Le decisioni del CdM di ieri con – tra l’altro – la modifica delle disposizioni del Codice dell’ordinamento militare
Il Governo aumenta il personale delle Forze armate.
Il Consiglio dei ministri tenutosi il 17 luglio, su proposta del presidente Giorgia Meloni e del ministro della Difesa Guido Crosetto, ha approvato in esame preliminare due decreti legislativi relativi alla rappresentanza militare e allo strumento militare. Lo ha reso noto palazzo Chigi.
Tra le principali previsioni dei due provvedimenti, la modifica delle disposizioni del Codice dell’ordinamento militare, delle leggi e degli atti aventi forza di legge e prevede l’attribuzione alle associazioni professionali a carattere sindacale tra militari (Apcsm) rappresentative a livello nazionale delle competenze delle funzioni attualmente riconosciute agli organi della rappresentanza militare, spiega la nota di palazzo Chigi.
All’ordine del giorno del Consiglio dei ministri è arrivata anche la revisione dello Strumento militare nazionale. Infatti, tra le disposizioni in materia, un intervento sulla disciplina delle dotazioni organiche del personale delle Forze armate prevede un incremento da 150.000 unità a 160.000 (3.700 per l’Esercito italiano, 3.250 per la Marina militare e 3.050 per l’Aeronautica militare).
“Oggi abbiamo iniziato un percorso di rinnovamento e di adeguamento che consentirà di arrestare gli effetti della riduzione di personale sugli organici di Esercito, Marina Militare e Aeronautica Militare, incompatibili con gli accresciuti impegni nazionali ed internazionali dello strumento militare” ha commentato così il titolare della Difesa. Si avvia in questo modo la revisione dello strumento militare come anticipato dal ministro Crosetto a inizio del suo mandato.
Tutti i dettagli.
COME CAMBIA LA LEGGE SULLA RAPPRESENTANZA MILITARE
Il primo provvedimento – riferisce la presidenza del Consiglio – prevede disposizioni per il riassetto della legge 28 aprile 2022, n. 46, nel Codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, e per il coordinamento normativo delle ulteriori disposizioni legislative che disciplinano gli Istituti della rappresentanza militare, ai sensi dell’articolo 16, comma 1, lettere a), b) e c), della medesima legge n. 46 del 2022 (decreto legislativo – esame preliminare).
Il testo modifica così le disposizioni del Codice dell’ordinamento militare, delle leggi e degli atti aventi forza di legge e prevede l’attribuzione alle associazioni professionali a carattere sindacale tra militari rappresentative a livello nazionale delle competenze delle funzioni attualmente riconosciute agli organi della rappresentanza militare, riferisce la nota del governo.
ECCO COME AUMENTA IL PERSONALE DELLE FFAA
Il secondo contiene disposizioni in materia di revisione dello strumento militare, ai sensi dell’articolo 9, comma 1, lettere a) e c), della legge 5 agosto 2022, n. 119 (decreto legislativo – esame preliminare).
Il testo interviene sulla disciplina delle dotazioni organiche del personale delle Forze armate, prevedendo un incremento da 150.000 unità a 160.000 (3.700 per l’Esercito italiano, 3.250 per la Marina militare e 3.050 per l’Aeronautica militare). Inoltre, contempera il processo di contrazione degli organici avviato negli anni con il progressivo incremento degli impegni assunti dalle Forze armate, in ambito nazionale e internazionale, riconducibili all’accresciuta complessità dello scenario globale, all’ampliamento delle competenze e dei compiti delle Forze armate in materia di difesa delle infrastrutture spaziali e dello spazio cibernetico in ambito militare e al coinvolgimento delle Forze armate in eventi di pubblica calamità e in situazioni di straordinaria necessità e urgenza, si legge nel comunicato di palazzo Chigi.
CROSETTO: “ULTERIORE PASSO IN AVANTI SULLA LEGGE DELLE ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI SINDACALI NEL MILITARE”
“Oggi è stato fatto un ulteriore passo avanti verso la piena attuazione della legge in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari” ha commentato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, al termine del Consiglio dei ministri.
Come spiega la nota della Difesa, “il provvedimento delinea il passaggio dal modello “professionale” a 150.000 unità al modello a 160.000 unità a decorrere dal 1° gennaio 2034 e consente di rimodulare gli organici delle Forze Armate, calibrandoli secondo le nuove esigenze funzionali. Il provvedimento consentirà di incrementare le professionalità ad alta e altissima specializzazione in servizio permanente quali medici, personale delle professioni sanitarie, tecnici di laboratorio, ingegneri, genieri, logisti dei trasporti e dei materiali, informatici e commissari”.
NIENTE SGRAVI SULLO STATO
Infine, l’intervento — precisa la nota del dicastero retto da Crosetto — non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, in quanto è realizzato entro limiti di spesa compatibili con i risparmi conseguiti a seguito dell’attuazione del processo di revisione dello Strumento militare.
(Pubblicato su Start Magazine)