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Il ring di Giorgia Meloni

La premier Meloni presa tra il caso Pozzolo, gli ammonimenti del capo dello Stato e gli altri temi di attualità e di politica estera. I Graffi di Damato

Pur “sull’orlo della guerra mondiale” avvertito non solo dall’Unità dopo l’attentato in Iran con duecento morti e le reazioni antioccidentali di Teheran, o nel “caos globale” gridato dal Riformista di Matteo Renzi, sono tutti lì sulle prime pagine dei giornali e altrove ad aspettare Giorgia Meloni alla odierna conferenza stampa di ex fine anno su altri temi. In particolare, la premier- immaginata su ItaliaOggi con la scopa chiesta in prestito alla Befana- è attesa “sul ring con la testa di Pozzolo”, come ha titolato il manifesto evocando la punizione del deputato piemomtese della destra che a un veglione di Capodanno, organizzato dal collega di partito e sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, si è presentato esibendo una pistola. E finendo indagato per lesioni gravi al genero di un agente della scorta dello stesso Delmastro. Che contesta l’ipotesi di essersi ferito da solo, raccogliendo il revolver caduto a terra e lasciandosi quindi sfuggire un colpo. Esso sarebbe stato sparato, secondo alcune testimonianze, dallo stesso parlamentare.

LE DECISIONI DI MELONI SUL DEPUTATO ‘PISTOLERO’ DI FDI

Mentre scrivo non si sa se, oltre al porto d’armi ritiratogli dalla Prefettura di Biella e alle sei pistole sequestrategli dall’autorità giudiziaria, Emanuele Pozzolo perderà anche la tessera del partito, come anticipato da Repubblica. O se la Meloni si limiterà a farlo sospendere in attesa degli sviluppi delle indagini per lesioni aggravate cui egli è stato sottoposto dalla magistratura pur nella “ordinaria banalità di un politico pistolero”, come l’ha definita Filippo Facci sul Giornale. Dove probabilmente si sono consolati col ferimento lieve e i dieci giorni di prognosi della vittima. Un ferimento peraltro da cui lo stesso Pozzolo, pur dichiarandosi non responsabile, secondo una testimonianza avrebbe subito ammesso che ne sarebbe uscito “rovinato”.

La sorte di questo “banale pistolero”, per tornare al titolo del Giornale, è prevalsa nelle attese della conferenza stampa della premier non solo sull’aggravamento della crisi in Medio Oriente ma anche sul tema dei rapporti dell’Italia con l’Unione Europea riproposto questa mattina sul Corriere della Sera dal senatore a vita Mario Monti. Che ha condiviso le riserve appena espresse dal presidente della Repubblica su una norma pur promulgata in tema di concorrenza a proposito dei venditi ambulanti, analoga a un’altra sui balneari.

I RICHIAMI DI MATTARELLA VISTI DAI GIORNALI

Monti ha definito “un cartellino giallo” l’intervento del capo dello Stato sulla premier e sui presidenti delle Camere, che invece Domani, il giornale di Carlo De Benedetti, ha trovato “un debole segnale” lanciato contro il “bluff del governo” sulla concorrenza reclamata dall’Unione Europea in difesa dell’economia di mercato. Cui i governi italiani preferirebbero -ha scritto Monti- “il mercato del voto”. Che – ha spiegato ancora l’ex presidente del Consiglio- tenendo artificialmente bassi i canoni compra il consenso dei concessionari e impoverisce l’ente che amministra”. Tutto ciò a spese del “cittadino qualunque”.

– Leggi qui tutti i Graffi di Damato

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