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Etf Euronext

ETF Euronext e Borsa Italiana, se Forza Italia si dimentica l’europeismo

ETF, Euronext e Borsa Italiana: si infiamma il dibattito politico, Tajani pronto a chiedere la Golden Power su Borsa Italiana. Ma Forza Italia come la pensava cinque anni fa?

Solo cinque anni fa Borsa Italiana passava dalla proprietà del London Stock Exchange a quella del gruppo Euronext, tutto ciò accadeva come conseguenza della condizione posta dalla Commissione Europea per l’acquisizione della banca dati Refinitiv.

Borsa Italiana, è bene menzionare in questo contesto, aveva perso la sua italianità già nel lontano 2007. Oggi la questione torna prepotentemente di attualità, visto che da qualche giorno a questa parte assistiamo ad un forte attivismo di Forza Italia e direttamente del suo coordinatore, Antonio Tajani, che è anche vice presidente del Consiglio, oltre che Ministro degli Affari Esteri.

Tajani da sempre convinto europeista non risparmia i suoi strali contro Parigi e contro l’Olanda ed è arrivato persino ad invocare la Golden Power, dalle colonne di Milano Finanza, per difendere il ruolo di Borsa Italiana. Ma come mai accade tutto questo? Andiamo a ritroso per capire cosa sta succedendo oggi.

COSA SOSTENEVA FORZA ITALIA 5 ANNI FA

Iniziamo dalla posizione di Forza Italia nella ricostruzione storica del passaggio di Borsa Italiana al Gruppo Euronext. Ecco cosa dichiarava Sestino Giacomoni, esponente del partito fondato da Silvio Berlusconi, all’epoca Presidente della Commissione di Vigilanza su CDP ed attuale numero uno di Consap S.p.a.: “L’acquisto di Borsa Italiana da parte di Euronext con il contestuale ingresso di Cassa Depositi e Prestiti è un punto di forza per il Paese” (fonte: Teleborsa).

E GLI ALTRI PARTITI CHE DICEVANO? GUALTIERI, LEGA E M5S

L’integrazione in Euronext, vista come il primo passo verso la Capital Markets Union, venne salutata con entusiasmo dall’allora ministro dell’Economia Gualtieri, che in un’intervista del 10 ottobre 2020 rilasciata a MF dichiarava: “Il nuovo gruppo, unendo i punti di forza di Euronext e Borsa Italiana grazie alla complementarietà delle rispettive aree di business, potrà fornire una decisa spinta al progetto di realizzazione della Capital Markets Union, sostenendo allo stesso tempo le economie locali”.

Si sollevarono alcuni dubbi sulla scelta del partner (oltre a Euronext concorrevano all’operazione anche l’Elvetica Six e Deutsche Boerse). Scettici all’epoca furono sia la Lega che Il Movimento 5 Stelle, all’epoca quest’ultimo forza di Governo.

COSA SOSTIENE OGGI TAJANI

Ora invece, con un lustro di ritardo, il numero uno di Forza Italia, Antonio Tajani, afferma che Euronext sarebbe colpevole di voler spostare il mercato degli ETF (acronimo di Exchange Traded Funds) dall’Italia all’Olanda in un’operazione che assomiglia ad una specie di scippo finanziario. Milano per Tajani deve diventare la piazza più importante nell’alveo del gruppo Euronext, proprio per quanto riguarda gli ETF.

“Come segretario di Forza Italia sono pronto a proporre a Giorgetti l’applicazione della norma sul Golden Power in Euronext. Milano è un centro finanziario e industriale europeo, l’Italia non può avere aziende proprie quotate ad Amsterdam e Parigi. Borsa Spa non può essere solo formalmente la piazza finanziaria del Paese e poi essere svuotata di fatto…” afferma con forza dalle colonne di Milano Finanza nell’intervista a Elena Del Maso.

Di Euronext, cinque anni fa “un punto di forza per il Paese” (Giacomoni dixit), mano a mano si stanno perdendo le tracce.

Infatti Tajani rincara la dose sempre a Milano Finanza: “Milano non può quindi essere declassata a succursale finanziaria di altri Paesi perché ha requisiti per essere una grande piazza di economia reale e finanziaria”.

L’ANALISI DI TAJANI È COMPLETA?

Eppure manca un aspetto fondamentale nell’analisi del Ministro degli Esteri. In molti si chiedono a quanto ammontano le tariffe per gli emittenti di ETF: quelle imposte da Consob sono forse tra le più care d’Europa, sicuramente più salate di quelle applicate in Francia e Olanda.

Consob peraltro sta effettuando le due verifiche da cui è sorta questa polemica: una su Borsa Italiana S.p.A. e l’altra su Monte Titoli S.p.A., ispezioni che hanno inusitatamente varcato la soglia degli uffici, per approdare sino alle pagine dei giornali.

UNA DOMANDA PER TAJANI (ANZI DUE)

Ma Tajani perché non chiede l’abbassamento delle tariffe o una ristrutturazione di Consob? Non è che per caso dietro gli Etf in Euronext si nasconde un contrasto tutto politico con la Lega e il Ministro dell’Economia, anche rinunciando all’europeismo da sempre saldo punto di riferimento del nostro ministro degli Esteri?

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