Oggi pomeriggio, alle ore 14, la Camera dei Deputati ha avviato la discussione sulla mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle nei confronti della ministra del Turismo Daniela Santanchè. Ecco com’è andata
Approda in Parlamento la mozione di sfiducia nei confronti di Daniela Santanchè avanzata dal M5S e sottoscritta anche dal Partito Democratico e da Alleanza Verdi e Sinistra. Oggi era il giorno della discussione generale, mentre le votazioni, pur essendo in agenda per domani, potrebbero slittare di qualche giorno.
La ministra è attualmente rinviata a giudizio con l’accusa di falso in bilancio nell’ambito dell’inchiesta sul caso Visibilia, il gruppo da lei fondato.
CHI ERA PRESENTE IN AULA
L’Aula di Montecitorio è apparsa visibilmente vuota. Al fianco di Daniela Santanchè, presente in Aula ma decisa a non intervenire, sedevano i ministri Nello Musumeci e Luca Ciriani e la viceministro Vannia Gava.
Sette gli iscritti a parlare: Vittoria Baldino (M5s), Federico Gianassi (Pd), Filiberto Zaratti (Avs), Andrea Quartini (M5s), Toni Ricciardi (Pd), Enrico Cappelletti (M5s) e Francesco Silvestri (M5s). Presenti in Aula anche la segretaria del Pd Elly Schlein e il leader del M5S Giuseppe Conte. Tra i pochi deputati di Fratelli d’Italia, una decina in tutto, il vicecapogruppo Alfredo Antoniozzi e il questore della Camera Paolo Trancassini, tra i primi a fare ingresso in Aula.
LA DISCUSSIONE SULLA MOZIONE DI FIDUCIA A SANTANCHÈ
Per parte sua, Santanché ha ascoltato la discussione generale, quindi ha abbandonato l’Aula senza replicare tra le rimostranze delle opposizioni che hanno sottolineato la necessità di dimissioni immediate. Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (FdI) ha ricordato che la ministra potrà intervenire nella seduta successiva, quando è previsto il voto sulla mozione.
Tra gli interventi più aspri, quello del pentastellato Francesco Silvestri, che ha dichiarato: “Non userò giri di parole per dire quanto per noi Daniela Santanché sia una ministra politicamente indegna e da quanto tempo avrebbe dovuto andarsene dal suo ruolo: lei rappresenta impunità, scarsa etica e scarso valore istituzionale, tutto quello che questa comunità combatte”.
LA STRATEGIA DI SANTANCHÈ E DEL CENTRODESTRA
La maggioranza di centrodestra ha replicato la strategia di non intervento già applicata nel 2024, riducendo così i tempi del dibattito e rinviando una presa di posizione alle dichiarazioni di voto, teoricamente in programma per domani. Si tratta però dell’ultimo punto all’ordine del giorno ed è facile ipotizzare che alla fine il voto slitterà alle prossime settimane.
Il fronte degli alleati non sembra più così compatto come nel 2024, e si registra una certa freddezza sul dossier da parte di Palazzo Chigi e del grande sponsor di Santanché nella maggioranza, il Presidente del Senato Ignazio La Russa. Malgrado ciò, alle dichiarazioni della ministra di qualche giorno fa – “Sono una donna di partito ed è evidente che se il mio presidente del Consiglio mi chiedesse di dimettermi io non avrei dubbi” – non è seguita una richiesta ufficiale di Palazzo Chigi.
Queste considerazioni, unite alla scarsa presenza in Aula da parte di di alleati e colleghi di partit, dimostrano secondo le opposizioni l’esistenza di una spaccatura all’interno della maggioranza, come dichiarato in Aula dal dem Toni Ricciardi, che ha aggiunto: “Che differenza c’è tra il ministro Sangiuliano e la ministra Santanché? Forse la ministra è in grado di elevare leve di ricattabilità che Sangiuliano non aveva? Presidente del Consiglio, ci levi dall’imbarazzo e chieda un passo indietro”.
IL CASO VISIBILIA CHE IMBARAZZA LA MINISTRA SANTANCHÈ
La mozione di sfiducia è stata presentata a seguito del rinvio a giudizio della ministra per falso in bilancio nel caso Visibilia. Nel giugno 2023, la trasmissione “Report” ha rivelato l’esistenza di indagini sulla gestione finanziaria del gruppo fondato dalla ministra.
Inizialmente, Santanchè ha negato qualsiasi coinvolgimento, ma successivamente è emerso che era iscritta nel registro degli indagati della Procura di Milano dall’ottobre 2022.
Nel gennaio 2025, il GUP di Milano ha disposto il rinvio a giudizio per Santanchè e altri 16 imputati, tra cui il suo compagno Dimitri Kunz e sua sorella Fiorella Garnero, con l’accusa di aver falsificato i bilanci di Visibilia tra il 2016 e il 2022. Il processo è fissato per il 20 marzo 2025.
Un altro troncone dell’inchiesta riguarda invece l’accusa di truffa aggravata ai danni dell’INPS, secondo cui Visibilia avrebbe percepito indebitamente oltre 126.000 euro di cassa integrazione COVID-19 per 13 dipendenti, i quali, ignari, avrebbero continuato a lavorare in smart working. Su questo fronte, si attende la data del 26 marzo, giorno in cui riprenderà l’udienza preliminare davanti al giudice delle indagini preliminari di Milano Tiziana Gueli.
CASO KI GROUP
Parallelamente, nel dicembre 2024, la Procura di Milano ha avviato un’indagine per bancarotta fraudolenta riguardante la Ki Group srl, società operante nel settore dei prodotti biologici, di cui Santanchè è stata legale rappresentante dal 2019 al 2021.
L’azienda è stata dichiarata in liquidazione giudiziale con un passivo di oltre 8,6 milioni di euro. Oltre a Santanchè, sono indagati l’ex compagno Giovanni Canio Mazzaro e altre quattro persone.