“Se una donna è incinta si dimetta”, lascia la consigliera di FdI Silvia Colombo al centro della polemica e attacca il suo partito
“IO NON CI STO”: così, a caratteri cubitali, la capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale di Treviglio (Bergamo), Silvia Colombo, ha annunciato con un post sui social le proprie dimissioni dopo essere finita nella bufera per alcune sue dichiarazioni in aula consiliare. E lo fa in polemica anche con il suo stesso partito guidato da Giorgia Meloni.
“Non ci sto a vedere la mia reputazione e la mia dignità calpestate per pura strumentalizzazione politica; il mio intervento è stato manipolato, estrapolato dal contesto del suo reale significato e per questo mi dimetto da capogruppo di Fratelli d’Italia e anche dal Consiglio comunale”, ha scritto Colombo su facebook.
LA POLEMICA, COSA HA DETTO SILVIA COLOMBO
La controversia è nata in seguito alla bocciatura, da parte della maggioranza di centrodestra di Treviglio, di una mozione presentata dal Partito democratico. La proposta, avanzata dalla capogruppo dem Matilde Tura, chiedeva la possibilità per le donne in gravidanza a rischio e per i neo-genitori di partecipare alle sedute del Consiglio comunale da remoto.
Cosa ha detto Silvia Colombo? “Nella vita – queste le sue parole durante il suo intervento in aula – ci sono delle priorità, se uno ricopre la carica di consigliere comunale al primo posto deve metterci la partecipazione. Poi nella vita capitano cose belle come la nascita di un figlio o cambiare lavoro o cose brutte come la malattia, allora forse bisogna riguardare le proprie priorità, a quel punto bisogna dimettersi”.
Finita nel vortice delle polemiche, che in poco tempo hanno avuto un’eco mediatica nazionale, l’esponente di FdI ha contestato il modo in cui le sue dichiarazioni sono state riportate: “Leggere titoli aberranti come ‘Sei incinta? Dimettiti’ è semplicemente ignobile”, sottolineando che “non solo non ho mai pronunciato, né pensato una simile frase”, aggiungendo che “va contro tutto ciò in cui credo”. E ancora: “Si stava parlando di senso civico – ha spiegato Colombo – e di come, quando nella vita emergono nuove priorità, sia giusto interrogarsi sulle proprie capacità di svolgere al meglio il ruolo di rappresentanza comunale”.
LA REAZIONE DI FRATELLI D’ITALIA
La polemica ha portato FdI a prendere ufficialmente le distanze dalle dichiarazioni della consigliera di Treviglio. Per Maddalena Morgante, responsabile del Dipartimento Famiglia del partito, “le parole” di Colombo “non rappresentano la linea di Fratelli d’Italia e appaiono in netto contrasto con l’agenda del governo Meloni, che vede nella tutela della famiglia e della maternità una priorità assoluta. Le politiche a favore della natalità e della conciliazione famiglia-lavoro sono centrali, lo abbiamo dimostrato non soltanto a parole, ma con interventi contingenti e adeguate risorse”.
Anche il deputato bergamasco Andrea Tremaglia ha sottolineato: “Prendiamo atto delle scuse della consigliera Silvia Colombo. Le sue parole, pronunciate con leggerezza, non rappresentano la linea del partito. Fratelli d’Italia ha da sempre una visione chiara e netta: per noi è prioritario coniugare e tutelare le legittime aspirazioni professionali di ogni donna con il desiderio di diventare madre”.
LE SPIEGAZIONI DI SILVIA COLOMBO E L’ATTACCO A FDI, IL SUO PARTITO
Nel suo annuncio di dimissioni su Facebook, Colombo ha ribadito: “Io non ci sto a vedere chi si erge a paladina dei diritti delle donne per mero opportunismo e visibilità: questi temi meritano impegno sincero e rispetto, non strumentalizzazioni per fini personali. I diritti non sono una bandiera da sventolare, ma una responsabilità da difendere con coerenza e serietà”.
“Io non ci sto – ha aggiunto – a trasformare un tema fondamentale come i diritti delle donne in terreno di scontro politico”, ha proseguito. “Si tratta di una questione che deve andare oltre bandiere e ideologie. I diritti delle donne non sono concessioni, ma pilastri su cui si costruisce una società più giusta: difenderli significa garantire il futuro di tutti”.
Inoltre, ha attaccato la gestione della vicenda da parte del suo partito: “Non ci sto in un partito che ha affrontato questa bufera mediatica con troppa leggerezza e senza approfondire il discorso”. E infine, ha annunciato la sua decisione: “Per questo motivo, annuncia, ‘ritengo opportuno dimettermi da capogruppo di Fratelli d’Italia e anche dal consiglio comunale. Non ci sto a fare politica in questo modo. preferisco tornare a lavorare e a fare la mamma’”.
COSA HA DECISO ALLA FINE IL CONSIGLIO COMUNALE, A MAGGIORANZA DI CENTRODESTRA
L’episodio ha acceso il dibattito sulla conciliazione tra vita familiare e impegno politico, tema particolarmente rilevante in un Paese in cui il tasso di natalità è in calo e la partecipazione femminile alla politica e al lavoro resta ancora inferiore alla media europea. Mentre la maggioranza di centrodestra di Treviglio ha difeso la scelta di mantenere le sedute del Consiglio comunale esclusivamente in presenza, le opposizioni hanno sottolineato la necessità di adottare misure che favoriscano una maggiore inclusione.
Il sindaco leghista Juri Imeri ha rivendicato il voto della sua maggioranza che ha respinto una mozione del Pd “nata per fare polemica”. “Se si estrapola e si fa la sintesi che è stata rappresentata, anche io non posso condividere l’associazione maternità o malattia uguale dimissioni. E non la condivide nemmeno la mia Giunta. Ma la discussione era più ampia. Io – ha aggiunto il primo cittadino – rivoterei la stessa cosa. Abbiamo sempre ribadito che il consiglio comunale si fa in presenza. Penso che nessuno possa obiettare sulla legittimità della scelta. E’ 13 anni che sono nell’amministrazione e non abbiamo mai avuto problemi nè con gravidanze o con malattie. Il tema della mozione era il collegamento da remoto, non la maternità”.