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Campania

Chi ha più chance di vincere in Campania? Il report di Vis Factor

Focus sul sentiment web e social sui possibili candidati per le prossime elezioni in Campania, con l’incognita De Luca

Il totonomi è avviato già da tempo. Ma le ultime novità hanno riaperto i giochi, in un campo e nell’altro. E, soprattutto, adesso si inizia a fare sul serio. In Campania è tempo di passare ai fatti per entrambi gli schieramenti in vista delle prossime elezioni. Fuori dai giochi i principali competitor (Vincenzo De Luca per il centrosinistra, dopo la decisione della Consulta sul terzo mandato, e il ministro Matteo Piantedosi per il centrodestra, il quale ha ‘gentilmente’ rifiutato le avances politiche) ci si interroga chi, in concreto, può avere più chance per spuntarla.

E un primo quadro interessante viene fornito da un report di Vis Factor, società che si occupa di consulenza strategica politica e istituzionale fondata da Tiberio Brunetti insieme a Valentina Fontana. Per Fanpage, attraverso “Human”, la sua piattaforma di web e social listening, Vis Factor ha “ascoltato” le conversazioni social generatesi in relazione ai potenziali candidati a governatore della Regione Campania.

NEL CENTROSINISTRA OCCHIO ALL’OUTSIDER RAFFAELE CANTONE

Per quanto riguarda il centrosinistra, come abbiamo raccontato, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi sta assumendo un ruolo di regista nel tentativo di costruire un’ampia coalizione (che, tra l’altro, secondo Vis Factor avrebbe delle ottime chance). I nomi in pole per la candidatura sono Roberto Fico e Sergio Costa, con quest’ultimo più gradito ai deluchiani. L’ipotesi primarie è sul tavolo ma respinta dal Pd nazionale.

A questi ultimi due, testati dal sondaggio, emerge anche un candidabile della società civile: il magistrato Raffaele Cantone, già presidente dell’Anac e oggi procuratore della Repubblica a Perugia. Cantone, secondo il report, con il 37,87% “ha il maggior sentiment positivo: percepito come uomo slegato dai partiti e paladino dell’anticamorra, ricordato per le sue indagini contro il clan dei Casalesi”.

Segue Fico con un gradimento positivo pari al 28,70% e poi Costa con il 26,31%. Se però quest’ultimo somma i giudizi positivi e quelli “neutri”, ovvero né a favore né contro, supera Fico. Dunque fra i pentastellati Fico (sostenuto dal Pd di area Schlein) in testa ma Costa se la gioca: in caso di candidatura dovrebbe solo lavorare di più su com’è percepito dagli elettori potenziali.

L’INCOGNITA SUL RUOLO E SUL PESO DI VINCENCO DE LUCA

La vera incognita rimane però sul ruolo e sul peso che avrà sulle elezioni il governatore uscente De Luca, il quale – a seguito della sentenza “sostanzialmente scontata” come ha definito a Policy Maker il prof. Ceccanti – potrebbe sostenere una lista autonoma (se non addirittura tre). “Paradossalmente – spiega a Fanpage Tiberio Brunetti – anche se la Consulta avesse consentito al presidente De Luca di candidarsi, considerate le condizioni attuali del centrodestra, lo scontro sarebbe stato tra centrosinistra partitico e De Luca. Il presidente uscente conserva un sentiment più alto tra i governatori del Mezzogiorno e primo tra quelli di centrosinistra a livello nazionale. Dunque la presenza o meno dell’uscente è determinante. Ora da quelle parti devono affrontare una questione che è allo stesso tempo semplice e complessa”.

NEL CENTRODESTRA PIANTEDOSI SI SFILA, POCHE CHANCE PER CANDIDATI DI LEGA E FI

Sul fronte opposto, per la candidatura alla presidenza della Regione i nomi circolano ma i tempi sono ancora prematuri, soprattutto dopo la recente sentenza della Consulta che impone prudenza. Il giudizio di fondo è che “ad oggi il centrodestra non è competitivo”.

Piantedosi, come detto, si è sfilato proponendo invece Gianpiero Zinzi della Lega. In quota Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli si è detto disponibile, ma la sua candidatura dovrà essere condivisa da tutta la coalizione. E in casa Forza Italia non ci sono più nomi spendibili dopo che l’uomo forte sul territorio, Fulvio Martusciello, ha deciso di non candidarsi a seguito della nuova inchiesta delle autorità giudiziarie del Belgio che nelle scorse settimane ha portato all’arresto in Italia della sua collaboratrice Lucia Simeone. Non a caso, dalla stessa rilevazione di Vis Factor tra i nomi sui quali si concentra maggiormente il sentiment sul web e sui social non ci sono candidati di FI né del Carroccio.

CIRIELLI AD OGGI E’ IL POLITICO DI CENTRODESTRA CHE POTREBBE AVERE PIU’ CHANCE

Oltre al ministro Piantedosi (primo nel sentiment positivo con il 35,60%), le altre due figure del centrodestra che spiccano nel sondaggio effettuato sono Edmondo Cirielli (28,71%) e Gennaro Sangiuliano (27,91%). Il primo, salernitano di Fratelli d’Italia, oggi viceministro agli Affari Esteri è l’unico nome rilevante tra i papabili politici, mentre l’ex ministro della Cultura, giornalista ed esponente di FdI, gode ancora di buona reputazione nonostante le recenti vicende, ovvero l’affaire Maria Rosaria Boccia.

“L’ultima vittoria del centrodestra in Campania – ricorda sempre Brunetti a Fanpage – risale a 15 anni fa con Stefano Caldoro. Nei successivi 10 anni di governo De Luca il centrosinistra si è espanso e, cosa non secondaria, ha riconquistato Napoli, che comunque precedentemente era amministrata da una coalizione di sinistra con Luigi De Magistris. Al centrodestra servirebbe una scossa molto forte, con una candidatura di rilevanza mediatica nazionale capace di aprire significativamente la coalizione al di fuori dei partiti e contemporaneamente instillare nella classe dirigente e nell’elettorato l’idea di vittoria”.

I TEMI DELLA CAMPAGNA ELETTORALE, TRA SANITA’ E LAVORO

Sula carta, quindi, lo scontro più avvincente, con un risvolto ancora più in chiave nazionale, potrebbe essere quello tra il sindaco di Napoli e presidente Anci Manfredi e il ministro Piantedosi. Destinato però a rimanere soltanto una suggestione, Quanto ai temi, l’analisi dei sentiment social rivela un quadro fortemente negativo: in cima alle preoccupazioni c’è la sanità, seguita da economia, trasporti e lavoro. Solo al quinto posto la sicurezza, tema caro al centrodestra. La cultura, spesso citata nei programmi come leva di sviluppo per la “Campania Felix”, rimane fanalino di coda.

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