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Pietro Gaeta

Chi è Pietro Gaeta, candidato a diventare Procuratore Generale della Cassazione

Dalla V Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura non arriva la risposta unanime che il Colle auspicava: per la carica di Procuratore Generale sono stati proposti Pietro Gaeta, con cinque voti favorevoli su sei, e Pasquale Fimiani, cui è andato il voto della consigliera laica eletta in quota Lega Claudia Eccher.

Pietro Gaeta, magistrato vicino a Magistratura democratica, e uno dei sei avvocati generali della Corte di Cassazione, è il profilo più accreditato per succedere a Luigi Salvato, attuale Procuratore Generale della Cassazione e prossimo al pensionamento. Il pallino del gioco, per decidere come occupare la casella di una delle posizioni più prestigiose e influenti all’interno del sistema giudiziario italiano, è nelle mani del plenum del CSM presieduto dal Presidente della Repubblica. Il prossimo 26 febbraio il plenum dovrà scegliere tra Pietro Gaeta e Pasquale Fimiani, anch’egli avvocato generale presso la Procura generale della Corte di Cassazione. Nella prima votazione della Quinta Commissione del CSM, competente per l’assegnazione degli incarichi direttivi, Gaeta ha ottenuto 5 voti su 6. A Fimiani è andato solo il voto della consigliera laica eletta in quota Lega Claudia Eccher.

CHI È PIETRO GAETA

Reggino classe 1958, Pietro Gaeta è attualmente uno degli Avvocati Generali presso la Corte di Cassazione.

Vicino alla corrente di Magistratura democratica, la sua carriera inizia nel novembre 1981, quando, a soli 23 anni, diventa il più giovane magistrato in servizio nell’ordine giudiziario italiano. Un record doppiato diversi anni dopo, quando nel 2019 diventa il più giovane Avvocato Generale della Cassazione.

Nel corso degli anni, Gaeta ha ricoperto diverse funzioni giurisdizionali, prevalentemente in ambito requirente. Ha svolto ruoli come Giudice presso il Tribunale di Paola, Pretore a Melito Porto Salvo e Reggio Calabria, nonché Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria e la Procura di Palmi.

LA COLLABORAZIONE CON I GIUDICI FLICK E GALLO 

Dal 2000 al 2009, è stato Assistente di studio presso la Corte costituzionale, collaborando con i giudici Giovanni Maria Flick e Franco Gallo. Nel 2006, è stato nominato magistrato di Cassazione, assumendo le funzioni di Sostituto presso la Procura Generale della Corte di Cassazione.

Parallelamente all’attività giurisdizionale, Gaeta ha svolto incarichi accademici e scientifici. È stato Professore a contratto di Diritto Penale presso l’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria e docente alla Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali della “Sapienza” di Roma. Ha inoltre partecipato a commissioni ministeriali di riforma e ha pubblicato oltre sessanta tra saggi e contributi monografici.

IL RUOLO DI GAETA NEL CASO PALAMARA

Per motivare la sua scelta di voto contraria a Gaeta, la consigliera Claudia Eccher ha fatto riferimento alle chat emerse durante le indagini sul cosiddetto “Palamaragate”.

Da uno stralcio di conversazione, infatti, si apprendeva che Gaeta era coinvolto in scambi comunicativi con Luca Palamara, l’ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, attraverso Pina Casella, sostituto Procuratore Generale della Cassazione ed esponente della corrente Unicost.

Queste interazioni hanno sollevato interrogativi sulla posizione di Gaeta, soprattutto in considerazione del suo ruolo di accusatore nel procedimento disciplinare contro Palamara, per il quale chiese la pena massima, ossia la rimozione dalla magistratura.

IL TEMA DEL CONFLITTO DI INTERESSE 

All’epoca, alcuni esponenti politici avevano espresso preoccupazione riguardo a un possibile conflitto di interessi, sottolineando che Gaeta, coinvolto nelle chat con Palamara, non fosse la persona più adatta per condurre l’accusa. Tra questi, il senatore Maurizio Gasparri, che aveva presentato anche un’interrogazione parlamentare in merito.

Nonostante queste controversie, Gaeta ha mantenuto la sua posizione e ha continuato a svolgere le sue funzioni all’interno della magistratura. La questione delle sue interazioni con Palamara rimane però un tema caldo in vista del 26 febbraio,soprattutto in relazione alla sua candidatura a Procuratore Generale della Cassazione.

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