Allarme dei Rettori, tagli ad atenei per oltre 500 milioni. Per la Crui insostenibilità dei bilanci e troppi vincoli per gli atenei. Saltato l’incontro con la ministra Bernini
I Rettori italiani decidono di alzare le barricate contro il governo e la ministra Anna Maria Bernini di fronte al rischio che i fondi agli atenei possano essere tagliati per oltre 500 milioni di euro. Una presa di posizione forte quella della Crui, tanto da far saltare l’incontro previsto con la stessa ministra per affrontare il dossier.
RETTORI: TAGLI AGLI ATENEI PER OLTRE 500 MLN DI EURO
Il grido d’allarme dei Rettori nello specifico prende di mira la bozza del decreto ministeriale riguardante il FFO (Fondo di finanziamento ordinario). La denuncia è che i fondi per le università potrebbero diminuire di ben 513.264.188 euro: così – sostengono – è insostenibile coprire persino i costi del personale.
La Crui mira a discutere alcune possibili riformulazioni degli indicatori di bilancio, “non più attuali. L’articolazione del FFO è superata, c’è un eccesso di vincoli che limitano l’autonomia degli atenei”. Nel suo complesso – spiegano i rettori in un lungo documento sottoposto al Ministero – lo stanziamento complessivo verrebbe diminuito, rispetto all’anno precedente, di un ammontare pari a circa 173 milioni di euro con una generalizzata riduzione di tutte le componenti principali del FFO, il fondo per gli atenei, rispetto al 2023 e, in alcuni casi, una riduzione addirittura rispetto al 2022.
Questo stanziamento comprende 300 milioni del piano straordinario: la quota premiale calerebbe del 4%, la quota base – al netto della valorizzazione del personale tecnico e amministrativo e della compensazione degli scatti stipendiali – si ridurrebbe del 9,18%, mentre la quota “storica” e la quota perequativa crollerebbero rispettivamente del 19,25% e del 9,33%, raggiungendo livelli assoluti inferiori a quelli del 2022.
Complessivamente, quindi, le quote principali di finanziamento senza vincolo di destinazione si ridurrebbero del 4,44%, mentre l’ammontare comprensivo degli altri interventi subirebbe una flessione dell’1,88%.
“A ESSERE COLPITE ANCHE LE SCUOLE A ORDINAMENTO SPECIALE”
Anche per le Scuole ad ordinamento speciale, il calo effettivo rispetto alla previsione non è meno consistente: la riduzione della quota premiale sarebbe omogenea in tutte le sue componenti, pur modificate nella loro formulazione; la diminuzione della quota base sarebbe invece ottenuta mantenendo inalterata la parte finanziata in base al costo standard e diminuendo in misura drastica (poco meno del 20%) gli altri interventi commisurati alla spesa storica; il forte taglio sull’intervento perequativo avviene con una contestuale modifica della clausola di salvaguardia, che opera nell’intervallo (-4%;0).
I NUMERI CONTESTATI DAI RETTORI
Un segnale di preoccupazione per i rettori riguarda il fatto che, “includendo le voci di valorizzazione del personale tecnico e amministrativo e a sostegno del passaggio al regime di scatti biennali nella quota base, la diminuzione di FFO possa essere ancora maggiore”. In sintesi, se il FFO del 2023 fosse rimasto inalterato (9.204.808.794), aggiungendo il finanziamento dei piani straordinari (290.000.000) e della dinamica salariale (50.000.000) il FFO del 2024 – scrivono i rettori – sarebbe stato pari a euro 9.544.808.794. La riduzione, quindi, contenuta nella bozza di decreto è pari a euro 513.264.188.
RETTORI: A RISCHIO UNIVERSITA’ E INTERA GENERAZIONE DI RICERCATORI
La Conferenza dei rettori italiani poi sottolinea come “il provvedimento presenta notevoli elementi di criticità che, se confermati rischiano non solo di arrestare l’evoluzione virtuosa del sistema universitario nazionale ma di mettere a rischio la sopravvivenza stessa dell’università statale italiana. In tal senso, emerge la preoccupazione che una intera generazione di giovani ricercatrici e ricercatori non abbia prospettive”.
La Crui chiede una revisione del decreto ministeriale che ripartisce il Fondo di finanziamento ordinario e si raccomanda per il futuro “di voler informare le università e la Crui dei criteri di ripartizione del FFO prima dell’anno di riferimento e non dopo, perché è ovvio che tutti gli sforzi fatti nella direzione di adattare le politiche degli atenei ai criteri di ripartizione dei finanziamenti vengono così vanificati”.
“RIVEDERE INDICATORI DI BILANCIO”
“E’ indispensabile per la sopravvivenza del sistema universitario, oltre ad una revisione degli indicatori di bilancio, un incremento della componente del FFO non vincolata, ed è quindi particolarmente grave e preoccupante che, invece, il provvedimento in oggetto ne delinei una consistente riduzione”, scrivono ancora i rettori, i quali evidenziano che “il provvedimento contiene alcune inversioni di tendenza rispetto agli indirizzi di fondo seguiti negli ultimi anni e la cui logica è difficilmente comprensibile”. Per i rettori, infine, l’incremento significativo delle componenti di FFO vincolato e la differenza pari a circa 1 miliardo tra FFO e fabbisogno “renderà sempre più difficile il rispetto del limite di fabbisogno assegnato, riducendo gli investimenti degli Atenei e la loro possibilità di stimolo alla crescita del Paese”.
IL MUR: DAI RETTORI POLEMICA PRETESTUOSA
Pronta la replica del Ministero dell’Università, fatta trapelare sulle agenzie di stampa: “A Fondo di finanziamento ordinario ancora in discussione si è scelto di diffondere cifre infondate e allarmistiche su presunti tagli agli atenei. Invece del confronto di merito con il ministro e il suo staff, viene preferita la strada del pregiudizio e della polemica pubblica del tutto pretestuosa. È un comportamento in contrasto con qualsiasi tavolo istituzionale di confronto”.