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Chi è Margherita Cassano e quale è la fotografia sulla giustizia italiana

La prima presidente della Corte Suprema, Margherita Cassano, traccia il bilancio sulla giustizia all’inaugurazione dell’Anno giudiziario 2024

Processi più rapidi, numeri in linea con quanto previsto dal Pnrr ma resta l’allarme per femminicidi, morti sul lavoro e sovraffollamento delle carceri. E’ la fotografia sullo stato della giustizia in Italia fatta ieri dalla Cassazione nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario 2024, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Nel suo intervento la Prima Presidente della Corte Suprema, Margherita Cassano, ha fornito gli elementi emersi dall’attività svolta negli ultimi 12 mesi. L’esordio è stato sulle riforme e sulla applicazione nei vari distretti.

LO “SFORZO CORALE” NELL’ATTUAZIONE DELLE RIFORME DEL PNRR

“L’anno appena trascorso ha visto l’intera magistratura impegnata nel dare attuazione alle riforme – ha affermato – del processo civile e penale varate nel 2022”. Per Cassano si è trattato “di uno sforzo corale” animato da “alta tensione ideale, da grande senso di responsabilità, da scrupolosa attenzione agli aspetti organizzativi” per “rendere la giustizia efficace attraverso un reale recupero di efficienza dei suoi apparati”.

Come? Il sistema giustizia, ha detto Cassano, “deve costituire un obiettivo di lunga durata per le Istituzioni di uno Stato moderno”. Sul punto attenzione massima alla giustizia “riparativa”, che ha ricevuto un “regolamentazione compiuta”.

“E’ stata superata l’ottica carcero-centrica – ha aggiunto Cassano – ed è stato introdotto un inedito, ampio ventaglio di risposte punitive, volte, soprattutto per i reati di minore gravità, a privilegiare forme risarcitorie”.

I NUMERI DELLA GIUSTIZIA ITALIANA

Cassano ha snocciolato una serie di numeri sul lavoro svolto. Nel settore civile le pendenze sono diminuite dell’8,2% nei Tribunali e del 9,8% nelle Corti d’appello. La durata media dei procedimenti si è ridotta in primo grado del 6,6% e in appello del 7%. Il disposition time è sceso del 6,4% nei Tribunali e del 6,4% nelle Corti d’appello. Risultati resi possibili anche dalla “mediazione”.

“Emerge – ha spiegato – una sua significativa applicazione soprattutto nelle cause in tema di successione, divisione ereditaria, diritti reali, condominio, assicurazione, responsabilità extracontrattuale già instaurate, a dimostrazione di un mutamento condiviso di cultura di giudici e avvocati”.

Sul fronte penale le pendenze si sono ridotte del 13% nei Tribunali e del 6,5% nelle Corti d’appello. Il numero dei procedimenti definiti è “aumentato dell’8,3% in primo grado e del 10,6% in appello. Il disposition time è sceso, in Tribunale, a 310 giorni, rispetto ai 386 del periodo precedente e, in Corte d’appello, a 689 giorni rispetto agli 815 del periodo precedente.

Ecco perché, ha sottolineato è “possibile formulare una prognosi di conseguimento degli obiettivi fissati dal Pnrr, pari, rispettivamente, a 282 giorni per i Tribunali e a 601 giorni per gli Uffici di secondo grado”.

LE TRE CRITICITA’ SEGNALATE DALLA PRESIDENTE CASSANO

Tre, invece, le criticità, segnalate dalla Prima Presidente. I femminicidi, innanzitutto: su un totale di 330 omicidi le donne risultano vittime in 120 casi (rispetto ai 128 del 2022 e ai 122 del 2021). Un trend confermato anche nelle prime settimane del 2024. “E’ indubbio che un forte impegno della polizia e della Magistratura non è sufficiente e che deve essere preceduto da una forte azione di sensibilizzazione e prevenzione culturale. E occorre promuovere l’indipendenza economica delle donne, in quanto non può esservi libertà di denuncia senza la libertà dai bisogni primari”.

Poi c’è la situazione nelle carceri, dove “permane il sovraffollamento” con 62.707 detenuti (di cui 2.541 donne) rispetto ai 51.179 posti disponibili, anche se cominciano a registrarsi “i primi effetti deflattivi della riforma del 2022”, ha spiegato davanti al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Gravi, infine, i dati dei morti sul lavoro. Secondo l’Inail le denunce sono state, nei primi undici mesi del 2023, 968 (38 in meno rispetto alle 1006 del periodo gennaio-novembre 2022). “In un moderno Stato di diritto non è tollerabile che si continui a morire a causa del lavoro”, ha concluso Cassano.

CHI E’ MARGHERITA CASSANO

Una vita intera dedicata alla magistratura. Margherita Cassano, 69 anni, nata a Firenze ma di origini lucane, come ricorda La Stampa è la  prima donna della storia d’Italia a guidare la Corte di Cssazione, ha vinto il concorso, giovanissima, a soli 25 anni e da subito si è impegnata nella carriera di pubblico ministero, svolgendo soprattutto indagini su criminalità organizzata e traffico su larga scala di stupefacenti.

È figlia d’arte: anche suo padre, Pietro Cassano, era un magistrato, noto soprattutto per i processi chiave durante gli anni di piombo e per aver condannato Renato Curcio, uno dei fondatori delle Brigate rosse. Riservata per indole – scrive sempre il quotidiano di Torino – è molto impegnata sul fronte dei diritti delle donne e considera la sua presidenza «non come un traguardo individuale ma collettivo. Sono state tante le donne e tanti gli uomini che hanno lavorato nel tempo per una effettiva parità tra i sessi in tutti i campi”.

Ha mosso i primi passi alla Procura di Firenze. Dal 1991 al 1998 ha lavorato alla Direzione distrettuale antimafia a stretto contatto con Pier Luigi Vigna. Nel 1998 è stata poi eletta consigliere togata dal CSM, corrente Magistratura Indipendente. Nel 2002 passa in Cassazione, fino al 2015. È lei a redigere la sentenza definitiva di condanna di Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa.

Dal 2016 al 2020 Cassano è stata nominata presidente della Corte d’Appello di Firenze. Nel 2020 viene nominata dal Csm presidente aggiunto della Cassazione, anche in questo caso per la prima volta una donna. Dopo aver ricoperto il ruolo di vice dell’ex presidente della Cassazione Pietro Curzio, lo scorso marzo, quando lui è andato in pensione, lo ha sostituito al vertice degli Ermellini.

LA STAMPA CRITICA L’ASSENZA DI GIORGIA MELONI

Sempre su La Stampa Donatella Stasio, ex capo ufficio comunicazione della Corte costituzionale, “è un vero peccato che Giorgia Meloni non fosse presente neanche quest’anno all’apertura del nuovo anno giudiziario in Cassazione. Per la prima volta nella storia italiana, infatti, ieri questa tradizionale cerimonia ha avuto il volto e la voce di una donna, Margherita Cassano, prima presidente della suprema Corte da marzo 2023. Ma non è (solo) questo il punto. (…) Cassano, con parole e toni pacati, né trionfalistici né rancorosi, ha fatto cadere tutti i luoghi comuni della narrazione del centrodestra nella giustizia, lanciando un “messaggio di speranza” che non si sentiva da decenni”.

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