Cosa succede in Atac tra assenteismo dei dipendenti e le richieste per fare i rappresentanti di lista
La promessa era “la città dei 15 minuti”, ma la verità è che chi si sposta in metro o con qualsiasi mezzo pubblico a Roma è costretto ad abbandonare ogni speranza. Tempi lunghi, autobus pieni, metro assente.
Certo: la cosa non sorprende. Gli autisti, di questi tempi, o sono appassionati alla politica e chiedono di fare i rappresentanti di lista o sono assenti. E la metropolitana, questa mattina, 20 settembre, funzionava come un trenino, con tanti passeggeri rimasti a terra, come verificato (e fotografato) da Policy Maker. Una situazione non sostenibile dalla città che è Capitale d’Italia.
Andiamo per gradi.
Una metropolitana lenta (e piena)
Partiamo dai fatti. Questa mattina la metropolitana di Roma funzionava a metà, con passeggeri, nella tratta Battistini-Barberini costretti ad attendere il treno successivo perché quello di passaggio era troppo pieno. Ritardi, tempi di percorrenza della tratta lunghissimi, con porte che rimanevano aperte anche qualche minuto per poter permettere la discesa dei passeggeri (che facevano slalom tra altri passeggeri) e lavoratori e turisti che provavano a superare le performance richieste alle scatolette di sardine pur di entrare.
Al momento la “città dei 15 minuti” cui aspirava Gualtieri resta un sogno: spostarsi è un’odissea.
Anche oggi la #metro di #Roma gestita di #ATAC parzialmente chiusa.
E nessuno fa niente.
Si accetta l'#assenteismo al 18% di Atac e si continuano a dare miliardi di euro pubblici.
Nessuno che parla di #liberalizzazione.— Andrea Giuricin (@AndreaGiuricin) September 20, 2022
1.159 dipendenti Atac vogliono fare i rappresentanti di lista
Ma i malfunzionamenti non sorprendono. Sembra che i dipendenti Atac non abbiano più la passione per il “trasporto”, ma si siano scoperti simpatizzanti per la politica (che è pur cosa seria, per carità).
Tra i dipendenti della società, infatti, ben 26 hanno presentato la stessa domanda per fare gli scrutatori, 14 i segretari e 1.159 hanno chiesto il congedo per vestire i panni del rappresentante di lista.
Lo stop del direttore generale Alberto Zorzan
Un numero abnorme, che ha costretto anche il direttore generale Alberto Zorzan a non accordare il congedo. “In occasione delle prossime elezioni Politiche del 25 settembre, Atac ha ricevuto dai lavoratori, in particolare dagli addetti ai servizi operativi necessari ad assicurare l’erogazione del servizio, un numero abnorme di richieste di permessi per svolgere le funzioni di rappresentante di lista, scrutatore, segretario e presidente di seggio”, ha scritto Zorzan in una nota, inoltrata anche al prefetto Matteo Piantedosi e al sindaco Roberto Gualtieri.
Assenteismo record in Atac
Ma un solo “no” non basta. La piaga dell’assenteismo è oramai caratteristica di Atac e se ne torna ciclicamente a parlare tutte le volte che, per una ragione o per un’altra, si fatica ad attraversare la città. L’assenteismo è arrivato a toccare quota 18%.
Io pensavo che avere sprecato miliardi di euro con un tasso di assenteismo al 18% fosse il peggio raggiungibile.
Invece oggi #atac ha superato se stessa con il sequestro di persona.
Clienti con l'uscita della metro sbarrata per via dello sciopero impossibilitati ad uscire.— Andrea Giuricin (@AndreaGiuricin) September 16, 2022

