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strutture Pnrr Raffaele Fitto

Quali sono le strutture che stanno attuando il Pnrr?

Raffaele Fitto, Ministro per gli Affari Europei con delega anche sul Pnrr, farà riferimento al Ministero dell’Economia per la rendicontazione finanziaria

Il 2026 non è così lontano. Soprattutto se si parla di Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza da 191,5 miliardi di euro, vale a dire la trasposizione interna del Recovery europeo messo in campo dall’Ue dopo la pandemia da Covid 19.

In questo primo mese abbondante di governo, l’esecutivo Meloni ha smosso la questione paventando l’ipotesi di revisioni dei fondi e quindi dei rapporti con l’Europa in materia. Pro e contro, discussioni e posizionamenti vari si sono quindi succeduti. Ieri, il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha parlato davanti alla platea del festival “L’Italia delle Regioni” ribadendo l’importanza in prospettiva del Pnrr. “I massicci finanziamenti erogati dalla Commissione Ue sono destinati esattamente ad accelerare l’infrastrutturazione del Paese colmando i divari, a partire da quello tra il Nord e il Sud.  Dinanzi a sfide di questa portata è richiesto l’impegno convergente delle istituzioni e di tutte le forze politiche e sociali. Un impegno che abbiamo assunto in sede europea e che va, ovviamente, onorato”, ha detto.

IL PIANO CONTRO I RITARDI DI FITTO E DEL GOVERNO

Parole, quelle del Presidente della Repubblica, non tanto di avvertimento ma che comunque rafforzano – semmai ce ne fosse il bisogno – il peso della partita. L’Italia non può sbagliare. C’è il tema delle scadenze dei progetti. Ad oggi, ne mancano 38 per il mese di dicembre su 51.  In ballo c’è la nuova tranche di risorse che Bruxelles deve inviare a Roma ma oltre al quarto trimestre va completato anche il quadro del periodo estivo, manchevole di due progetti (green communities e servizi idrici integrati). Il totale, quindi, fa 40 progetti in ritardo su 55.

L’erogazione dei fondi procede a cadenza semestrale e questo, in virtù dell’imminente fine dell’anno, pone una questione di pressione sul governo in carica. Tra i progetti mancanti, soltanto 13 sono stati già portati a termine e 15 sono a buon punto. Mentre sono 23 quelli ancora distanti dal loro completamento.

Qual è il piano dell’esecutivo, allora? Per accelerare l’iter di attuazione, il ministro per gli Affari europei con delega anche al Pnrr Raffaele Fitto sta lavorando insieme a Palazzo Chigi pensando a un’opera di accentramento delle procedure. Opera politica ma con effetti pratici non proprio trascurabili. Che parte dai poteri sostitutivi da rafforzare, commissariando le amministrazioni inadempienti, e arriva a ulteriori semplificazioni procedurali rispetto a quelle già messe in atto dal governo di Mario Draghi.

QUALI SONO LE STRUTTURE CON CUI IL PNRR DIVENTA REALTA’

In riferimento alle strutture dedicate al Pnrr, invece, Fitto vuole intensificare il dialogo sul capitolo della rendicontazione finanziaria. Sarà quindi impegnato con il Servizio centrale della Ragioneria del Ministero dell’Economia e delle Finanze. In attesa, poi, di capire tra un mese come finirà la partita dei progetti mancanti e quindi di come verrà rimodulata la partita con l’Ue.

Quali sono, però, gli altri soggetti protagonisti delle fasi di attuazione e monitoraggio del Piano? Sono le amministrazioni centrali, le Regioni e gli enti locali che a seconda delle diverse competenze e della tipologia dei singoli interventi operano tramite strutture e procedure esistenti. A rafforzarne l’azione, è prevista sia una quota di personale assunto (tramite l’attuazione dell’investimento “Accesso” della Missione 1 del Pnrr) sia il sostegno di esperti terzi. Il Dipartimento della Ragioneria Generale di Stato del Mef citato sopra coordina l’attuazione e rappresenta “il punto di contatto unico della Commissione europea”, recita lo stesso Piano.

TUTTO FA CAPO A MEF E CABINA DI REGIA DI PALAZZO CHIGI

Il Ministero di via XX settembre gestisce il monitoraggio sull’attuazione “rilevando i dati di attuazione finanziaria e l’avanzamento degli indicatori di realizzazione fisica e procedurale”. Ma predispone e presenta anche alla Commissione oggi presieduta da Ursula von der Leyen la richiesta di pagamento. Di più, sempre il dicastero oggi guidato da Giancarlo Giorgetti verifica la coerenza dei dati su Target e Milestone ricevuti dalle varie amministrazioni; valuta i risultati e l’impatto del Piano rendicontando il tutto alla Cabina di Regia. Infine, il Mef può contare sull’Organismo di audit del Pnrr. Questo è “indipendente e responsabile del sistema di controllo interno, per proteggere gli interessi finanziari dell’Unione”. Previene, identifica, segnala e corregge casi di frode, corruzione o conflitto di interesse.

Tornando alla Cabina di Regia, invece, si tratta di un organo istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alla valutazione dell’avanzamento del Piano, dei relativi progressi, dei potenziamenti amministrativi e di tutte le fasi di interlocuzione con gli altri enti.

Infine, a potenziare il monitoraggio coadiuva un sistema informatico del Mef per rilevare i dati di attuazione finanziaria, fisica e procedurale del Pnrr. Nonché dei Target e le Milestone. Suddette informazioni vengono quindi rese note alle singole amministrazioni e quindi aggregate dal Ministero dell’Economia. Chi accede a questo sistema? Gli utenti delle Istituzioni nazionali coinvolte, nonché la Commissione Europea, l’OLAF, la Corte dei conti e, se del caso, l’EPPO. Altre fasi di controllo fanno capo al coordinamento centrale di Pnrr e amministrazioni. Ulteriori garanzie di semplificazione, trasparenza e tracciabilità vengono fornite dal sistema ReGiS del Mef.

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