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Coronavirus, ecco cosa chiede Confcommercio al governo per servizi professionali (in perdita di 4 mld)

Secondo una ricerca condotta da Asseprim-Confcommercio e Format Research potrebbero venire a mancare 87mila posti di lavoro e circa 30mila imprese potrebbero chiudere

Sono cifre da far paura quelle che riguardano il futuro prossimo dei servizi professionali alle imprese: perdita di quasi 4 miliardi di valore aggiunto e di quasi 90 mila posti di lavoro. A comunicarli è Confcommercio che tramite la sua federata Asseprim (Federazione dei servizi professionali) e Format Research ha svolto un focus d’approfondimento sugli effetti della pandemia per le aziende del settore che svolgono perlopiù consulenza aziendale e attività finanziarie. Al momento quello che si è potuto osservare riguarda sia gli effetti diretti derivanti dall’obbligo di sospensione dell’attività, sia quelli indiretti come il crollo — in alcuni casi un vero e proprio azzeramento — del volume di affari patito dalle imprese che hanno potuto proseguire l’attività.

LE PRINCIPALI EVIDENZE DELL’INDAGINE

Le aziende che operano nel settore sono 767mila e coprono il 23% dei 3,3 milioni di imprese del terziario. Tra queste è la consulenza aziendale con 567mila imprese l’ambito più rappresentato, seguito dalla rappresentanza delle attività finanziarie (oltre 100mila) e dalle imprese di comunicazione e marketing (74mila). Completano il comparto le imprese del settore audiovisivo, delle risorse umane, delle ricerche di mercato. Proprio le imprese che operano nelle ricerche di mercato, attività di pubblicità, comunicazione ed eventi, produzione audiovisiva sono state costrette a chiudere e hanno ripiegato — quando possibile — su canali alternativi come lo smart working. Molte altre hanno potuto proseguire la propria attività (imprese finanziarie, editoria, gran parte della consulenza aziendale) ma nonostante questo tutte le imprese hanno patito gli effetti del periodo di stop obbligato nei mesi di marzo e aprile. Dunque per il 2020 i numeri non lasciano scampo: se la perdita di valore aggiunto si aggirerà intorno ai 4 miliardi, i posti di lavoro che si rischia di perdere per la strada sono 87mila e le aziende che potrebbero chiudere sono circa 30mila.

IL COMMENTO DI ASSEPRIM-CONFCOMMERCIO

Per chiedere attenzione al comparto Asseprim-Confcommercio ha indirizzato una lettera aperta al Governo e ai media in modo da “richiamare l’attenzione sulle conseguenze che possono derivare dalla crisi di un settore che assicura oltre 2,5 milioni di posti di lavoro” spiega Umberto Bellini, presidente della federazione. “Il rischio, serio e più che concreto, è quello di un impoverimento del mercato, nei prezzi e nei contenuti. Per questo servono misure immediate ed efficaci per sostenere la liquidità delle imprese del settore, e garantirne la continuità aziendale, e per limitare il peso delle imposte, attraverso differimenti di scadenze e rateizzazioni”.

LA LETTERA DI ASSEPRIM-CONFCOMMERCIO E LE PROPOSTE

Nella missiva indirizzata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e per conoscenza al ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, e al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, Bellini si fa parte attiva “con spirito propositivo” e presenta la sua ricetta: “Chiediamo con forza misure immediate ed efficaci a sostegno della liquidità per garantire continuità aziendale e misure per limitare il peso delle imposte (tramite differimenti delle scadenze e rateizzazioni). Tutto questo oltre ovviamente alla richiesta di meno burocrazia a partire da una maggior chiarezza nelle normative e nei decreti attuativi”.

Secondo Asseprim-Confcommercio, però, “per ripartire veramente occorre uno sforzo nella divulgazione culturale rispetto all’importanza strategica che rivestono i servizi professionali, inserendo misure impattanti in forma di incentivi a fondo perduto o di Credito d’imposta per chi utilizza tali servizi; siano essi servizi di consulenza strategica o di formazione, servizi di consulenza finanziaria/assicurativa, di comunicazione strategica o di ricerche di mercato”.

 

 

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