Dopo la bocciatura della Camera alla ratifica del Mes esulta Salvini, FdI insegue. Palazzo Chigi prende atto, la strategia del Governo è quella di rimettersi al voto parlamentare. E Giorgetti rimane in silenzio
Una maggioranza blu-verde-giallo dice no in Aula alla Camera alla ratifica del Mes. Si spacca il centrodestra e si spaccano le opposizioni. A favore hanno votato i deputati del Pd, Iv e Azione, contro hanno votato Fdi, Lega e M5S. Ad astenersi sono stati i deputati di FI, Avs e Noi Moderati.
Vince Salvini. Perde Giorgetti. Giorgia Meloni prova a limitare i danni mentre Giuseppe Conte, di contro, prova ad approfittarne per racimolare un po’ di consenso. Forza Italia sulla difensiva mentre Renzi va all’attacco.
SALVINI CANTA VITTORIA SUL MES
Il leader del Carroccio esulta e ovviamente passerà all’incasso sul piano mediatico (con la speranza di raccattare anche un po’ di voti). “Grazie alla Lega l’Italia dice stop al Mes. Il Parlamento boccia il Mes: pensionati e lavoratori italiani non rischieranno di pagare il salvataggio delle banche straniere. E pazienza se a sinistra si arrabbieranno. Una battaglia della Lega combattuta per anni e finalmente vinta. Avanti così, a testa alta e senza paura”.
✅ VITTORIA: GRAZIE ALLA LEGA L’ITALIA DICE STOP AL MES.
Il Parlamento boccia il Mes: pensionati e lavoratori italiani non rischieranno di pagare il salvataggio delle banche straniere. E pazienza se a sinistra si arrabbieranno.
Una battaglia della Lega combattuta per anni e… pic.twitter.com/LYeO20mEvv— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) December 21, 2023
FDI HA SEGUITO (E INSEGUITO) LA LEGA
Tutti i riflettori erano puntati su Fratelli d’Italia e il partito della premier Meloni ha seguito (e inseguito) la Lega. Perché? Per non lasciare a Salvini la possibilità di intestarsi da solo lo stop al Mes, per evitare che il leader del Carroccio potesse ergersi come unico paladino della coerenza sul Meccanismo europeo di stabilità e, quindi, per evitare l’accusa (come quelle reiterate anche da Giuseppe Conte) di aver tradito le promesse dei suoi elettori, di essere incoerente, di essersi piegata al diktat di Bruxelles.
Gli addetti ai lavori la giudicano una mossa da campagna elettorale, col risultato che la maggioranza parlamentare si è spaccata. Il no al Mes è infatti un tema identitario per FdI e per Lega, motivo per cui il governo Meloni fino ad oggi aveva preferito prendere tempo continuando a rinviare la questione.
L’EQUILIBRISMO DI FORZA ITALIA E IL SARCASMO AMARO DI RENZI
“L’europeista Tajani che si astiene sul Mes è una barzelletta continentale. Credo che alla prossima riunione del Ppe sarà accolto con un abbraccio di commossa e affettuosa solidarietà”. Così il leader di Italia Viva, Matteo Renzi ai microfoni di SkyTg24 ha commentato la decisione di Forza Italia.
“La nostra astensione è responsabile, la nostra posizione ragionevole e rispettosa dell’interesse italiano e europeo” ha detto Andrea Orsini, di Forza Italia in Aula alla Camera. “Ai nostri alleati diciamo che la nostra opinione è in parte diversa da loro, cosa possibile tra alleati che lavorano insieme da decenni e che continueranno a farlo -ha sottolineato Orsini-. Non condividiamo questa accelerazione, parlare del MES è un espediente. Non stiamo discutendo del MES, che esiste da anni, è uno strumento importante che è bene ci sia e speriamo nessuno debba utilizzarlo”.
GIORGETTI SFIDUCIATO? IL SILENZIO DEL MINISTRO DELL’ECONOMIA
Il Pd, Azione e Italia Viva (i partiti che hanno votato a favore della ratifica) all’attacco di Giancarlo Giorgetti. L’ex responsabile per gli Affari europei del governo giallorosa, Enzo Amendola, ha ricordato che il ministro dell’Economia “ha detto all’Ecofin che l’Italia avrebbe ratificato il Mes: la parola è una in Europa e una in Italia Lo dico col massimo rispetto – ha aggiunto – abbiamo lavorato insieme ma un ministro che viene sbugiardato da questa aula, sbeffeggiato dal leader del suo partito, è un ministro che dovrebbe trarre le conseguenze”. Il “ricatto di non ratificare il Mes per trattare sul Patto di stabilità si è svelato, è il contrasto tra realtà e propaganda e per questo c’è che una crisi politica non nei numeri ma nella natura di questo intervento”. In una Camera dove spiccavano le assenze dei ministri durante la discussione sulla ratifica del Mes, il partito di Carlo Calenda ha chiesto che il ministro Giorgetti “venga in aula, perchè oggi qui la sua maggioranza lo sta sfiduciando”.
PER IL GOVERNO IL PRIMO COMMENTO SUL MES E’ DEL VICEMINISTRO DI FDI
“Il Parlamento è sovrano e noi dobbiamo prendere atto delle decisioni parlamentari”. Lo ha dichiarato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo (FdI), parlando con i giornalisti in Transatlantico subito dopo la bocciatura nell’Aula della Camera della ratifica del trattato che modifica il MES.
Nel pomeriggio è intervenuto il ministro Crosetto, altro big di Fratelli d’Italia: “Se il percorso resta ancora aperto? Se l’obiettivo è quello di garantire che nessun paese vada in crisi, noi siamo i primi ad essere d’accordo. Quello che ci ha sempre visti meno d’accordo è che succeda quello che è successo in Grecia, dove un paese ha perso la sovranità per alcuni anni e chi ne ha pagato le conseguenze sono stati cittadini, non la classe politica ma la parte più debole del paese. Penso che nessuno in Europa voglia una cosa in questo tipo”.
PALAZZO CHIGI SI RIMETTE AL PARLAMENTO: “ORA RIFLESSIONE SULLE MODIFICHE AL MES PIU’ UTILI”
“Il Mes è in piena funzione nella sua configurazione originaria, ossia di sostegno agli Stati membri in difficoltà finanziaria. La scelta del Parlamento italiano di non procedere alla ratifica può essere l’occasione per avviare una riflessione in sede europea su nuove ed eventuali modifiche al trattato, più utili all’intera Eurozona”. È quanto hanno fatto trapelare fonti di Palazzo Chigi, sottolineando che il Governo che si era rimesso al Parlamento e per questo ha preso atto del voto dell’Aula di Montecitorio sulla scelta di non ratificare la modifica al trattato MES.
LE OPPOSIZIONI, SI SFALDA ANCHE IL CAMPO LARGO
Per quanto riguarda le opposizioni, Carlo Calenda mette il dito nella piaga: “Oggi la maggioranza si spacca sul Mes e così il Campo largo. E’ la testimonianza che questo paese non si puo’ governare con un bipolarismo che produce solo contraddizioni e figuracce”.
Oggi la maggioranza si spacca sul MES e così il Campo largo. È la testimonianza che questo paese non si può governare con un bipolarismo che produce solo contraddizioni e figuracce. @Azione_it https://t.co/uiqHQZETTn
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) December 21, 2023
Lo scontro tra maggioranza e opposizione non si esaurisce certamente oggi, destinato a segnare il dibattito politico durante le feste natalizie.