Piano B è la nuova iniziativa politica, ma non ancora partita, nata nel mondo cattolico. Ne abbiamo parlato con uno degli animatori, Marco Bentivogli, coordinatore nazionale di Base Italia
Abbiamo un Piano B e parte dalla rifondazione di un lessico politico condiviso. È stato presentato al Meeting di Rimini un nuovo progetto politico (ma non ancora partitico) di ispirazione cattolica che prova a dare risposte e nuovi punti di riferimento a chi li ha persi. “Mancano i punti di riferimento. Le questioni da affrontare sono tante, complesse, inedite – si legge sul manifesto pubblicato sito di Piano B -. Ci servono nuove mappe per navigare un oceano che nessuno conosce. Pieno di promesse, che possono aprire opportunità mai viste, ma anche carico di insidie, che possono mettere a repentaglio ciò che diamo per scontato”. Ad animare il nuovo soggetto ci sono, tra gli altri, Marco Bentivogli, Coordinatore Nazionale Base Italia, Marta Cartabia, giudice della Corte costituzionale, Enrico Giovannini, ex presidente dell’ISTAT e Alessandro Rosina, Professore di Demografia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Abbiamo parlato di Piano B con Marco Bentivogli, dal 2014 al 2020 Segretario Generale dei Metalmeccanici Cisl.
Cos’è Piano B?
Piano B mette insieme personalità diverse, con percorsi anche molto differenti che cercano di mettere insieme un’analisi sulle problematiche e le sfide che il nostro paese deve affrontare. Piano B parte dalla valutazione che le soluzioni sin qui messe in campo sono state fallimentari. Da questa considerazione nasce la necessità di costruire proposte nuove per risolvere quei problemi sociali ed economici ai quali non è stata data risposta.
È un contenitore che guarda al mondo cattolico?
In realtà è un percorso non confessionale, la gran parte di noi ha un percorso, un credo, che ha quelle origini, però si vuole guardare a un ambito molto più ampio. È una proposta sociale, politica, soprattutto civile e riguarda tutti, non solo i cattolici.
Esiste oggi una casa politica per chi si riconosce nel mondo cattolico?
Io credo che l’unità politica dei cattolici non solo non esista, ma probabilmente non sia mai esistita. Quello che è importante è il richiamo, fatto anche dal presidente della Cei, il cardinal Zuppi, e dal suo predecessore Gualtiero Bassetti, che hanno chiesto un impegno dei cattolici dal punto di vista civile, politico e sociale. Piano B vuole essere un ulteriore riferimento affinché questo impegno sia sempre più forte nei diversi ambiti. Ci piacerebbe se Piano B fungesse da collegamento tra le persone, da rappresentanza, proprio perché è capace di dialogo e di federazione.
E oggi c’era la presentazione del manifesto, c’è l’idea di trasformare Piano B in qualcosa di più di un’associazione?
È l’avvio di un percorso, noi cerchiamo di lavorare sfruttando la coralità dei contributi che, sui vari argomenti, sono tra i più importanti del paese. Cercheremo di lavorare soprattutto sulla coralità, per cui anche i passi successivi saranno oggetto di una discussione collettiva e comune, non ci saranno protagonismi personali o leaderismi, ma lavoreremo sulla capacità di collaborare e decideremo insieme, di volta in volta, i passi da fare.
Quindi non c’è oggi la definizione di un percorso di tipo partitico?
No, assolutamente, siamo lontani da questa possibilità. Quello che è chiaro è che saremo in campo attraverso iniziative diffuse sul territorio, attraverso il coinvolgimento fisico e digitale delle persone. Vogliamo lavorare sul versante partecipativo.
In che modo questa iniziativa si interseca con il suo passato nel sindacato?
Il sindacato è uno strumento di organizzazione dei lavoratori per costruire equilibri migliori, generare solidarietà. Dal punto di vista valoriale sono iniziative molto simili ma l’ambito a cui si rivolge Piano B è molto più ampio della parzialità del mondo del lavoro. Tra l’altro, secondo la nostra valutazione, andrebbe ripensata la rappresentanza, perché tutto il mondo associativo, dai partiti, ai sindacati segnano qualche difficoltà proprio in termini di rappresentanza. Il nostro s-partito, come chiamiamo Piano B, vuole dare qualche indicazione a supporto e a sostegno. Perché forse è il caso di ripensare la rappresentanza.
E proprio in materia di lavoro che posizione sul salario minimo e sull’abolizione del reddito di cittadinanza?
Questo gruppo è lo stesso che sosteneva il Reddito di inclusione, il Rei. Pensiamo che il Reddito di cittadinanza non doveva essere cancellato, ma doveva essere riformato guardando proprio ai tratti positivi del Rei. Sul salario minimo ho una posizione mia personale che non riguarda questo manifesto, io sono assolutamente favorevole al salario minimo purché sia ben fatto, ben costruito e che non vada in competizione con i settori dove la contrattazione collettiva ancora funziona, è rinnovata e i contratti nazionali sono tutela reale.