Fratelli d’Italia tira per la giacca il presidente della Camera Fontana, chiedendogli di sollevare davanti alla Consulta il conflitto di attribuzione sulla decisione del Consiglio di Stato sui balneari
Anche il tema dei Balneari entra a pieno titolo in campagna elettorale e mette in imbarazzo la stessa presidenza della Camera dei Deputati. E’ Fratelli d’Italia a tirare per la giacchetta il presidente ‘leghista’ di Montecitorio Lorenzo Fontana: il Consiglio di Stato – è la tesi di FdI – ha “invaso” la sfera legislativa del Parlamento con la sua ultima sentenza sulle concessioni Balneari, per questo chiede alla Camera di sollevare davanti alla Corte costituzionale il conflitto di attribuzione.
FDI CONTRO IL CONSIGLIO DI STATO E TIRA PER LA GIACCA IL ‘LEGHISTA’ FONTANA
La richiesta è scritta nero su bianco in una lettera del capogruppo Tommaso Foti inviata all’inquilino più alto della Camera dei Deputati. Il partito della premier Giorgia Meloni tenta quindi una nuova mossa nella complessa battaglia politico-legale sulla messa a gara delle spiagge, di fronte alla settima sezione del massimo organo della giustizia amministrativa che ha definito le proroghe generalizzate “illegittime anche perché contrastanti con la direttiva Bolkestein”.
Secondo Foti, sottolinea la giurista Vitalba Azzolini sul Domani, ‘le pronunce del Cds contraddicono “lo spirito stesso della legislazione di derivazione comunitaria, che prevede che una Direttiva (in questo caso la Bolkestein) venga recepita con specifiche norme di legge”. Forse Foti non rammenta – prosegue Azzolini – che l’Adunanza plenaria del Cds, nel 2021, si era già espressa sulla diretta applicabilità della direttiva Bolkestein; le norme di quest’ultima sono cioè sufficientemente dettagliate e non richiedono l’intervento del legislatore per essere applicate. Per cui le norme nazionali che contrastano con la direttiva – conclude la giurista – devono essere disapplicate dai giudici nazionali’.
In ogni caso gli uffici della Camera stanno studiando il delicato dossier, senza grandi precedenti perché la maggior parte di vicende simili riguarda casi di immunità parlamentare. Serviranno almeno ventiquattro ore, non è escluso che il tema venga trattato nelle prossime ore dalla capigruppo o più facilmente in un ufficio di presidenza.
LA LEGA SNOBBA L’INIZIATIVA SUI BALNEARI DEL PARTITO DELLA MELONI
Le opposizioni parlano di “farsa” (M5s), “caos di cui è responsabile il governo” (Avs) e “presa in giro” (Iv). “Mi auguro che Fontana non dia seguito alla richiesta propagandistica della maggioranza”, l’auspicio di Benedetto Della Vedova (+Europa).
Il tema vede da sempre compatto il centrodestra ma, a parte un plauso dell’azzurra Deborah Bergamini, FI e Lega non si sono espresse sulla mossa del partito della premier Giorgia Meloni. ‘Distorsioni, possono obiettare i maliziosi, di una campagna elettorale in cui anche fra alleati – annota l’Ansa – ciascuno cerca di sventolare una bandiera e malvolentieri sfila sotto quelle degli altri’.
LEULTIME SENTENZE SUL DOSSIER BALNEARI
Da tempo gli imprenditori Balneari chiedono all’esecutivo un quadro normativo chiaro, dopo che il Consiglio di Stato ha bocciato la proroga al 31 dicembre 2025 dei bandi prevista nel Milleproroghe dal governo Meloni. Come ricordato nell’ultima sentenza, le concessioni sono scadute a fine 2023, con la possibilità di una proroga tecnica di un anno “in caso di difficoltà nel completamento della gara”, secondo quanto stabilito dalla legge sulla concorrenza del governo Draghi nel 2022.
Durante il combattuto esame di quel provvedimento in Parlamento, due anni fa di questi tempi la Consulta dichiarò inammissibile il ricorso di sette parlamentari di FdI (primo firmatario il deputato Riccardo Zucconi, seconda Meloni) contro un’altra sentenza del Consiglio di Stato, che fissava la scadenza delle concessioni al 2023 e non al 2033, traguardo previsto invece nel 2018. Il motivo: “Difetto di legittimazione dei ricorrenti a far valere prerogative non loro, ma della Camera di appartenenza”.
COSA ACCADE NEGLI ALTRI PAESI EUROPEI
In altri Paesi europei come Croazia, Grecia e Francia – ricorda il giornale online di settore l’Agenzia di Viaggi Mag– vengono regolarmente indette le gare richieste dalla direttiva Bolkestein, mentre ci sono Paesi come laSpagna dove non esiste affatto il concetto di concessione demaniale e altri come il Portogallo, dove vige una sorta di “prelazione” a vantaggio di chi già detiene una gestione e infatti è lo Stato che ha già subìto la procedura d’infrazione da parte dell’Ue. Intanto sono partite le ispezioni dei tecnici che a Rimini stanno facendo le rilevazioni per l’individuazione lungo l’intero arenile delle aree oggetto di concessione.
A CHE PUNTO SIAMO SUL DOSSIER BALNEARI?
Con il passare degli anni il caos è aumentato, la Commissione europea ha mandato più avvertimenti, la procedura di infrazione è aperta e il deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia europea sarà il prossimo passo senza un’intesa fra Roma e Bruxelles.
Le interlocuzioni proseguono ma governo e maggioranza per ora insistono sul fatto che la risorsa spiaggia non sia scarsa (requisito che consentirebbe di non applicare la Bolkestein) in base a una mappatura realizzata dal tavolo tecnico aperto a Palazzo Chigi ma contestata dalla Commissione Ue. E nel frattempo l’Antitrust ha diffidato diversi Comuni a procedere con le gare. FdI ora cerca un appiglio in Fontana e nella Corte costituzionale. Resta da capire se sarà l’ultima spiaggia, come titola oggi anche il manifesto.