L’insegnante attivista Ilaria Salis correrà alle Europee con Avs. Ecco quali conseguenze avrà la decisione della candidatura per la sua eventuale immunità parlamentare e per il processo
Ilaria Salis ha firmato la candidatura alle Europee: è pronta a correre nelle liste di Avs, Alleanza Verdi e Sinistra per le elezioni di giugno, come capolista del Nord Ovest. A lanciare l’indiscrezione, poi confermata, era stato Il Foglio. Il corpo diplomatico italiano ha proceduto all’autenticazione della firma per l’accettazione della candidatura. L’insegnante attivista italiana si trova in carcere da 13 mesi in Ungheria per lesioni nei confronti di due militanti di estrema destra.
PERCHE’ AVS HA DECISO DI CANDIDARE ILARIA SALIS
Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno spiegato che Avs “in accordo con Roberto Salis ha deciso di candidare sua figlia Ilaria, detenuta in Ungheria, in condizioni che violano gravemente i diritti delle persone, nelle proprie liste alle prossime elezioni europee”. In queste ore i vertici di Avs “stanno discutendo le modalità di questa scelta che vuole tutelare i diritti e la dignità di una cittadina europea, anche dall’inerzia delle autorità italiane per ottenere una rapida scarcerazione in favore degli arresti domiciliari negati con l’ultima decisione dai giudici ungheresi”.
L’idea, si legge nella nota diffusa dal partito, “è che intorno alla candidatura di Ilaria Salis si possa generare una grande e generosa battaglia affinché l’Unione Europea difenda i principi dello Stato di diritto e riaffermi l’inviolabilità dei diritti umani fondamentali su tutto il suo territorio e in ognuno degli stati membri. Il nostro è un gesto che può servire a denunciare metodi incivili di detenzione, soprattutto verso chi è ancora in attesa di un giudizio”.
QUALI CONSEGUENZE DELLA CANDIDATURA DI ILARIA SALIS?
Cosa accade adesso e cosa succederà in caso di elezione o meno di Ilaria Salis all’Europarlamento? Di “incerte conseguenze” per quanto riguarda la sua situazione processuale parla Gyorgy Magyar all’Ansa, l’avvocato ungherese dell’attivista. “In Ungheria l’immunità parlamentare scatta già dal momento della candidatura, ma non so come sia regolata la materia in Italia. Certo, in caso fosse eletta eurodeputata, le spetterebbe l’immunità, e la Corte ungherese per poter proseguire il processo penale a suo carico dovrebbe chiedere la sospensione dell’immunità stessa. Spetterebbe allora al futuro Parlamento europeo di pronunciarsi sul caso”, continua Magyar. Visto che i fatti giudicati nel processo sono precedenti all’elezione, è però incerto quale sarebbe la reazione della Corte: ossia se – nella sua interpretazione – l’immunità sia applicabile o meno, ha argomentato Magyar aggiungendo che la difesa comunque potrà sollecitare la Corte a pronunciarsi in proposito.
LE REGOLE UE PER LA SCARCERAZIONE SE SALIS VENISSE ELETTA
Aggiunge Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera: “Se Salis non venisse eletta, quindi, tutto resterebbe com’è, sebbene la propaganda filogovernativa ungherese potrebbe approfittarne per sostenere che nemmeno gli italiani vedono di buon occhio una loro connazionale che va a commettere reati all’estero e poi si lamenta per le conseguenze. Qualora invece l’insegnante dovesse vincere la corsa, il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea prevede esplicitamente che gli eletti a Strasburgo «beneficiano, sul territorio di ogni altro Stato membro, dell’esenzione da ogni provvedimento di detenzione e da ogni procedimento giudiziario».
Dunque la magistratura ungherese dovrebbe prima scarcerarla e poi eventualmente chiedere all’Europarlamento di autorizzare un nuovo arresto, oltre che la prosecuzione del processo a suo carico. Ma lo stesso Magyar ammette che siccome le imputazioni si riferiscono a fatti precedenti, resta in certa l’interpretazione della Corte di Budapest se applicare o meno l’immunità”.
ILARIA SALIS RISCHIA DI NON USCIRE LO STESSO DI GALERA NONOSTANTE LA CANDIDATURA
Il Fatto quotidiano ha raccolto le argomentazioni di Aurora D’Agostino dell’associazione Giuristi democratici, la quale si dice convinta che “sễ eletta al Parlamento europeo Ilaria Salis lascerà il carcere”. Così sembra del resto secondo l’articolo 7 del “Protocollo sui privilegi e l’immunità”: “Nessuna restrizione di ordine amministrativo o di altro genere è apportata alla libertà di movimento dei membri del Parlamento europeo”. Più cauto – racconta sempre Cannavò sul Fatto quotidiano – Gyorgy Magyar, l’avvocato ungherese di Salis. Nel caso di sua elezione infatti, le spetterebbe l’immunità regolata dall’articolo 9 del Regolamento europeo, ma in ogni caso è il Parlamento stesso che delibera sulla base di leggi nazionali. L’Ungheria ha leggi che prevedono l’immunità anche ai candidati, ma Salis è una candidata italiana.
(…) L’articolo 1 del regolamento, del resto, prevede la possibilità per “un’autorità competente di uno Stato membro” o del “procuratore capo europeo” di revocare l’immunità di un de-putato, comunicandola all’Aula che la passa alla commissione competente, gli Affari giuridici. Così è stato nel caso di Eva Kaili, arrestata in seguito allo scandalo sui fondi del Qatar. L’immunità è stata revocata anche in base alle norme del “Protocollo” secondo le quali “il reato non si riferisce a opinioni o voti espressi nell’esercizio delle sue funzioni” e “l’immunità non può essere invocata nel caso di flagrante delitto”. Questione che secondo l’accusa vale anche per Salis”, conclude il Fatto quotidiano.