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Il Consiglio di Stato multa TripAdvisor. Ecco perché

Multa salata per TripAdvisor. Il Consiglio di Stato dà ragione all’Antitrust a proposito delle recensioni

TripAdvisor, il sito che confronta hotel e alberghi sulla base dei pareri di chi ci è stato, ha ricevuto una multa di 100.000 euro dal Consiglio di Stato in quanto non può garantire la veridicità delle recensioni che pubblicano gli utenti e, quindi, non può vantare “recensioni vere e autentiche”.

LA VICENDA CHE HA PORTATO ALLA DECISIONE DEL CONSIGLIO DI STATO

A fine 2014 l’Antitrust aveva multato TripAdvisor per 500.000 euro ravvisando una pratica commerciale scorretta che consisteva nella “diffusione di informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni, pubblicate sulla banca dati telematica degli operatori, adottando strumenti e procedure di controllo inadeguati a contrastare il fenomeno delle false recensioni”.

Pochi mesi più tardi, nel luglio del 2015, il Tar aveva annullato la multa in quanto per i giudici amministrativi di primo grado, la società non aveva “mai asserito che tutte le recensioni fossero vere richiamando l’impossibilità di un controllo capillare e invitando a considerare le “tendenze” delle recensioni e non i singoli apporti”.

LA DECISIONE DEI GIUDICI DI PALAZZO SPADA

Il 15 luglio è arrivata l’ultima parola sulla vicenda che ha dato ragione all’Antitrust. Nella sentenza numero 04976 i giudici di palazzo Spada sostengono che i claim sono tali “da influenzare i consumatori sin dal primo contatto ingenerando il falso convincimento dell’affidabilità delle recensioni pubblicate”.

LE FRASI CONTESTATE

Di seguito alcune delle frasi che sono state contestate:

“Non importa se preferisci le catene alberghiere o gli hotel di nicchia: su TripAdvisor puoi trovare tante recensioni vere e autentiche, di cui ti puoi fidare. Milioni di viaggiatori hanno pubblicato on-line le proprie opinioni più sincere su hotel, bed & breakfast, pensioni e molto altro”;

“Vuoi organizzare un viaggio? Passa prima su TripAdvisor. I viaggiatori della community di TripAdvisor hanno scritto milioni di recensioni sulle loro vacanze migliori e peggiori che ti aiuteranno a decidere cosa fare”;

“TripAdvisor offre consigli di viaggio affidabili, pubblicati da veri viaggiatori”.

FEDERALBERGHI SODDISFATTA

Soddisfatta l’Associazione degli albergatori che, nel 2014, aveva segnalato il caso all’Antitrust insieme all’Unione Nazionale Consumatori. Il pronunciamento del Consiglio di stato “conferma la necessità di bonificare un sistema inquinato dalle fake reviews”. Federalberghi, inoltre, rivolgendosi ai portali web chiede un deciso stop alle recensioni anonime e ai nickname di comodo” e di lavorare per “radicare un sistema in cui prevalgano le vere recensioni, scritte da veri clienti, che raccontano una vera esperienza”.

LA REAZIONE DI TRIPADVISOR

Per TripAdvisor la decisione del Consiglio di Stato conferma “che non ci sono prove che TripAdvisor abbia ingannato i consumatori”, non richiede “di cambiare alcunché sul sito” e anzi domanda all’Antitrust di “restituire l’80% della multa che ci aveva ingiustamente imposto nel 2014”.

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