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Gilioli

Perché il ministro della Cultura ha deciso di cacciare il capo di gabinetto (di Sangiuliano)

Per Giuli “è venuta meno la fiducia”, sospetti e retroscena sulla rimozione di Francesco Gilioli

A 35 giorni dal giuramento al Quirinale, ecco il primo vero colpo d’accetta del ministro Alessandro Giuli sullo staff del Collegio Romano: il capo di gabinetto Francesco Gilioli è stato revocato dal suo incarico. La decisione è stata annunciata nella serata di venerdì. Dopo la parziale riscrittura del decreto di nomina della Commissione sul cinema, la cacciata di Gilioli è il primo vero atto di discontinuità di Giuli con l’epoca Sangiuliano e con l’affaire Boccia.

Una decisione per certi versi inaspettata, basti pensare cosa scriveva il 22 settembre il Messaggero: “Giuli ha deciso di confermare Francesco Gilioli come capo di gabinetto e Giorgio Carlo Brugnoni come vice. Le lettere sono già partite. Niente trasferimento dunque per il capo di gabinetto, stimato consigliere parlamentare, che su disposizione dell’ex ministro aveva controfirmato il contratto di consulenza a Boccia, poi stracciato all’ultimo”.

PER GIULI E’ VENUTA MENO LA FIDUCIA

E allora cos’è successo? Tra l’altro Gilioli fino a 24 ore prima è stato visto tranquillamente al fianco del ministro in alcuni eventi pubblici.

Una spiegazione prova a darla Repubblica. La premessa è che Giuli ha giustificato la revoca con la frase «è venuta meno la fiducia», senza fornire molti dettagli ufficiali. Tuttavia, da quanto emerge da fonti interne, come riferisce il quotidiano del neo direttore Mario Orfeo, alla base della decisione vi sarebbero «fatti gravissimi» che coinvolgerebbero Gilioli, in particolare la sua presunta infedeltà nei confronti del ministro e la trasmissione di informazioni riservate alla stampa.

SOSPETTI DI FUGA DI NOTIZIE

Uno degli elementi chiave che hanno portato alla rimozione di Gilioli, è la ricostruzione, riguarda il sospetto che l’ex capo di gabinetto abbia passato informazioni sensibili alla trasmissione televisiva Report. Secondo queste accuse, Gilioli avrebbe rivelato dettagli compromettenti sia sul ministro Giuli sia sul suo predecessore, Gennaro Sangiuliano. Queste indiscrezioni avrebbero generato un clima di sfiducia all’interno del ministero, portando Giuli a una reazione rapida e decisa, culminata nella rimozione del dirigente pubblico.

IL NOME DI GILIOLI E L’AFFAIRE SANGIULIANO-BOCCIA

Il nome di Gilioli era già emerso nel contesto dello scandalo legato alla consulenza dell’ex ministro Maria Rosaria Boccia, una vicenda che – al netto delle dimissioni dell’allora ministro Sangiuliano – ha profondamente scosso gli equilibri all’interno del ministero della Cultura. Il capo di gabinetto avrebbe espresso perplessità riguardo alla nomina di Boccia, citando possibili incongruenze nel curriculum e il rischio di conflitti di interesse. Questo episodio potrebbe aver alimentato tensioni all’interno del ministero, accelerando la sua rimozione.

Una vicenda nella quale il nome di Gilioli “considerato vicino al sottosegretario Giovanbattista Fazzolari – sottolinea Repubblica – compare perché citato diverse volte nell’esposto in procura dell’ex ministro: «Le mie perplessità (sulla nomina di Boccia, ndr) sono dimostrate – scrive il giornalista – da un messaggio inoltrato il 9 agosto a mezzo whatsapp al capo di gabinetto Francesco Gilioli: “per quel consigliere da nominare tieni fermo. Ne parliamo a fine agosto”». Sarebbe stato il capo di gabinetto a esprimere perplessità «circa incongruenze del curriculum e l’eventualità di conflitti d’interesse per pregresse attività di Boccia».

La revoca tra l’altro sarebbe avvenuta, come riporta sempre Repubblica, tramite pec e senza “neanche una telefonata”, mentre Gilioli “era in ospedale al fianco della madre: non un messaggio o una chiamata”. L’idea era di sostituirlo a dicembre, sarebbe tornato a lavorare da consigliere parlamentare al Senato. Poi, improvvisa, l’accelerazione.

DOPO FRISONI E GILIOLI CHI SARA’ IL PROSSIMO EPURATO?

Prima di Gilioli, a fare gli scatoloni era stata Narda Frisoni, capo segreteria di Sangiuliano, il cui nome ricorre spesso nelle mail indirizzate a Maria Rosaria Boccia durante i giorni contestati al centro dell’inchiesta. Sul sito del Ministero questo ruolo risulta ancora ‘in assegnazione’. Adesso la domanda che gira tra gli uffici del Ministero è: chi sarà il prossimo?

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