Dopo la riflessione avviata dal ministro Giorgetti, a livello italiano e comunitario inizia a discutersi della possibilità di un “leggero” slittamento delle scadenze del Pnrr
A lanciare la pietra nello stagno (e a mettere le mani avanti) ci ha pensato qualche giorno fa il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, auspicando una “riflessione” sul termine del 2026 per la conclusione delle opere del Pnrr e sottolineando la necessità di considerare i risultati, non solo i processi. Inevitabilmente si è aperto il dibattito, sul fronte interno e comunitario. Con la classica divisione tra ‘aperturisti’ e ‘chiusuristi’ che non risparmia neppure i membri del Governo italiano e anche all’interno degli stessi partiti.
FOTI (FDI): “NON E’ SCANDALOSO IPOTIZZARE LEGGERO SLITTAMENTO DEL PNRR”
A parlare per il primo partito italiano è il capogruppo alla Camera Tommaso Foti: “Ovviamente tutti” si sono “impegnati per raggiungere l’obiettivo del 2026 ma non ci vedo nulla di scandaloso almeno nel poter, tra virgolette, ipotizzare un leggero slittamento che consenta di realizzare le opere per cui i finanziamenti sono stati accordati”. “Penso che il realismo debba anche far parte di quelle che saranno le decisioni del prossimo Parlamento e della Commissione europea – ha spiegato Foti -.
Non dimentichiamo che l’impegno massiccio di denaro per il post Covid, deciso dall’Ue, si è andato anche a infilare in un periodo in cui abbiamo avuto un’esplosione dell’inflazione. E dall’altra parte una situazione geopolitica che è totalmente cambiata. Basterebbe riflettere un attimo sull’avvenuta invasione dell’Ucraina da parte della Russia e sul conflitto in Medio Oriente. Evidentemente sono elementi che incidono sulle economie e sulle possibilità realizzative e dei vari paesi”, ha concluso l’esponente di Fratelli d’Italia.
MICHEL CON CAUTELA APRE AL RINVIO DI UN ANNO DEL PNRR
Sul fronte comunitario, ecco cosa scrive oggi il Corriere della Sera in merio alle valutazioni in atto del presidente del Consiglio europeo: “Lui, Charles Michel, sta facendo un giro delle capitali europee per affinare l’adozione della futura Agenda strategica della Ue, lei, Giorgia Meloni, sta giocando in Europa diverse partite, non ultima quella dello slittamento di un anno nell’attuazione del Pnrr. E alla fine dell’incontro a tu per tu – si legge sul quotidiano – mentre le rispettive delegazioni mettono a punto l’agenda del Consiglio della prossima settimana, sicuramente la premier e il presidente del Consiglio europeo affrontano diversi argomenti, non tutti poi pubblicizzati nelle rispettive note. A cominciare dai giochi e dai confronti in corso, in tutta la Ue, sul futuro assetto delle istituzioni di Bruxelles dopo giugno”.
“(…) Mentre la «proroga» del PNRR — spostando la scadenza dal 2026 al 2027 — è una richiesta che l’Italia, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sta portando avanti da tempo. E Michel, a due mesi dal termine del suo mandato, è cauto ma aperturista. (…) Mentre proprio da Bruxelles, attraverso il commissario all’Economia Paolo Gentiloni, arrivano parole di una relazione positiva con Roma: ‘Apprezziamo la prudenza dell’Italia nel prendere decisioni, come quella sul Superbonus’. Sino ad ora Gentiloni si è detto contrario ad un slittamento del Pnrr”, conclude il Corriere della Sera.
IL RUOLO DELLA COMMISSIONE EUROPEA
Sempre Michel, parlando con i giornalisti giovedì a margine dell’incontro con la premier Meloni a Palazzo Chigi, ha ribadito come sia “davvero importante fare tutto il possibile per garantire che i soldi possano essere erogati. Abbiamo bisogno di buoni programmi, buoni progetti e dobbiamo assicurarci di sostenere gli sforzi dei nostri Stati membri per garantire che questi soldi vengano iniettati per sostenere gli investimenti necessari. Ciò comporta alcuni adattamenti amministrativi in ;;termini di ritardo nella procedura? Vorrei essere attento e cauto, perché dobbiamo entrare più nei dettagli con la Commissione e con gli Stati membri”.
IL MINISTRO FITTO GUARDA AL 2026
A tirare le somme, con l’aria di tirare un po’ il freno a mano, ci pensa il ministro competente, con delega Pnrr, Raffaele Fitto; “Oggi abbiamo una scadenza che è quella di giugno 2026 e su quella siamo concentrati”. Non solo concentrato, anche sibillino.