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Cosa prevede il nuovo decreto Sicurezza 

Accompagnato sin dalla genesi dalle polemiche, il governo ha deciso di assorbire il ddl sulla Sicurezza in un provvedimento d’urgenza. Ecco le novità

Sicuramente non è nato sotto una buona stella. Stiamo parlando del provvedimento sulla sicurezza fortemente voluto dal governo Meloni, e dalla Lega di Salvini in particolare, che ha cambiato diverse vesti nell’ultimo anno. Passando da disegno di legge a decreto legge, e approvato nel corso dell’ultimo Consiglio dei ministri.

Il testo, composto da 34 articoli, ingloba molte disposizioni già previste nel ddl in discussione al Senato e, allo stesso tempo, introduce modifiche rilevanti in diversi ambiti: da una stretta sull’accattonaggio alle aggravanti per le truffe agli anziani, dagli sgomberi lampo per le case all’autorizzazione per gli agenti dell’intelligence sotto copertura a dirigere gruppi terroristici, dalla restrizione sulla coltivazione della canapa al sostegno economico per le spese legali di agenti e militari che affrontano procedimenti penali. E ancora, dalla vendita di SIM ai cittadini stranieri alle misure per le detenute madri, fino alla gestione delle proteste contro le opere pubbliche.

Governo e maggioranza hanno recepito numerosi rilievi avanzati dal Quirinale. Ciononostante, il provvedimento anche nelle ultime ore è stato bersagliato da varie critiche, dall’Associazione nazionale magistrati fino alle associazioni degli agricoltori, sicuramente più ‘vicini’ al governo di centrodestra rispetto al sindacato delle toghe.

STOP ALL’OBBLIGO PER LE PA DI COLLABORARE CON I SERVIZI SEGRETI

Una delle modifiche più rilevanti riguarda la cancellazione dell’obbligo per le pubbliche amministrazioni (e le società partecipate o concessionarie di servizi pubblici) di fornire informazioni ai servizi di intelligence. Viene eliminata questa disposizione dal ddl in discussione in Senato, lasciando però invariata la facoltà per gli agenti del DIS, dell’AISE e dell’AISI di partecipare ad associazioni sovversive o mafiose in funzione di infiltrazione e controllo.

CARCERI, CHIARIMENTI SUL REATO DI RIVOLTA

Il decreto mantiene la contestata norma sulla resistenza passiva, applicabile in caso di disordini in carceri e centri per il rimpatrio (Cpr). Anche condotte non violente, se tali da ostacolare l’azione delle forze dell’ordine, potranno essere punite con pene da uno a cinque anni, purché gli ordini disattesi siano impartiti “per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza”. Rimangono esclusi dal provvedimento i centri del sistema Sai per richiedenti asilo e i minori stranieri non accompagnati.

INASPRITE LE PENE PER CHI OSTACOLA OPERE STRATEGICHE

Infine, viene rafforzata la norma contro chi ostacola la realizzazione di infrastrutture strategiche. Rispetto al ddl, la pena per chi usa violenza o minaccia contro pubblici ufficiali con lo scopo di impedire tali opere aumenta della metà (e non più solo di un terzo).

La nuova formulazione del decreto chiarisce inoltre quali infrastrutture rientrano nel perimetro: quelle destinate all’erogazione di energia, trasporti, telecomunicazioni e altri servizi pubblici, escludendo la generica definizione di “opera pubblica” che aveva suscitato critiche.

COSA PREVEDE LA NUOVA NORMA SULLA RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE

Viene corretta anche una norma contestata sul piano del diritto penale: nel ddl originario, le aggravanti nei reati di resistenza o aggressione a pubblico ufficiale avrebbero prevalso automaticamente sulle attenuanti generiche. Il Quirinale ha ritenuto la previsione contraria ai principi di equità: la nuova formulazione prevede ora che il giudice debba sempre valutare anche le circostanze attenuanti.

SIM SOLO CON DOCUMENTI VALIDI,  SANZIONI AI NEGOZI NON IN REGOLA

Secondo l’articolo 32 della bozza, i cittadini extra-Ue potranno acquistare SIM telefoniche solo esibendo titolo di soggiorno, passaporto, o altro documento di riconoscimento valido. Gli esercenti autorizzati alla vendita che non rispettano le procedure di identificazione rischiano la chiusura dell’attività da 5 a 30 giorni. Il decreto prevede inoltre che chi utilizza false generalità per ottenere una SIM (reato previsto dall’articolo 494 del Codice penale) venga interdetto dal contrattare con gli operatori telefonici per un periodo da sei mesi a due anni.

SOLO CUSTODIA ATTENUATA PER DONNE INCINTE CON FIGLI PICCOLI

Sul fronte delle misure cautelari, il provvedimento stabilisce che una donna incinta o madre di un figlio minore di un anno possa essere detenuta esclusivamente in un istituto a custodia attenuata per detenute madri. Lo stabilisce una modifica all’articolo 285-bis del Codice di procedura penale.

Tuttavia, la bozza introduce anche una nuova norma, l’articolo 276-bis, che consente di trasferire in carcere una detenuta madre in caso di evasione, tentata evasione o comportamenti pericolosi per l’ordine pubblico. In questo caso, il figlio non potrà seguirla, salvo che ciò corrisponda al suo interesse preminente. In assenza, la decisione sarà comunicata ai servizi sociali.

 

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