Un procuratore tra i più noti nella lotta alla mafia, oggi sotto inchiesta: il profilo di Michele Prestipino
È uno dei nomi più noti della magistratura antimafia italiana. Michele Prestipino, procuratore aggiunto presso la Direzione Nazionale Antimafia, è finito nel mirino della procura di Caltanissetta con un’accusa pesante: rivelazione di segreto d’ufficio. L’inchiesta, che si muove sul delicato terreno delle stragi del 1992, ha intercettato una conversazione in cui Prestipino avrebbe riferito informazioni riservate sullo stato delle indagini sulle cosche calabresi e sulle infiltrazioni mafiose nelle imprese del Nord.
Le informazioni sarebbero state comunicate all’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro, oggi presidente di Eurolink – il consorzio guidato da Webuild che si occuperà della progettazione e costruzione del ponte sullo Stretto di Messina – e a Francesco Gratteri, altro volto noto dell’antimafia, oggi consulente di Eurolink per la sicurezza. Il contenuto della conversazione, captata da un’intercettazione ambientale, ha sollevato l’attenzione degli inquirenti nisseni.
DELEGHE REVOCATE A PRESTIPINO
Nel frattempo, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ha revocato con effetto immediato le deleghe investigative a Prestipino, pur ribadendo il rispetto della presunzione di innocenza. La decisione è stata presa per tutelare l’immagine e il corretto funzionamento della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. Melillo ha informato il Csm e il Procuratore Generale della Cassazione, sottolineando che le indagini sui possibili condizionamenti mafiosi legati al Ponte sullo Stretto proseguiranno con impegno e pieno coordinamento.
PRESTIPINO, UNA CARRIERA COSTRUITA SULLA LOTTA ALLA MAFIA
Romano di origini siciliane, classe 1957, Prestipino entra in magistratura nel 1984. Il suo nome è legato ad alcune delle più importanti inchieste antimafia condotte a Palermo tra il 1996 e il 2008. Poi passa alla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria come procuratore aggiunto, ruolo che ricopre fino al 2013. Da lì, il salto alla Procura di Roma, dove coordina la sezione antimafia e, dopo il pensionamento di Giuseppe Pignatone, assume la guida dell’intero ufficio.
Nel marzo 2020, in pieno terremoto del “caso Palamara”, Prestipino viene nominato procuratore capo di Roma dal CSM. Ma la nomina è contestata e viene poi annullata dal giudice amministrativo. Da gennaio 2022 è tornato a ricoprire l’incarico di procuratore aggiunto, senza mai smettere di occuparsi di criminalità organizzata. Oltre alla toga, Prestipino ha vestito anche i panni del docente e del divulgatore. Ha tenuto lezioni sulla criminalità organizzata e la corruzione in Italia e all’estero, pubblicando saggi scritti a quattro mani con giornalisti e colleghi magistrati.
Adesso l’inchiesta aperta a Caltanissetta, una vicenda da seguire con attenzione anche per le sue potenziali implicazioni istituzionali, vista la presenza di Eurolink e del progetto per il ponte sullo Stretto.