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Come funziona la tanto discussa legge Renzi sulla Rai

Cosa prevede la legge sulla Rai del 2015? Quando si sono insediati gli attuali vertici Rai? Domande che meritano una risposta dopo la lettera di Giorgia Meloni a Ursula von der Leyen

Direttamente da Pechino, Giorgia Meloni decide di aprire un caso con la Commissione europea sulla Relazione annuale sullo stato di diritto e dei media, resa pubblica la scorsa settimana e subito sventagliata dalle opposizioni nei confronti del Governo.

La premier italiana ha pensato così di scrivere una dura lettera a Ursula von der Leyen parlando di “contenuto distorto a uso politico”. Nessuna ingerenza sui vertici Rai.

“Attacchi maldestri e pretestuosi”, “fake news” e inaccettabili valutazioni di alcuni media della Relazione, che certa stampa ha “distorto a uso politico”. Nessun collegamento, si mette subito in chiaro, con le parole dal Presidente Mattarella durante la cerimonia del Ventaglio sulla libertà di informazione e sull’indipendenza in particolare del servizio pubblico”. Noi siamo per la libera informazione dopo decenni di lottizzazione” ha detto la premier. “Il Cda è stato nominato quando FdI era all’opposizione”, la precisazione.

QUANDO SI SONO INSEDIATI GLI ATTUALI VERTICI RAI

Come stanno davvero le cose? L’attuale vertice della Rai si è insediato a luglio 2021, sotto il governo Draghi, ed è stato nominato in base alle procedure fissate dalla legge 220 del 2015, durante l’esecutivo guidato da Matteo Renzi. Il Consiglio di amministrazione è composto da sette componenti: due eletti dalla Camera dei deputati e due dal Senato, due designati dal Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Economia (azionista al 99.6% di Viale Mazzini, l’altro socio è Siae); uno designato dall’assemblea dei dipendenti della Rai.

Per i quattro componenti di indicazione parlamentare, la procedura prevede che il bando di selezione venga pubblicato sui siti Internet di Camera e Senato e della stessa Rai almeno 60 giorni prima della nomina e le candidature arrivino almeno 30 giorni prima, con la pubblicazione dei curricula sugli stessi siti. Su Policy Maker mag abbiamo pubblicato l’elenco di tutte e candidature pervenute.

Anche per il componente eletto dai dipendenti è prevista una procedura di selezione – organizzata dal cda uscente – con avviso pubblico e presentazione delle candidature (in questo caso, a Viale Mazzini è già stato confermato il consigliere uscente Davide Di Pietro).

LE DIMISSIONI DI FUORTES NL 2023 E IL DUOPOLIO SERGIO-ROSSI

Quello che viene omesso nella lettera di von der Leyen è che l’8 maggio del 2023, in pieno governo Meloni, l’amministratore delegato Carlo Fuortes (nominato nel 2021) si dimise. Ecco cosa scriveva l’Ansa allora: “Ora il governo Meloni può archiviare la gestione figlia dell’esecutivo guidato da Mario Draghi e nominare, probabilmente già questa settimana, uomini di propria fiducia al vertice della tv pubblica”.

E infatti, pochi giorni dopo ecco ‘l’avvicendamento: “Un manager Rai di lungo corso, da quasi sei anni alla guida della Radio che ha spinto sulla strada dell’innovazione e della riconquista del target giovane, e l’ex consigliere di amministrazione in quota Fdi, di formazione storico-umanistica, alfiere della costruzione di un nuovo immaginario italiano che passi anche attraverso la televisione pubblica. Sono Roberto Sergio e Giampaolo Rossi – riferiva sempre l’Ansa il nuovo tandem al vertice dell’azienda dopo le dimissioni di Carlo Fuortes. Il primo è stato designato dal Consiglio dei ministri e oggi è stato nominato amministratore delegato dal consiglio di amministrazione, l’altro sarà scelto subito dopo come direttore generale”.

LA STAFFETTA MANCATA, LA PROMOZIONE DI ROSSI E LE IMPUNTATURE DELLA LEGA

Come ricostruito da tutte le testate, e reso esplicito dallo stesso Sergio, lo schema meloniano inizialmente prevedeva una sorta di staffetta tra Sergio e Rossi che, a distanza di un anno (quindi ora) avrebbero dovuto avvicendarsi nei rispettivi ruoli al rinnovo – per legge – del cda. Invece, in base ai rumors, Rossi (in quota FdI) dovrebbe essere il nuovo amministratore delegato, Simona Agnes (in quota Forza Italia-Gianni Letta) la nuova presidente della Rai (pochi giorni fa si è dimessa Marinella Soldi), mentre dovrebbe rimanere vacante la poltrona di direttore generale (e questo sarebbe uno dei motivi delle impuntature della Lega di Salvini che sta rallentando il rinnovo di tutto il cda).

COME VENGONO ELETTI E NOMINATI IL PRESIDENTE E L’AD DELLA RAI

Come vengono eletti il presidente e l’amministratore delegato della Rai in base alle legge Renzi del 2015?

Il presidente viene eletto dal Cda tra i suoi componenti. La sua nomina però, per essere effettiva, deve essere ratificata dalla commissione di Vigilanza sulla Rai a maggioranza di due terzi dei suoi componenti. L’amministratore delegato – figura con la riforma Renzi ha sostituito quella del direttore generale – è nominato dal Cda su proposta dell’assemblea. Rimane in carica tre anni e comunque non oltre la scadenza del Cda (salva la facoltà di revoca da parte dello stesso consiglio, sentito il parere dell’assemblea).

L’Ad sovrintende all’organizzazione e al funzionamento dell’azienda nel quadro dei piani e delle direttive definiti dal consiglio di amministrazione; provvede alla gestione del personale e nomina i dirigenti di primo livello, acquisendo per i direttori di rete, di canale e di testata il parere obbligatorio del cda (che el caso dei direttori di testata è vincolante se è espresso con la maggioranza dei due terzi); firma gli atti e i contratti aziendali attinenti alla gestione della Società, sottoponendo però all’ok del Cda quelli di carattere strategico e approva atti e contratti aziendali di carattere non strategico che, anche per effetto di una durata pluriennale, abbiano un importo fino a 10 milioni. Il mandato del consiglio di amministrazione dura tre anni e i componenti sono rieleggibili solo una volta. Il rinnovo del Cda viene effettuato entro il termine di scadenza del precedente mandato.

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