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Giorgetti

Patatrac di Giorgetti sulle tasse e i “sacrifici” degli italiani (che in questo caso non sono sovranisti)

Il Ministro dell’Economia finisce nella bufera per le sue dichiarazioni che delineano una manovra “lacrime e sangue”. Va giù Piazza Affari, si irrita Giorgia Meloni e Matteo Salvini “smentisce” il suo ministro. Le opposizioni vanno all’attacco e intanto le accise sulla benzina saliranno per fare cassa

Questa volta il prudente Giancarlo Giorgetti ha fatto patatrac nella comunicazione. La manovra richiederà “sacrifici da tutti” spiega  il ministro del Tesoro all’agenzia economica Bloomberg. Ma la sola idea di chiedere un contributo alle imprese dei settori in cui sono maturati buoni o ottimi profitti fa scivolare la Borsa di Milano, che chiude a -1,5%, la peggiore in Europa.  E così ecco i titoli dei quotidiani: “Siamo al verde” scrive il Manifesto, “Più tasse per tutti” echeggia l’Unità, “Le tasse di Giorgetti” titola in prima Repubblica e il Giornale prova a spiegare “una tantum, ecco chi pagherà”,

“SACRIFICI PER TUTTI”, ECCO COSA HA DETTO GIORGETTI

Le cronache dei quotidiani analizzano tutte le frasi incriminate dal ministro dell’Economia costretto poi nella serata di ieri a precisare con una nota che non ci saranno nuove tasse. Prendiamo il Sole24Ore e ricostruiamo il pensiero di GIorgetti. “Non è corretto parlare di extraprofitti”, ma di “andare a tassare i profitti a chi li ha fatti: è uno sforzo che tutto il sistema paese deve fare. Le aziende non fanno beneficenza, quindi i contributi volontari non esistono. Esiste l’articolo 53 della Costituzione che prevede che tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Siamo impegnati in un percorso particolarmente esigente di rientro. Rientreremo sotto il 3% in termini deficit nel 2026, mentre altri come la Francia lo faranno nel 2029. Di conseguenza ci apprestiamo ad approvare una Legge di Bilancio in cui si chiederanno sacrifici a tutti”.

IRRITAZIONE DI MELONI E SALVINI “SMENTISCE” IL SUO MINISTRO

Parole che, come riporta la Stampa in un retroscena irritano  la premier Giorgia Meloni che  “non si capacita di modi, tempi, contenuti dell’intervista”. Ecco allora dal Mef, come scrive il Messaggero  il sottosegretario Federico Freni giungere in soccorso: “Non c’è allo studio nessun aumento delle tasse per nessuno”. Gli fa eco Matteo Salvini, vicepremier leghista: “Non è questo il governo che aumenterà le tasse”. Poi come riporta il Corriere della Sera arriva la nota che chiarisce il tutto: la richiesta di uno sforzo in più è per quelle imprese più grandi che operano in settori beneficiati da condizioni esterne. Come contribuiranno è ancora oggetto di confronto. E, viene spiegato, non ci saranno nuove tasse per gli individui, mentre le aziende più piccole sono già interessate dal concordato biennale preventivo.

ANCHE LE ACCISE SULLA BENZINA SALIRANNO

La verità, come scrive Lina Palmerini sul Sole24Ore è che per la prima volta in due anni di governo “è apparsa la parola sacrificio nel linguaggio del centrodestra”, una sorta di “resa dei conti” come titola efficacemente la Stampa, senza considerare poi anche l’altro tema caldo, quello dell’aumento delle accise che, questo sì colpirà tutti indistintamente. Scrive Giuseppe Colombo su Repubblica: “La decisione di riallineare le accise sul gasolio a quelle, più alte, della benzina, e quindi di aumentarle, contempla la sconfessione di convinzioni e promesse. Perché un intervento sulle accise era sì previsto, ma in ben altra direzione. “Noi pretendiamo che le accise vengano progressivamente abolite”, disse infatti la premier in un video, realizzato nel 2019”.

SIAMO “ALLA RESA DEI CONTI” PUBBLICI…

Insomma, una giornata di caos totale nella maggioranza, al punto che come riporta Enrico Marro sul Corriere della Sera le opposizioni sono “rinate” e partite all’attacco (nonostante i gravi problemi politici li). “La maschera è caduta. Sarà una manovra lacrime e sangue che colpirà pensioni, sanità, enti locali, imprese e lavoratori” ha ammonito  la vicepresidente del Pd, Chiara Gribaudo, mentre Angelo Bonelli chiede a Giorgetti di “tassare le grandi ricchezze anziché i lavoratori e di rinunciare al ponte sullo Stretto”.  Ma chi ne capisce qualcosa di conti pubblici, come Roberto Perotti, economista alla Bocconi, scelto da Matteo Renzi come consulente per la revisione della spesa, incarico che lasciò dopo un anno per varie incomprensioni ammonisce in un’intervista a la Stampa: “L’esecutivo non ha alternative, paghiamo cari due anni di follia”.

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