Sono numerose le frizioni nella maggioranza, a partire dalla manovra (ancora non chiusa) di Giorgetti fino agli attriti tra Meloni e Forza Italia
“La nostra maggioranza politica è compatta – ha detto Giorgia Meloni – fatevene una ragione. Il governo ha un orizzonte di legislatura”. La voce della premier è ferma nel suo discorso prima di partire per il Consiglio europeo ma, in realtà, più passano i giorni e più sulla sua scrivania si affastellano le frizioni interne alla sua maggioranza.
Prima di tutto la legge di Bilancio. Ed è proprio la manovra targata Giorgetti-Meloni che sta mandando in tilt destra e sinistra, tra bozze, smentite, retromarce e cortocircuiti comunicativi anche all’interno stesso di Fratelli d’Italia.
LA RETROMARCIA SUL PRELIEVO FORZOSO E IL CORTOCIRCUITO IN FDI
Nelle ultime ore non si è parlato d’altro che della contestata misura sui conti correnti: il pignoramento telematico, nella versione circolata ieri pomeriggio, scatta solo oltre i mille euro di debito con il Fisco. Lega in forte pressing per cambiare la norma. In serata è arrivato l’altolà di Palazzo Chigi, che, da principio, puntualizza che la notizia “secondo la quale in legge di bilancio sarebbe presente una misura che consentirebbe all’Agenzia delle entrate di accedere direttamente ai conti correnti per recuperare le imposte non pagate è totalmente priva di fondamento”, la manovra “si limita a prevedere la possibilità di utilizzo di strumenti informatici per efficientare strumenti già esistenti”. Sarebbe stata la premier Meloni in prima persona a bocciare il prelievo forzoso.
Nel frattempo il patatrac era stato già fatto perché, proprio pochi minuti prima della precisazione di Palazzo Chigi, il capogruppo di Fdi alla Camera, Tommaso Foti, da Bruno Vespa su Rai1 difendeva la norma. E anche opinionisti di area avevano mostrato forti perplessità mentre esponenti della sinistra si trovavano nell’imbarazzo di dover plaudire a una misura che andava a colpire gli evasori. Tutto rimandato alla versione definitiva del provvedimento.
L’idea che l’Agenzia delle Entrate prelevi direttamente dai cc dei presunti morosi il denaro senza alcun passaggio intermedio lascia assai perplessi. E se poi il cittadino fa ricorso e vince? Se il cittadino ha ragione poi che si fa? Una roba da stato di polizia fiscale #manovra
— Annalisa Chirico (@AnnalisaChirico) October 26, 2023
SULLE PENSIONI LA LEGA DI SALVINI CONTRO LA MANOVRA (RINNEGATA) DI GIORGETTI
La bozza della Legge di bilancio che circola da diversi giorni, con 91 articoli, è stata già rinnegata in alcuni dei suoi capisaldi. Il corposo provvedimento è frutto di una delicatissima trattativa tra le forze della maggioranza. In particolare, Lega e Fratelli d’Italia hanno discusso dei provvedimenti sulle pensioni.
La “riformina” delle pensioni per la quale ci si può ritirare dal mondo del lavoro con quarantuno anni di contributi e sessantatré anni di età non piace al Carroccio. “Quota 104” permette un piccolo risparmio rispetto a “Quota 103” ma questa motivazione non basta alla Lega perché l’uscita anticipata si accompagna a una penalizzazione onerosa per il ricalcolo della quota retributiva, insieme a finestre di uscita più lunghe.
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La quota di pensione calcolata col metodo retributivo, quella relativa ai contributi versati prima del 1996, viene ridotta quanto più il lavoratore avrà un’età inferiore ai 67 anni necessari per la pensione di vecchiaia. E aumenta da 3 a 6 mesi la finestra d’attesa per i privati e da 6 a 9 per i dipendenti pubblici. Tra l’altro la stretta di “Quota 104” è contrastata anche dai sindacati, la Cgil ha minacciato lo sciopero perché il governo farebbe “cassa sulle pensioni”. Adesso – secondo i retroscena – si lavorerebbe a una ‘Quota 103 rivista’, cambia la forma ma non la sostanza.
LE FRIZIONI TRA MELONI E FORZA ITALIA
I fronti aperti con Forza Italia sono molteplici. Prima di tutto quello personale tra la premier e le aziende della famiglia Berlusconi. La rivelazione dei fuori onda dell’ex compagno della Premier da parte di Striscia la notizia, avrebbero reso particolarmente difficile la vita al vicepremier Antonio Tajani, come sintetizza con molta ironia Carmelo Caruso su Il Foglio, il quale teme ritorsioni da parte dell’entourage della premier. E le parole di stima di Marina Berlusconi nei confronti della presidente del Consiglio (“stimo molto Giorgia Meloni. La trovo capace, coerente, concreta. La apprezzo sul piano politico e la apprezzo molto anche come donna, ancor più in questi giorni”) non sarebbero bastate a placare gli animi.
FORZA ITALIA SI INTESTA IL NO ALLE TASSE SULLA CASA
Nell’ambito della Legge di Bilancio gli azzurri sono contrari alle norme che riguardano la tassazione degli immobili. Quello della casa, del resto, è un tema tradizionalmente caro ai parlamentari forzisti. Sul banco degli imputati ci finisce l’aumento dell’Ivie (l’Imu sulle abitazioni estere), l’aumento della cedolare secca e la ritenuta d’acconto per gli affitti brevi e le extra tasse sulle plusvalenze degli immobili che hanno usufruito del superbonus 110. La prima richiesta di Forza Italia riguarda l’articolo sulla cedolare secca per gli affitti brevi, l’idea è abbassare il livello della tassazione, che nella bozza della legge di Bilancio è stato portato dal ventuno al ventisei per cento, Forza Italia vorrebbe portarlo al ventitré per cento.
CONTRO LE TASSE SULLA CASA ANCHE ASSOCIAZIONI E OPINIONISTI DI DESTRA
Come già verificatosi una prima volta con il tentato blitz sulla stretta sugli affitti brevi, associazioni (Confedilizia), giornali e opinionisti di destra (Capezzone su Libero, Porro sul Giornale) non le mandano a dire e criticano pesantemente le misure penalizzanti per i proprietari di immobili.
"Ma con quale sinistra logica si vuole aumentare la tassazione su chi ha una propria casa data con un affitto breve? Se non quella di togliere risorse al ceto medio".
Così il Vicedirettore del Giornale @NicolaPorro. pic.twitter.com/3sAvGunz8c— Giorgio Spaziani Testa (@gspazianitesta) October 26, 2023
IL FRONTE APERTO TRA SINDACI E GOVERNO (SUL PNRR)
Un altro fronte è quello dei sindaci. Solo due giorni fa il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro (ora in Coraggio Italia e sostenuta anche da Forza Italia) ha chiesto al ministro Fitto di “essere forse più trasparente” quando parla dei ritardi dei comuni nella realizzazione delle opere del PNRR. a transitare su fondi che non hanno una scadenza”.
SUL CASO SGARBI, MELONI E SANGIULIANO ATTENDONO L’ANTITRUST
L’ultima frizione della maggioranza è quella che riguarda il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi. Sulla testa del critico d’arte pende un’indagine della Procura di Roma per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte per una vicenda che risale all’ottobre del 2020. Questo si aggiunge alle notizie sull’attività retribuita del sottosegretario come conferenziere per la presentazione di libri, mostre, iniziative culturali. La premier Meloni ha fatto sapere di volersi prendere del tempo per valutare bene, attendere il responso dell’Antitrust e poi decidere se ritirare o meno le deleghe a Sgarbi,