Lo sfogo-manifesto di Pier Silvio Berlusconi: dall’aeroporto di Milano Malpensa intitolato al padre alla necessità di rinnovamento di Forza Italia. Intervista all’on. Andrea Ruggieri, ex deputato di FI ed ex direttore responsabile, oltreché editorialista, de “Il Riformista”
Determinante in Europa, in retroguardia in Italia. È singolare la posizione di Forza Italia, isola centrista e moderata del Governo Meloni. A un anno dalla scomparsa del suo leader, Silvio Berlusconi, a cui è da poco stato intitolato l’aeroporto di Milano Malpensa, il “partito azienda” era dato, dai più, per spacciato. Invece, alle ultime elezioni europee, Forza Italia è riuscita a ottenere un risultato ragguardevole in termini elettorali. Inoltre, l’iscrizione al PPE, la rende centrale nello scacchiere del nuovo Parlamento europeo, che solo ieri ha rieletto la Commissaria Ursula von der Leyen (con i voti contrari degli eurodeputati di FdI).
Di tutto questo ne abbiamo parlato con l’on. Andrea Ruggieri, ex deputato di Forza Italia, per cui è stato responsabile dei rapporti con le TV, ed ex direttore responsabile, oltreché editorialista, de “Il Riformista”.
Nei giorni passati si è accesa la polemica sull’intitolazione dell’aeroporto di Milano Malpensa a Silvio Berlusconi. L’Ad di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, ha lamentato di non essere stato messo al corrente dell’iniziativa del ministro dei trasporti Salvini.
Io davo per scontato, e forse sbagliavo, che la famiglia fosse stata avvertita e fosse d’accordo. È chiaro che scopro che così non era. Detto ciò, io resto favorevolissimo a intitolare l’Aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi. E non solo quello.
Che altro gli intitolerebbe?
Il Ponte sullo Stretto se mai dovessero farlo, oppure, perché no, anziché Malpensa, Linate.
Sul tema del nuovo nome dell’aeroporto di Malpensa il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha chiamato in causa direttamente Marina Berlusconi. Anche su questo passaggio c’è stato un duro intervento di Pier Silvio Berlusconi.
Ho trovato strane le parole del sindaco Sala e anche un po’ spiacevoli. Il sindaco Sala non è una persona maleducata, per questo ha deluso, perché non ci si rivolge a una donna come Maria Berlusconi in quei termini. L’intitolazione dell’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi non riguarda soltanto il suo ruolo politico. Silvio Berlusconi è riuscito a eccellere e a innovare in qualunque campo si sia cimentato. Ha inventato la tv commerciale in Italia, contribuendo al pluralismo delle voci e alla libertà imprenditoriale, ha innovato nel campo dell’edilizia, ha innovato nel campo dello sport e, infine, ha creato il bipolarismo in Italia. Silvio Berlusconi è stato, per distacco, il personaggio lombardo più rilevante e di successo negli ultimi sessant’anni. Quindi intitolargli uno scalo lombardo lo trovo una cosa intelligente in termini assoluti.
Il sindaco Sala ha fatto riferimento alla presunta “divisività” legata al nome di Berlusconi.
Il discorso sulla “divisività” che Sala rivolge a Marina Berlusconi è assolutamente fazioso. Prima di tutto perché Sala non poteva sapere, come non lo sapevo io, che la famiglia non fosse stata consultata su questa scelta; quindi, si è rivolto a Marina Berlusconi, in quei termini, alla cieca. Non ci si rivolge così a una signora che è rimasta orfana da un anno di suo papà, adducendo la scusa della divisività del personaggio. In tutto il mondo un personaggio come Berlusconi sarebbe celebrato con film, opere, aeroporti, come si fa in America. Pensiamo che a Washington c’è un Aeroporto intitolato a Ronald Reagan, a New York c’è il JFK, a Houston c’è l’aeroporto George Bush. Questi sono tutti personaggi di una parte politica. Tra l’altro, Berlusconi era sicuramente molto meno divisivo di tantissimi altri. In Italia abbiamo vie intitolate a Lenin, a Stalin, al generale Tito, cioè a gente sanguinaria. Ecco la scusa della divisività mi pare francamente ridicola.
Anche la chiamata in causa pubblica sui social?
Diciamo che io credo che se il sindaco di Milano vuole trovare il numero di Marina Berlusconi in qualche modo lo trova. Ci vorrebbe un po’ più di delicatezza nel dibattito pubblico, più buona educazione.
La presentazione dei palinsesti Mediaset è stata l’occasione, per Piersilvio Berlusconi, di lanciare una frecciatina a Forza Italia. Ha affermato, infatti, che all’area elettorale del centro, quella che si trova tra la Meloni e la Schlein, manca un punto di riferimento. Secondo lei era una critica all’operato del ministro Tajani?
No, onestamente non credo. Credo che abbia parlato più di una vocazione maggiormente offensiva, se usiamo un termine calcistico, auspicherebbe una Forza Italia più all’attacco. Credo si riferisse all’inclinazione di Forza Italia che oggi è molto sulla difensiva, infatti gioca un ruolo abbastanza residuale. E invece, in questo momento, ci sarebbe un mercato elettorale molto favorevole a un’espansione di un partito moderato come Forza Italia.
Cosa servirebbe, secondo lei, a Forza Italia per crescere?
Dovrebbe avere altre idee, un altro linguaggio comunicativo, e, probabilmente, anche nuovi protagonisti un po’ più aggiornati ai tempi che corrono.
Secondo lei un protagonista più aggiornato rispetto ai nostri tempi potrebbe essere Piersilvio Berlusconi?
In termini assoluti dico “assolutamente sì”. Detto ciò, il diretto interessato ha smentito categoricamente che gli interessi. Però, secondo me, se mai dovesse cambiare idea, credo che in tanti guarderebbero a lui come un elemento di serietà, di continuità e di prospettiva politica.
Secondo lei, quanto di quel quasi 10% che Forza Italia è riuscita a raccogliere alle ultime elezioni europee è un lascito di Silvio Berlusconi?
Tutto, nessun voto escluso.
Ne potrebbe beneficiare anche in futuro un altro Berlusconi.
Ora stiamo parlando di ipotesi di fantasia, anche se dal mio punto di vista auspicabili, perché mi piacerebbe vedere un figlio di Berlusconi raccogliere l’eredità del papà. Il lascito di Silvio Berlusconi sarebbe una base di partenza importante su cui poggiare il rinnovamento ideale, di linguaggio, di protagonisti, su cui appunto costruire un’ascesa di Forza Italia in un mercato elettorale che è aggredibile in termini molto maggiori del 9%. Questo l’ha detto anche Piersilvio Berlusconi.