Il Presidente Mattarella e il Quirinale tirati per la giacca dalle opposizioni contrarie alla legge sull’autonomia differenziata. Le precisazioni di fonti presidenziali
“Chi tira il presidente della Repubblica per la giacca, e a gran voce gli chiede di stoppare la legge sull’autonomia differenziata, commette una quantità di strafalcioni. Presuppone che Sergio Mattarella, da quasi dieci anni sul Colle, ancora non sappia il da farsi e debba farselo suggerire”. L’incipit del retroscena di Ugo Magri, giornalista e quirinalista de La Stampa, non poteva essere più chiaro e diretto. Di fronte all’incalzare delle opposizioni, e del movimento di Giuseppe Conte in particolare, arrivano messaggi inequivocabili dal Quirinale.
Le pressioni sul garante della Costituzione – sottolinea poi Marzio Breda sul Corriere della Sera – erano prevedibili. “Ma non così istantanee e dai toni ultimativi. Sergio Mattarella ha avuto appena il tempo di vedersi recapitare il disegno di legge sull’autonomia differenziata, che si è subito sentito chiedere di rinviarlo alle Camere, opponendo un suo rifiuto a firmarla”.
DAL QUIRINALE ESAME ACCURATO E SENZA SCONTI DELLE LEGGI, COME DA PRASSI
In merito Ugo Magri su La Stampa ricorda che “un esame accurato e senza sconti dei provvedimenti è già la prassi costante al Quirinale”, biasimando “la falsa impressione che il capo dello Stato si mobiliti su «input» dei partiti, in questo caso del M5S”.
Così fonti presidenziali hanno messo in chiaro alcuni concetti, puntualizzando tramite l’Agenzia Ansa che Mattarella “dedicherà alla legge appena giunta sulla sua scrivania «lo stesso scrupolo e la stessa attenzione riservata a ogni altro provvedimento». Traduzione: non è che di regola Mattarella mortifica il proprio ruolo limitandosi a fare da passacarte e invece stavolta, vista la battaglia politica in corso, vi presterà più cura del solito. Come sempre il testo verrà passato ai raggi x”.
DAL QUIRINALE TUTTO IL TEMPO NECESSARIO PRIMA DI PROMULGARE LA LEGGE SULL’AUTONOMIA
Altra precisazione raccolta dall’Ansa negli ambienti del Quirinale, evidenzia Magri è che “la legge approvata alla Camera ha una struttura complessa, si richiama al cosiddetto Titolo V della Costituzione riscritto nel 2001 dalla maggioranza politica di allora e definisce in 11 articoli il quadro normativo delle intese tra lo Stato centrale e quelle Regioni che, eventualmente, chiederanno l’autonomia differenziata in una o più delle 23 materie consentite”. “Il presidente della Repubblica, viene dunque fatto osservare, «si riserva di prendere il giusto tempo» per valutare e decidere prima di promulgare la legge. Ma questo approfondimento è «appena incominciato», perciò non si possono pretendere verdetti fulminei, in quattro e quattr’otto”.
NEGLI ULTIMI TRENT’ANNI SOLO TRE LEGGI RINVIATE ALLE CAMERE
Va anche fatta un’analisi dettagliata del contesto, ed è quella che fa Breda sul Corriere: “la riforma, secondo le opposizioni che la contestano aspramente, sta ormai mettendo in allarme per contrapposte ragioni l’opinione pubblica del Nord e del Sud. Per cui è dato comunque per sicuro un referendum popolare e un ricorso alla Consulta, ciò che potrà inceppare il suo varo”. Infine, viene ricordato, “negli ultimi trent’anni solo tre leggi sono stante rinviate alle Camere: da Ciampi una per mancata copertura finanziaria, da Napolitano quella sul caso Eluana, da Mattarella quella sulle mine anti uomo”.