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Cos’è e come funzionerà il Digital Green Pass, la patente vaccinale dell’Ue

Un QR Code che permette di viaggiare in tutta Europa ma, si spera, anche in UK e nei Paesi dell’Area Ocse. Ecco come funzionerà il Digital Green Pass

Per  l’International Air Transport Association (Iata) non c’è più tempo: chi si vaccina deve essere considerato “sano” e in quanto tale deve poter tornare a viaggiare. L’Associazione chiede il patentino vaccinale da parecchio ma è tornata a insistere soprattutto ora che ha fatto sapere che la domanda dei passeggeri ha fatto registrare in gennaio un calo del 72% rispetto al gennaio 2019 (anno preso come riferimento in quanto pre-covid), in ulteriore peggioramento rispetto alla flessione del 69,7% registrata in dicembre su anno.

I NUMERI (TERRIBILI) DI IATA

Secondo i dati di Iata, la domanda di voli domestici è scesa del 47,4% mentre quella di voli internazionali è risultata in ribasso dell’85,6%, che si raffronta con il -85,3% calcolato a fine anno. “Il 2021 sta iniziando peggio di come era finito il 2020 e questo dice molto – ha detto il ceo della Iata, Alexandre de Juniac – Sebbene i programmi di vaccinazione stiano accelerando, le nuove varianti stanno portando i governi ad aumentare le misure di contenimento. L’incertezza su quanto dureranno queste restrizioni sta avendo un impatto sulle prenotazioni dei viaggi. A febbraio le prenotazioni per l’emisfero occidentale sono state inferiori del 78% rispetto al gennaio 2019”.

E L’UE PENSA AL DIGITAL GREEN PASS

La Commissione europea ha preso a cuore l’istanza dei Paesi mediterranei (su tutti, insiste da parecchio tempo sul punto la Grecia), cui però si è aggiunta straordinariamente pure Vienna. Le nazioni che vivono di turismo vogliono che almeno nell’Unione si torni a viaggiare quanto prima e vedono nel patentino vaccinale una possibile soluzione.

Bruxelles, apprende Policy Maker, non è troppo convinta dell’effettiva validità di tale sistema, anche perché pesa lo scetticismo di Berlino e Parigi (che temono di perdere il diritto di scegliere chi fare entrare sul proprio territorio), ma, vuoi i disastrosi numeri economici prospettati dagli analisti, vuoi soprattutto la necessità di dotare l’Ue di un lasciapassare unico per far cessare la confusione odierna (i 27 si muovono singolarmente, con altrettante liste di proscrizione e regole sulla quarantena), ha comunque deciso di accelerare con il Digital Green Pass.

Sarà una sorta di passaporto europeo che certificherà l’avvenuta vaccinazione. Verrà rilasciato, sotto forma di attestato digitale, a vaccino effettuato (in realtà, si sta studiando di lasciare un periodo cuscinetto, sia perché chi fa il vaccino potrebbe aver già incubato il Covid ed essere infettivo, sia per non discriminare troppo chi dovrà fare il richiamo da chi invece avrà diritto al vaccino a dose unica in arrivo, Ema permettendo, già a fine marzo).

Di fatto, il Digital Green Pass sarà un QR code che potrà essere stampato o custodito sul cellulare. Le informazioni verranno digitalizzate e lette da appositi apparecchi. Anche smarrendo il documento, insomma, i dati sensibili non potranno essere compresi da chi non ha un lettore con la chiave per decriptarli. Pare che la sicurezza verrà poi garantita da blockchain.

Nella proposta che la Commissione europea di Ursula von der Leyen si è impegnata a formulare entro il 17 marzo occorrerà studiare la norma in modo che sia blindata dalle aggressioni dei singoli garanti della Privacy dei vari Paesi membri, a iniziare dal rischio schedatura (e quindi di lesione della privacy) di tutti i soggetti vaccinati per evitare soprattutto che a contrario sia possibile ricavare una lista di coloro che non lo sono (si dovrà evitare l’effetto stimmate sociale). Inoltre, benché l’Italia sia tra i Paesi favorevoli (l’intero blocco mediterraneo a eccezione della Francia vuole la patente vaccinale per fare ripartire il turismo), c’è il rischio che ritardi nel piano delle vaccinazioni si traducano in meno diritti e più svantaggi per i suoi cittadini.

I DUBBI DELLA SCIENZA

I limiti del patentino vengono alla luce già nella sezione FAQ dell’Istituto superiore della Sanità (primo quesito) e dell’Agenzia Italiana del Farmaco (successivi):

Quanto dura la protezione? Una volta fatto il vaccino posso tornare alla vita di prima della pandemia?

Le osservazioni fatte nei test finora hanno dimostrato che la protezione dura alcuni mesi, mentre bisognerà aspettare periodi di osservazione più lunghi per capire se una vaccinazione sarà sufficiente per più anni o servirà ripeterla. Non è ancora chiaro, ma sono in corso studi in merito, se il vaccino protegge solo dalla malattia o impedisce anche l’infezione. Almeno in un primo momento anche chi è vaccinato dovrebbe mantenere alcune misure di protezione.

Le persone vaccinate posso trasmettere comunque l’infezione ad altre persone?

Gli studi clinici condotti finora hanno permesso di valutare l’efficacia del vaccino Covid-19 Vaccine AstraZeneca sulle forme clinicamente manifeste di Covid-19. È necessario più tempo per ottenere dati significativi per verificare se i vaccinati si possono infettare in modo asintomatico e contagiare altre persone. Sebbene sia plausibile che la vaccinazione protegga dall’infezione, i vaccinati e le persone che sono in contatto con loro devono continuare ad adottare le misure di protezione anti Coronavirus.

La vaccinazione consente di tornare alla vita di prima?

Anche se l’efficacia dei vaccini disponibili è molto alta (oltre il 90%) vi sarà sempre una porzione di vaccinati che non svilupperà la difesa immunitaria, inoltre, ancora non sappiamo in maniera definitiva se la vaccinazione impedisce solo la manifestazione della malattia o anche il trasmettersi dell’infezione. Ecco perché essere vaccinati non conferisce un “certificato di libertà” ma occorre continuare ad adottare comportamenti corretti e misure di contenimento del rischio di infezione.

A fronte di simili risposte, si comprende perché gli scienziati ritengano non sia possibile fornire un patentino che rischia di essere interpretato come un attestato di immunità (da lì probabilmente la scelta della Commissione di usare come nome Digital Green Pass, che pur richiamando la Carta verde non cita il Covid) e, dunque, di indurre la popolazione a interpretare in modo lassista le restrizioni e le precauzioni. Ma l’Ue deve tornare a viaggiare per far ripartire l’economia. Soprattutto con regole comuni per evitare che alcuni Paesi rimangano indietro.

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