Roma Metropolitane, la società messa in liquidazione dalla giunta grillina, va verso il tribunale fallimentare. Dal 31 marzo 2021 rischia di interrompere ogni attività e lasciare i romani a piedi. L’ultimatum alla sindaca Raggi
Roma Metropolitane a un passo dal tracollo. A Virginia Raggi, sindaca di Roma, e alla sua giunta restano poche ore per provare a evitare il fallimento della società municipalizzata della Capitale che gestisce l’infrastruttura delle tre linee di metropolitana e si occupa di progettare nuove fermate.
L’ULTIMATUM DEL LIQUIDATORE ALLA RAGGI
Andrea Mazzotto, liquidatore della partecipata, secondo quanto riportato da Repubblica, ha inviato un messaggio chiaro e preoccupante alla prima cittadina: “Dal 31 marzo 2021 la società non sarà in grado di onorare gli impegni correnti, divenendo dunque insolvente e, di conseguenza, trovandosi a dover interrompere ogni attività”.
LE TAPPE VERSO IL FALLIMENTO
L’ormai annunciato fallimento di Roma Metropolitane inizia con il blocco dei lavori per ultimare la realizzazione della terza linea – la linea C – e continuerebbe con l’interruzione delle uniche altre due linee esistenti, le linee A e B, a causa “dell’adeguamento alle norme antincendio e l’impossibilità di adempiere nei termini alle prescrizioni emanate dall’autorità giudiziaria”.
Come dichiarato da Mazzotto, questo porterebbe a “enormi disagi per la cittadinanza e a un gravissimo pregiudizio economico per l’esercente Atac”.
I RISCHI GIUDIZIARI
Il quotidiano romano fa poi notare che, l’intera giunta e in particolare chi si è occupato dell’azienda rischia un processo per bancarotta fraudolenta.
GLI SCENARI POSSIBILI
A questo punto non restano che due strade: il concordato o il risanamento. Per il risanamento, come ha lasciato intendere Mazzotto, dire che i tempi sono stretti è un eufemismo. Circa 5 giorni per l’esattezza, dopodiché se il Comune non avrà novità entro il 31 gennaio resterà solo la strada per il tribunale fallimentare.
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COSA DOVREBBE FARE LA GIUNTA PER EVITARE IL CRAC
La missione della giunta capitolina si annuncia pressoché impossibile. Per evitare il crac di Roma Metropolitane avrebbe bisogno di 6 milioni di euro, approvare il bilancio, i piani di ristrutturazione e di riassetto e impostare il piano industriale e i contratti con i nuovi lavori.
Durante l’incontro di ieri tra il liquidatore e i sindacati, fa sapere l’agenzia Dire, Mazzotto ha comunicato alle parti sociali che dal 1° febbraio scatterà la cassa integrazione dal 50% al 25% per una parte dei lavoratori della società che si occupa della progettazione delle nuove metropolitane di Roma.