Si riaprono i giochi in Liguria dopo che il governatore Toti ha deciso di dimettersi, in pole come candidato successore Rixi per il centrodestra e Orlando per il centrosinistra
Agli arresti domiciliari dal 7 maggio, accusato di corruzione, il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti lascia dopo 80 giorni. Si è dimesso. “Mi assumo la responsabilità di chiamare alle urne i cittadini nei prossimi tre mesi” ha scritto in una lettera pubblica, nella quale ha attaccato anche le opposizioni per “assenza di civiltà giuridica”.
LA LIGURIA ALL’ELECTION DAY A OTTOBRE CON EMILIA ROMAGNA E UMBRIA?
Con le dimissioni del presidente della Regione decade automaticamente la giunta regionale e si procede allo scioglimento anticipato del Consiglio regionale. Da quel momento i vari organismi istituzionali, tra cui il presidente facente funzioni, entrano in regime di prorogatio rimanendo in carica per l’ordinaria amministrazione e per gestire il periodo transitorio fino all’insediamento degli organismi rinnovati dopo il voto.
Le elezioni si svolgeranno entro 90 giorni dalla data delle dimissioni. La deadline è il prossimo 24 ottobre. Ma è probabile che il Governo nazionale decida per un election day accorpando le altre regioni al voto in quel periodo, e quindi anche Emilia Romagna e Umbria.
NEL CENTRODESTRA BANCO DI PROVA, LA CARTA RIXI
La contesa ligure non arriva in un buon momento per il centrodestra. Le lotte intestine tra gli alleati sono all’ordine del giorno, tra sgambetti e forzature sui provvedimenti in Parlamento (dal decreto sulle liste d’attesa alle carceri fino all’autonomia differenziata) e sulle altre partite politiche (come sulle nomine Rai). C’è il rischio che anche il confronto sul prossimo candidato sia risucchiato da queste dinamiche.
Uno dei nomi di maggior rilievo è senza dubbio quello del leghista Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture, che tra l’altro nel 2015 aveva ritirato la sua candidatura in campagna elettorale per cedere il posto proprio a Toti. C’è poi il nome di Marco Scajola, assessore regionale all’Urbanistica.
LE POSSIBILI RIVENDICAZIONI DI FDI E IL RUOLO DELLA LISTA CIVICA DI TOTI
Tutto passerà ovviamente dalle intenzioni di Fratelli d’Italia, se vorrà rivendicare la guida della Regione (nelle scorse settimane si era fatto il nome, senza tanto entusiasmo, di Massimo Nicolò, medico oculista, già vicesindaco di Genova nonché responsabile salute di FdI in Liguria) oppure avere un atteggiamento inclusivo e, quindi, cedere la candidatura alla presidenza della giunta ligure agli alleati.
Tra i quali, da non sottovalutare, ci sono i totiani. Nei giorni scorsi il gruppo in Consiglio regionale ha cambiato ufficialmente nome, passando da “Cambiamo con Toti presidente” a “Lista Toti Liguria”. Il fedelissimo di Toti, l’assessore Giampedrone, ha fatto sapere che “saremo ancora decisivi alle prossime regionali. Il centrodestra ligure non potrà non considerare come un alleato fondamentale e un interlocutore indispensabile la nostra lista civica”.
DAL M5S A RENZI, A SINISTRA PROVE DI CAMPO LARGHISSIMO?
Per il centrosinistra, invece, potrebbe essere la grande occasione per provare a dare forma a quel tentativo di campo larghissimo di cui tanto si parla negli ultimi giorni. Complice anche la manifestazione di una settimana fa a Genova dei partiti del centrosinistra, proprio per chiedere le dimissioni di Toti, che hanno fatto intendere più volte di volersi unire per dare un’alternativa alla Regione. Complice anche l’euforia dopo la Partita del Cuore (e l’abbraccio tra Schlein e Renzi) e complice anche l’ennesimo cambio di rotta e di strategia del leader di Italia Viva che ha annunciato di voler recitare il ruolo di ala blairiana del centrosinistra.
Non a caso proprio oggi, prima che si diffondesse la notizia delle dimissioni del governatore, Renzi ha comunicato che il suo partito – che al Comune a Genova appoggia il sindaco di centrodestra Bucci e che non ha partecipato alla manifestazione del campo largo – “starà insieme al centrosinistra per le regionali, anche in Liguria”.
A non essere per nulla entusiasta della mina vagante Renzi sembra essere il leader del M5S Giuseppe Conte, da anni in dissidio con il senatore di Rignano. Conte, però, non dovrebbe avere nulla da ridire sull’eventuale candidatura di Andrea Orlando, che è stato anche suo ministro all’epoca del governo giallorosa. Il deputato dem già più volte ha manifestato la propria disponibilità a sfidare il centrodestra totiano in Liguria. Tra gli altri nomi che si sono fatti a sinistra in questi mesi anche quello del sindaco di Savona Marco Russo, del senatore grillino Luca Pirondini e del deputato Pd e sindaco di Bogliasco Luca Pastorino.