Rischio boomerang per il presidente del Consiglio Meloni, il suo “Seee poveri Cristi…” riferito ai richiedenti asilo che saranno trasferiti in Albania accende i riflettori sui titoli di coda della campagna elettorale mentre Putin, con le sue fake news, punta a condizionare il voto europeo
Siamo ai titoli di coda di una campagna elettorale che poco o nulla ha parlato di Europa e molto si è focalizzata sui problemi interni dell’Italia. Così il viaggio in Albania del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni si trasforma in un terreno di scontro come sottolineano il Corriere della Sera e La Stampa che parlano di “tensione sui migranti” mentre Repubblica nella sua prima pagina evita proprio di menzionare il viaggio del premier. Poi ci sono i giornali più schierati, Il Giornale sottolinea “la partenza del piano dal 1 agosto” e La Verità che difende la Meloni anche sul tema dei costi. “La sinistra ha buttato 17 miliardi nel superbonus” mentre dall’altra parte il Fatto Quotidiano parla di “patacca” Albania a cui aggiunge pure in prima pagina come patacche la sanità e la social card e Il Domani parla apertamente di “spot elettorale”.
IL BATTIBECCO CON MAGI RUBA LA SCENA ALLA COMUNICAZIONE DI GIORGIA MELONI
In tutto questo baillame è il battibecco tra la Meloni e il segretario di +Europa, Riccardo Magi a “rubare la scena” alla comunicazione del presidente del Consiglio che si lascia sfuggire davanti alle telecamere un “Seee, poveri Cristi” in riferimento ai migranti che saranno trasferiti nei due centri di accoglienza albanesi. Un vero e proprio svarione. Lo sottolinea Marcello Sorgi nel suo taccuino “La campagna elettorale, si sa, richiede un controllo nervoso superiore al normale perché tutto quel che accade diventa oggetto di propaganda, anche involontaria”.
Così per l’editorialista del quotidiano torinese quel riferimento sprezzante ai migranti diventa un vero e proprio boomerang. “Meloni, pratica di comunicazione, ed anzi considerata assai forte in questo campo, non avrà avuto difficoltà ieri a rendersi conto che, ammesso che la visita a Tirana avesse un dubbio contenuto di propaganda, dal momento che i lavori per i nuovi centri sono ancora indietro, l’effetto involontario prodotto dallo scontro con Magi è stato esattamente quello opposto”. E, certo, in questo non aiuta neanche il premier albanese, Edi Rama che intervistato sempre da La Stampa parla del centro che può correre dei “rischi potenziali”, diventare come “Guantanamo” anche affermarlo dice “è come sputare in faccia alle vittime di quell’inferno”.
LE TRAME DI MOSCA SUL VOTO IN UE
Come abbiamo scritto Repubblica invece ha ignorato la “campagna d’Albania” e si è concentrata nella sua prima pagina sulle mani di “Mosca sul voto Ue” riportando una ricerca del Parlamento europeo che svela l’attacco della Russia per favorire l’astensionismo e i partiti antisistema con l’Italia che sarebbe quello più colpito. È nell’editoriale di Alberto D’Argenio che si comprende il significato di questa apertura: “Il calcolo politico degli esperti di Putin è duplice: l’astensionismo colpisce di più l’elettorato dei partiti di massa — guarda caso europeisti — come popolari, socialisti e liberali, per definizione più moderati, e meno determinati, rispetto a quelli delle forze politiche estremiste utili a Mosca.
E inoltre permetterebbe al Cremlino di paragonare l’affluenza intorno all’80% registrata alle presidenziali di marzo, quelle che hanno regalato a Putin il quinto mandato al Cremlino, con quella alle Europee per affermare che “la vera democrazia è in Russia, non in Occidente”. Certamente un tema interessante perché oltre alla guerra fisica c’è quella “digitale” solo che o in pochi lo sanno o in molti ce ne siamo dimenticati.