Governo e relatori presentano gli emendamenti al decreto milleproroghe. Ex Ilva, contact center, SPID e dipendenti pubblici tra gli argomenti trattati. Mancano invece gli emendamenti su prescrizione e concessioni autostradali
Governo e relatori hanno depositato i pacchetti di emendamenti al decreto milleproroghe, rispetto ai quali si rincorrevano rumors ed anticipazioni. Il Governo ha presentato 15 emendamenti propri sul decreto Milleproroghe, i relatori ne hanno depositati 21.
Gli emendamenti del governo
Tra gli emendamenti del governo al decreto milleproroghe spiccano l’assunzione di circa 1.600 ricercatori e la progressione di carriera dei ricercatori universitari a tempo indeterminato in possesso di abilitazione scientifica nazionale, misure sui call center, per il sostegno del reddito per i lavoratori del gruppo ex Ilva e Merloni, misure per il personale dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agenzia delle dogane e monopoli e sulle circoscrizioni in Abruzzo.
Proposta anche anche lo slittamento al 2020 dell’imposta unica dei tributi comunali, interventi nelle zone ad alta pericolosità o rischio idraulico, la banca dati informatizzata dell’Inail. Infine, il pacchetto contiene anche misure in materia di personale e organizzazione relative al ministero della Giustizia, della Salute e del Lavoro, mentre un singolo emendamento esclude le assunzioni di personale scolastico e di quello dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica dalle norme previste per le graduatorie dei concorsi pubblici.
Sempre il Governo ha presentato un emendamento al decreto milleproroghe sulle regole dello SPID, ovvero l’identità digitale della Pubblica amministrazione, che dovrebbe diventare gratuito e più sicuro, e crea il Sistema comune d’identificazione (Scid), ovvero un ‘filtro’, tramite la carta d’identità elettronica per verificare il possesso delle abilitazioni per il rilascio. Viene poi riformulato il Cad, il Codice dell’amministrazione digitale, con l’obiettivo si snellire le procedure legate alla gestione dell’identità digitale.
Gli emendamenti dei relatori al decreto milleproroghe
Tra le modifiche dei relatori c’è la misura che anticipa una parte dell’indennizzo per gli azionisti e gli obbligazionisti danneggiati dalla liquidazione coatta delle banche poste in liquidazione prima del 2018. Tra le proposte anche la possibilità per gli addetti amministrativi e tecnici del Mit di essere abilitati ad effettuare gli esami di idoneità per il rilascio della patente C1, C1E, C, CE, D1, D1E, D, DE; la misura – si legge nella proposta – serve per evitare la necessità di prorogare il periodo di validità del foglio rosa e garantire la funzionalità degli uffici della Motorizzazione civile. Inoltre, sempre i relatori propongono l’attuazione della sentenza della Consulta n.4 del 2020 in materia delle anticipazioni di liquidità da parte degli enti locali: una modifica dovrebbe stabilire che gli enti locali accantonino il fondo anticipazione di liquidità nel risultato di amministrazione al 31 dicembre 2019 per un importo pari all’ammontare complessivo delle passività pregresse iscritte in bilancio e non ancora rimborsate.
Non si parla di prescrizione
La “mina” prescrizione – su cui Italia viva e Forza Italia hanno presentato emendamenti per rinviare la riforma Bonafede – nei giorni scorsi è stata momentaneamente aggirata accantonando l’articolo 8 del testo, quello sulla Giustizia, ma il nodo prima o poi verrà al pettine. Lo stallo nella maggioranza – dove non c’è accordo e la tensione tra renziani e Movimento 5 stelle è alta – ha cancellato anche un vertice ad hoc, inizialmente convocato per ieri sera: ci si vedrà solo quando una bozza di intesa sarà matura.
Nodo concessioni ancora da scogliere
Non ancora risolto anche il caso Autostrade-concessioni: tra le norme inserite nel decreto c’è un articolo che cambia le regole per la revoca delle concessioni autostradali. Nella maggioranza il Pd sembra aver “sposato” la linea dura M5s, da sempre a favore della revoca dopo la tragedia del Ponte Morandi, mentre Italia viva continua a pensarla diversamente, e ha presentato – insieme a Forza Italia – emendamenti di segno opposto (ma c’è da segnalare che ultimamente il clima tra Aspi e Governo sembra più disteso). Due situazioni che creano incognite sull’iter del Milleproroghe, che ha molti emendamenti da smaltire ed è all’ordine del giorno in commissione (oggi sedute alle 9,30 e alle 14) fino a domani, quando si dovrebbe concludere l’esame nella I e V di Montecitorio. L’approdo in aula è previsto lunedì 10 febbraio, e successivamente il testo passerà in Senato. Il decreto scade il 29 febbraio, quindi è probabile che verranno apportate modifiche solo alla Camera.