Cinque delle ultime sei edizioni dell’Expo si sono svolte in Giappone, Cina e Medio Oriente. Basta questo per capire dove tira il vento della geopolitica
E’ ancora forte l’eco delle polemiche seguite alla disfatta di Roma nella partita di Expo 2030. Mentre il presidente coreano si è scusato con la Nazione, in Italia è partito il solito scaricabarile. Il successo di Riad, però, impone alcune riflessioni e per questo è anche importante fotografare l’evoluzione delle Esposizioni universali, sia nei numeri che nel baricentro geopolitico.
CHI SONO I PAESI CHE FORMANO IL BUREAU INTERNATIONAL DES EXPOSITIONS (BIE)
Sono 182 i Paesi di tutto il mondo che formano il Bureau International des Expositions (BIE), l’organizzazione intergovernativa che dal 1931 gestisce le Esposizioni Mondiali.
Qualsiasi Paese può diventare membro dell’organizzazione a patto di sottoscrivere la Convenzione del 1928 e i successivi protocolli e di essere membro di alcune organizzazioni internazionali, come indicato nella Convenzione stessa.
Ogni Stato membro è rappresentato da un massimo di tre delegati. Ogni paese ha un voto nell’Assemblea Generale. La World Expo si svolge ogni 5 anni con durata massima di 6 mesi.
LE EXPO CON MAGGIOR PRESENZE E CON IL MAGGIOR NUMERO DI PAESI PARTECIPANTI
Il record di presenze si è registrato per l’Expo di Shanghai in Cina nel 2010: 73 milioni di visitatori in cinque mesi. Al secondo posto, come presenze, si piazza un’altra edizione in una città dell’Oriente, a Osaka in Giappone nel 1970 con 64 milioni di visitatori. Poi l’Expo di Montreal nel 1967 dove si registrarono 50 milioni di presenze. Altrettanto furono in una delle prime Expo, nel 1900 a Parigi. A Milano, nel 2015, furono invece 21,5 milioni.
Il numero dei paesi partecipanti: a Saint Louis nel 1904 erano 60, a New York nel 1939 erano 55, a Osaka nel 1970 erano 77, a Siviglia nel 1992 erano 112, ad Hannover nel 2000 erano 155, a Shanghai nel 2010 erano 190, a Milano nel 2015 ci fu un balzo indietro con 139 paesi partecipanti. All’ultima a Dubai, nel 2021, presero parte 192 paesi.
I numeri degli Stati che fanno parte del Bie: erano 12 nel 1931 poi scesi a 9 subito dopo la Seconda Guerra mondiale nel 1947. Poi un aumento progressivo, passando dai 30 del 1963, ai 45 del 1993, 89 nel 2002 fino ai 182 di oggi.
L’EXPO SI STA SPOSTANDO VERSO IL MEDIO ORIENTE E OLTRE
Dal 1851 al 2030 si contano 37 edizioni di World Expo, di cui 21 in Europa. Poi Stati Uniti, Giappone, Canada, Australia. La geopolitica si misurava già allora anche attraverso le Esposizioni universali. Mentre l’Inghilterra perdeva centralità durante la seconda metà dell’Ottocento, la Francia riusciva a imporsi. Basta vedere il numero di edizioni delle Expo che Parigi ospitò: ben cinque (1855, 1867, 1878, 1889 e 1900) contro le due londinesi (1851 e 1862).
Dopo il periodo delle due Guerre mondiali, l’Occidente mantenne la sua primazia. Dal 2005 emerge chiaramente come il baricentro si stia spostando sempre più verso l’Oriente e il Medio Oriente: Giappone (Aichi 2005), Cina (Shanghai 2010), Italia (Milano 2015), Emirati Arabi (Dubai 2021), di nuovo Giappone (Osaka 2025) e ora Arabia Saudita (Riad 2030). In Africa e in America Latina non si sono ancora mai tenute Expo (ad eccezione dell’Expo 1949 tenutasi a Port au Prince nel 1949).
LA CONVENZIONE DI PARIGI DEL 1928 E LE SUCCESSIVE MODIFICHE
La Convenzione Internazionale del 1928 è la cornice che disciplina e definisce le modalità di svolgimento dell’Expo e le responsabilità degli organizzatori e dei partecipanti alle mostre internazionali. Per garantirne l’applicazione venne creato, nello stesso anno, il Bureau International des Expositions, ente organizzatore ufficiale delle Esposizioni universali. Successivamente sono intervenuti due protocolli – il primo firmato nel 1948 e il secondo nel 1966. Si provvide inoltre a una profonda revisione della Convenzione, che si concluse nel 1972 con la firma del protocollo, entrato in vigore il 9 giugno 1980. Infine, si resero necessari due nuovi emendamenti, nel 1982 e nel 1988, per aggiornare la Convenzione e soprattutto per ridefinire le categorie espositive.
L’ultima fase della BIE, dal 1996 ad oggi, è regolata dal protocollo del 1988 con nuove direttive, tra cui la classificazione delle Esposizioni in International Registered Exhibition, o World Expo, e in International Recognised Exhibition, o Specialised Expo.