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Non c’è pace (fiscale) per il governo: Salvini ci riprova

Dopo la giustizia riecco i condoni, nuova sfida dal vicepremier leghista per trovare spazio nella narrazione dell’esecutivo

Un po’ Caronte con il caldo ma forse ancora di più quel diavolo di Matteo Salvini con la sua proposta della “pace fiscale”, fatta di nuovi condoni, sono riusciti a distogliere l’attenzione dai problemi della giustizia che hanno acceso, a dir poco, per giorni il dibattito politico sino ad allarmare il Quirinale.

OLTRE LA GIUSTIZIA: SALVINI CI RIPROVA CON LA PACE FISCALE

Ora è il turno della “guerra sulla pace fiscale”, appunto, come titola Il Giornale, o del “Governo diviso sul Fisco”, come titola Repubblica.

– Leggi anche: Il Fisco spacca il Governo, l’inflazione rallenta: le prime pagine

         A non volersi distrarre dalla guerra sulla giustizia, chiamiamola così col Giornale, è solo o soprattutto il solito Fatto Quotidiano. Che tra titolo e fotomontaggio in prima pagina ha cannoneggiato contro Marina Berlusconi alla sua maniera, cioè insultandola, per la difesa della memoria del padre fatta scrivendo proprio al Giornale contro i pubblici ministeri di Firenze ancora impegnati contro di lui per le stragi di mafia che ne avrebbero preparato e favorito la vittoria elettorale del 1994.

CONTINUA LO SCONTRO SULLA GIUSTIZIA

         Con minore evidenza ma uguale ostinazione ha voluto continuare ad alimentare la guerra sulla giustizia Giancarlo Caselli scrivendo sulla Stampa, che si alterna al Fatto Quotidiano nell’ospitarlo, contro “il gioco delle tre carte” che starebbe facendo il guardasigilli Carlo Nordio: prima cercando di demolire il reato di concorso esterno in associazione mafiosa e poi fingendo, sempre secondo Caselli, l’allineamento alla premier Giorgia Meloni, che non considera “prioritario” questo problema. E ciò specie a ridosso delle celebrazioni del 31.mo anniversario della strage di via D’Amelio, a Palermo, dove la mafia eliminò con la scorta Paolo Borsellino facendo peraltro scattare nella quindicenne Meloni la voglia o vocazione politica per vendicare quel magistrato di simpatie di destra.

         “Sarò incontentabile -ha scritto Caselli tentando un bilancio delle polemiche del e sul ministro della Giustizia- ma a me sembra che Nordio ne esca non con la bocciatura secca che avrebbe meritato un vero e convinto sostegno dell’antimafia, ma con un semplice invito a posporre ad “altre priorità” l’attuazione delle sue “precise valutazioni”. Tanto più che a favore di Nordio si sono schierati big della maggioranza come Guido Crosetto e Antonio Tajani”: il primo, ministro della Difesa amico e collega di partito della stessa Meloni, e il secondo, vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, appena eletto segretario di Forza Italia. “Purtroppo, dunque, la vicenda non può dirsi conclusa”, ha ricavato con grande preoccupazione l’ex capo storico della Procura di Palermo.

– Leggi qui tutti i Graffi di Damato

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