOLLICONE-AZZOLLINI

Sui social la questione è stata al centro di altri vivaci confronti. A intervenire tra i primi è stata la giurista ed editorialista del Domani di Carlo De Benedetti, giornale mai tenero verso Giorgia Meloni, per spiegare che “non rientra tra le competenze della commissione Cultura, né di altre commissioni, sindacare sull’area politica degli ospiti di una trasmissione TV, piaccia o no. La democrazia è tutt’altro”.

Mollicone

L’iperattivo Mollicone ha replicato a stretto giro: “Sbagli tu (riferito ad Azzollini), la commissione editoria è competente non certo sull’autonomia editoriale ma al contrario sulla tutela del pluralismo e il rispetto del codice deontologico oltre che sulla transizione digitale del settore”.

mollicone

Chiusura di Azzollini: “La Commissione non ha alcun potere di sindacare le scelte editoriali di una Tv privata, le modalità di conduzione di una giornalista o la connotazione politica degli ospiti che invita. Il potere che lei si vuole arrogare invade e limita l’area della sacrosanta libertà di stampa”.

Mollicone

QUALI SONO LE COMPETENZE DELLA COMMISSIONE CULTURA?

Quali sono, quindi, le competenze reali della commissione? Innanzitutto una precisazione: Mollicone nei suoi ultimi comunicati, per rafforzare il concetto, si è definito presidente della commissione Editoria. Il nome esatto però della VII commissione parlamentare della Camera dei Deputati è: ‘Cultura, Scienza ed Istruzione’. E ha competenza sulle seguenti materie: cultura; scienza; istruzione, compresa la disciplina dell’ordinamento dei docenti universitari; diritto d’autore; ricerca scientifica; spettacolo; sport; editoria; informazione, compresa quella radiotelevisiva; interventi per la salvaguardia dei beni culturali.

LE FUNZIONI DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI

Nelle proprie materie di competenza, le Commissioni permanenti svolgono funzioni legislative, conoscitive, di indirizzo e di controllo. Nell’esercizio delle altre funzioni (conoscitive, di indirizzo e controllo nei confronti del Governo), le Commissioni possono procedere ad audizioni (art. 143, c. 2 reg.), anche informali, e ad indagini conoscitive (art. 144 reg.).

CHI SONO I SOGGETTI CHE POSSONO ESSERE ASCOLTATI DALLE COMMISSIONI?

Le Commissioni ascoltano frequentemente i membri del Governo, per chiedere chiarimenti su questioni di amministrazione e di politica nelle materie di propria competenza. Possono anche ascoltare i dirigenti preposti a settori della pubblica amministrazione e ad enti pubblici, secondo le modalità previste dal Regolamento (art. 143, comma 2). Si tratta delle cosiddette “audizioni formali” che godono di un regime peculiare di pubblicità (in particolare, ne è pubblicato il resoconto stenografico). Ma alle Commissioni è consentito dalla prassi ascoltare anche altri soggetti, sia pure in modo informale: così, ad esempio, possono svolgersi audizioni informali di responsabili di rilevanti settori sociali, degli organismi professionali e di chiunque sia esperto in merito allo specifico problema in esame

MOLLICONE PUO’ INVITARE CAIRO E GRUBER IN PARLAMENTO, MA PER COSA?

Considerate queste delucidazioni, emerge dunque che Mollicone, in qualità di presidente della commissione Cultura, Scienza ed Istruzione, ha competenza di occuparsi di editoria; informazione, compresa quella radiotelevisiva. Può procedere ad ‘audizioni informali di responsabili di rilevanti settori sociali, degli organismi professionali e di chiunque sia esperto in merito allo specifico problema in esame’, e in questa tipologia si possono far rientrare i vertici Mediaset e de La7. D’altronde la stessa Vitalba Azzollini non obietta l’atto della convocazione. Il nodo è: per quale motivo? Un nodo che, inevitabilmente, è e sarà oggetto di strumentalizzazioni, come del resto sta già avvenendo. E dunque, c’è in gioco la tutela del pluralismo o la libertà di stampa? La risposta, forse, al prossimo duello mediatico.

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