Fari accesi sulla cooperativa Medihospes chiamata a gestire le strutture dei centri migranti in Albania
L’apertura dei centri per migranti in Albania, parte dell’accordo con il governo italiano per la gestione dei flussi migratori, ha portato alla ribalta il nome di Medihospes, una cooperativa sociale italiana che si è aggiudicata la gestione di queste strutture. Alla guida di questa operazione c’è Camillo Aceto, un imprenditore il cui nome è già emerso in passato anche in inchieste giudiziarie.
MEDIHOSPES, IL GIGANTE DELL’ACCOGLIENZA
La Medihospes, cooperativa sociale attiva nel settore dell’accoglienza migranti, è uno dei principali attori in Italia, gestendo oltre il 60% dei centri per migranti nel Paese. La società si occupa di circa 3.800 posti letto distribuiti in 26 strutture, e ora ha espanso le sue attività in Albania, vincendo un bando di oltre 133 milioni di euro per la gestione dei nuovi centri previsti dal protocollo siglato tra Roma e Tirana e situati a Shengjin e Gjader.
Qui verranno trasferiti i migranti provenienti da paesi considerati “sicuri”, dopo essere stati soccorsi da navi italiane. I primi ad arrivare sono 16 tra egiziani e bengalesi. La Medihospes si occuperà di garantire vitto, alloggio e servizi essenziali per i migranti, tra cui assistenza medica e altre necessità quotidiane. Il contratto iniziale, della durata di due anni con possibilità di rinnovo, prevede anche la gestione di un centro per richiedenti asilo e un Centro di permanenza per i rimpatri (CPR) a Gjader.
CHI E’ CAMILLO ACETO
Alla guida di Medihospes c’è Camillo Aceto, il cui nome, negli ultimi vent’anni – scriveva Repubblica – “è comparso nelle più disparate inchieste della magistratura da un capo all’altro d’Italia e con le accuse più diverse: dalla truffa nelle forniture di pasti alle mense ospedaliere di Bari che lo vide finire agli arresti nel 2003 all’indagine per infiltrazioni mafiose nella gestione del Cara di Mineo in Mafia capitale a svariate indagini per frode in pubbliche forniture da parte delle varie società in cui ha avuto incarichi dirigenziali e che alla fine sono confluite nella Medihospes”. Nonostante queste ombre, Aceto ha sempre mantenuto un ruolo di primo piano nel settore dell’accoglienza, riuscendo a far crescere la sua cooperativa in un semimonopolio del settore.
Per gestire i centri migranti in Albania, Medihospes ha costituito una nuova società, la Medihospes Albania Srl, con sede a Tirana. “Registrata legalmente come società a responsabilità limitata il 2 luglio scorso – scrive il sito Altreconomia – Medihospes Albania è stata fondata da Camillo Giuseppe Aceto, amministratore della Cooperativa sociale Medihospes in Italia, “regina dell’accoglienza” nazionale. Come illustrato nei documenti rilasciati dalla Camera nazionale dei notai albanese, Aceto sarà l’amministratore di Medihopses Albania per un mandato di cinque anni con possibilità di proroga e avrà il compito di supervisionare le operazioni e la direzione strategica della società.
PERCHE’ E’ STATA COSTITUITA LA MEDIHOSPES ALBANIA
La società ha “un capitale sociale di partenza di un milione di Lek albanesi, poco più di diecimila euro (10.041,44) e agirà – sottolinea Altreconomia – secondo la legislazione albanese. Medihospes Albania Srl, con sede nel “Condor Center” di Tirana, secondo l’atto costitutivo svolgerà la propria attività commerciale per oltre trent’anni. L’oggetto sociale dell’azienda spazia lungo una gamma diversificata di servizi e attività -circa cinquanta in totale- simili a quelli forniti dalla Medihospes in Italia: assistenza medica, servizio di accoglienza e attività ricreative per anziani, persone con disabilità, sopravvissuti alla tratta di esseri umani, alla violenza domestica e altri soggetti vulnerabili”.
CRITICHE E DUBBI SULLA GESTIONE
L’assegnazione del contratto a Medihospes non è priva di polemiche. Secondo vari osservatori, tra cui Action Aid, la capacità di Medihospes di ottenere contratti vantaggiosi deriva dalla riduzione dei costi di gestione, che spesso si traduce in un peggioramento dei servizi per i migranti. I centri gestiti dalla cooperativa sono stati in passato al centro di denunce per sovraffollamento e condizioni inadeguate. Fabrizio Coresi di Action Aid ha sottolineato come “solo con economie di scala e sacrificando i servizi, soggetti come Medihospes possono realizzare un ribasso consistente e accettare di gestire centri come quelli in Albania, dove i diritti delle persone accolte non sono al centro delle preoccupazioni”.
Questo, dunque, il clima che accompagna la prima nave con 16 migranti a bordo diretta in Albania nell’ambito dell’iniziativa fortemente voluta dal governo italiano. Interrogativi sulla trasparenza e sull’efficienza del sistema di accoglienza migranti, mentre Giorgia Meloni scommette su questa operazione per contenere i flussi migratori.