Il ministro Giorgetti spaventa i mercati parlando della Legge di bilancio per il 2025. “Una manovra che richiederà sacrifici a tutti”. Il vicesegretario della Lega Andrea Crippa rincara la dose sulle banche: “I primi sette istituti di credito hanno quasi raddoppiato gli utili con un aumento del 93% dovuto soprattutto al ‘gioco’ dei tassi di interesse”.
La legge di bilancio del 2025 richiederà sacrifici a tutti. Senza giri di parole il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha anticipa che la manovra in via di preparazione chiederà uno sforzo particolare a chi ha generato profitti. Una dichiarazione, rilasciata a borse ancora aperte, che ha generato un piccolo terremoto, facendo perdere circa 1,5% su Piazza Affari.
LEGGE DI BILANCIO 2025: NESSUNA TASSA SU EXTRA-PROFITTI
Dopo la bufera, e il flop, della norma sugli extraprofitti delle banche introdotta nell’estate 2023 il ministro Giorgetti forse avrebbe potuto usare le parole con più cautela. Durante l’evento “Bloomberg Future of Finance Italy”, il titolare dell’economia ha spiegato che saranno tassati i profitti, precisando che non si tratterà di una tassa sugli extraprofitti, ma di una contribuzione legata alla capacità contributiva, in linea con l’articolo 53 della Costituzione. A essere tassati saranno individui, ma anche per le aziende, grandi e piccole. “Non è corretto parlare di extraprofitti – ha spiegato il ministro – ma di andare a tassare i profitti a chi li ha fatti: è uno sforzo che tutto il sistema paese deve fare. Le aziende non fanno beneficenza, quindi i contributi volontari non esistono. Esiste l’articolo 53 della Costituzione” che impone che tutti concorrano alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
ANDREA CRIPPA CHIEDE UN CONTRIBUTO DEL SETTORE BANCARIO
A rincarare la dose sulle banche ci pensa il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa. “Qualcosa non funziona e va detto chiaramente. Mi riferisco alle banche e al cosiddetto ‘gioco’ dei tassi di interesse – ha detto ad Affari Italiani -. Quando la Bce alzava il costo del denaro, dopo il Covid, gli istituti di credito facevano salire rapidamente e in modo netto le rate dei mutui e dei finanziamenti. Oggi che finalmente, con grave ritardo, la signora Lagarde ha iniziato a tagliare i tassi le rate dei mutui variabili, che moltissimi italiano hanno, scendono di poco, così come le rate dei finanziamenti a tasso variabile, e certamente non in modo proporzionale rispetto all’epoca della stretta”. Il vicesegretario sottolinea che “nell’ultimo biennio i primi sette istituti di credito hanno quasi raddoppiato gli utili con un aumento del 93% dovuto soprattutto al ‘gioco’ dei tassi di interesse”. Quindi, dalle parole di Crippa, si capisce che pensando alla Legge di Bilancio per il 2025, diventa quasi eticamente plausibile chiedere un contributo dalle banche.
OBIETTIVO: RIDURRE IL DEFICIT SOTTO IL 3%
L’obiettivo del governo è ambizioso: ridurre il deficit sotto il 3% entro il 2026, un traguardo più stringente rispetto ad altri Paesi europei come la Francia, che prevede di raggiungerlo solo nel 2029. Giorgetti ha sottolineato che questa sfida richiederà una “chiamata di contribuzione per tutti” e ha garantito che sarà trovata una “soluzione equilibrata”, soprattutto riguardo alla tassazione dei profitti aziendali.
PREVISIONI ECONOMICHE E CRESCITA DEL PIL
Nonostante le difficoltà, dalla crisi della manifattura e all’instabilità internazionale, Giorgetti si è detto fiducioso sulle prospettive macroeconomiche italiane. Il governo continua a ritenere realistico l’obiettivo di una crescita del PIL dell’1% per il 2024, sebbene l’industria italiana vivendo una fase di difficoltà. Secondo il ministro, il settore dei servizi compensa le difficoltà della manifattura, e l’Italia continua a performare meglio di altri Paesi europei. Ma è dalla finanza pubblica che arrivano le notizie migliori: l’obiettivo di deficit per il 2023, originariamente fissato al 4,4%, è stato rivisto al ribasso al 3,8%, un dato che rafforza la credibilità del governo sui mercati internazionali.
ACCISE SUI CARBURANTI: NESSUN AUMENTO IMMEDIATO MA UNA RIMODULAZIONE
E, infine, il tema delle accise sui carburanti. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha smentito un imminente aumento delle accise sul gasolio, spiegando che il governo sta studiando una “rimodulazione” per allineare le accise del diesel a quelle della benzina. Un argomento molto delicato per Palazzo Chigi. La Premier, quando era solo un esponente dell’opposizione, criticò duramente la mole di imposte che gravano sui carburanti.
Ma da via XX settembre provano a tranquillizzare: non un aumento generalizzato ma una riorganizzazione complessiva del sistema fiscale legato ai carburanti. Al momento, infatti, le accise sul gasolio sono più basse di quelle sulla benzina (61,7 centesimi per il gasolio contro 72,8 per la benzina), e l’intenzione è di ridurre questo divario.
COLDIRETTI CHIEDE CHE SIANO CONSOLIDATI GLI SGRAVI FISCALI
Un tema che interessa da vicino anche l’agricoltura. La Coldiretti, infatti, pur non intervenendo sul tema delle accise ha chiesto che nella manovra vengano consolidati gli sgravi fiscali e contributivi già esistenti, per favorire il ricambio generazionale e sostenere le imprese agricole.