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Perché l’accusa aveva chiesto l’assoluzione per Delmastro

La vicenda ruota intorno alla presunta rivelazione di informazioni riservate da parte di Delmastro e alle conseguenti implicazioni legali e istituzionali.

Il caso Paragon non è l’unica grana che vede chiamati in causa i vertici del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Il caso Cospito, con la condanna del sottosegretario alla Giustizia con delega al Dap, Andrea Delmastro, per rivelazione di segreto d’ufficio, rischia di avere pesanti strascichi e ripercussioni. Eppure i pm Paolo Ielo, procuratore aggiunto all’epoca dell’inchiesta, e Rosalia Affinito avevano avanzato richiesta di assoluzione.

COSA C’ENTRA DELMASTRO COL CASO COSPITO

Ma come si è arrivati alla sentenza odierna? Alfredo Cospito, noto anarchico, è detenuto in regime di 41 bis a Sassari per gravi reati, tra cui l’accusa di strage. Nel gennaio 2023, durante una seduta alla Camera dei Deputati, il parlamentare Giovanni Donzelli, esponente di primo piano di Fratelli d’Italia, ha rivelato dettagli su conversazioni avvenute in carcere tra Cospito e alcuni detenuti affiliati alla camorra e alla ‘ndrangheta, tutti sottoposti al regime del 41 bis.

Queste informazioni erano contenute in una relazione del Dap ed erano state fornite a Donzelli dal sottosegretario Delmastro. La divulgazione di tali dettagli ha sollevato interrogativi sulla natura riservata dei documenti e sulla legittimità della loro diffusione, spingendo il deputato Angelo Bonelli dei Verdi a presentare un esposto in Procura.

LE ACCUSE A DELMASTRO

A seguito di questi eventi, Delmastro è stato accusato di rivelazione di segreto d’ufficio. Nonostante la Procura di Roma avesse inizialmente richiesto l’archiviazione del caso, ritenendo che mancasse l’elemento soggettivo del reato, ossia la consapevolezza da parte di Delmastro della natura segreta delle informazioni, il giudice per le indagini preliminari ha disposto l’imputazione coatta. Di conseguenza, il 29 novembre 2023, Delmastro è stato rinviato a giudizio, con l’inizio del processo fissato al 12 marzo 2024. Nel procedimento come parti civili i parlamentari del Pd che incontrarono in carcere l’anarchico, Andrea Orlando, Silvio Lai, Debora Serracchiani e Walter Verini.

PERCHÉ L’ACCUSA HA CHIESTO L’ASSOLUZIONE

Durante l’udienza di stamane, a cui ha preso parte anche Delmastro, l’accusa ha evidenziato che le informazioni divulgate provenivano da registrazioni di sorveglianza ordinaria e non da intercettazioni coperte da segreto. Pur riconoscendo l’oggettività della violazione del segreto amministrativo, i pm hanno escluso l’elemento soggettivo del reato, ossia la consapevolezza e la volontà di commettere un illecito. Una presa di posizione che era già stata espressa in fase di indagine, quando la stessa procura aveva chiesto l’archiviazione del caso, successivamente respinta dal giudice per le indagini preliminari.

In serata la decisione del Tribunale di Roma che ha ribaltato tutto.

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