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Dap

Come mai non è stato ancora nominato il capo del Dap e cosa c’entra Delmastro

Braccio di ferro del sottosegretario alla Giustizia per la nomina di Lina Di Domenico alla guida del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria

Ancora il sottosegretario Andrea Delmastro al centro delle polemiche e nel mirino delle opposizioni, e non solo. Questa volta non per qualcosa che ha detto, ma per qualcosa che non avrebbe ancora fatto o, forse, non gli avrebbero ancora consentito di portare a compimento. Ovvero la mancata nomina del nuovo capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Un caso che ha scatenato un duro scontro politico e sindacale. Da tre mesi, infatti, l’incarico è vacante e, secondo le accuse mosse da più fronti, a prendere le redini della situazione sarebbe stato direttamente il sottosegretario alla Giustizia, che ha la delega proprio sul Dap.

LE CRITICHE DEI SINDACATI…

A denunciare nuovamente la vicenda nelle ultime ore è stato l’Osapp, l’Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria, con il suo segretario Leo Beneduci che non ha usato mezzi termini: “Da tre mesi non c’è un capo del Dap perché di fatto c’è il sottosegretario Delmastro, che si è messo a farlo. E mai nella storia era accaduto che la debolezza di un ministro o la sua indifferenza nei confronti delle carceri abbia consentito ad un sottosegretario delegato di prendere in mano la situazione così come fa Delmastro: comanda tutto lui e dispone trasferimenti di comandanti. È una cosa indegna. Ma con un ministro debole probabilmente va così, altro non ci si può aspettare”. Parole durissime, che mettono sotto accusa non solo Delmastro, ma anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

… E DEL PD

Sul caso è intervenuta anche l’opposizione, con la responsabile giustizia del Partito Democratico, Debora Serracchiani, la quale ha accusato il governo di aver lasciato il Dap senza una guida per mesi. “Le condizioni di vita e di lavoro all’interno delle carceri italiane sono indecorose. Ciononostante, da mesi manca il capo del Dap”. Secondo Serracchiani, sarebbe stato proprio Delmastro a decidere il nome del successore, senza che il ministro Nordio e il Presidente della Repubblica fossero stati realmente coinvolti.

IL PASTICCIO E’ PARTITO CON LE DIMISSIONI DI RUSSO

Tutto ruota intorno alla figura di Lina Di Domenico, già vicecapo del Dap, e rimasta nel limbo per tutto questo tempo dopo che era stato avanzato il suo nome (e sembrava cosa fatta, questione di giorni) per succedere al dimissionario Giovanni Russo. Riavvolgendo il nastro, ricordiamo che Russo aveva annunciato le dimissioni poco prima dello scorso Natale. Il motivo? A leggere le cronache di allora alla base ci sarebbero stati i rapporti burrascosi proprio con Delmastro e, come poi sottolineava Repubblica, tensioni con il capo di gabinetto del ministro, Giusi Bortolozzi.

Nel frattempo, a quanto pare ad aver creato qualche frizione nel procedimento di nomina sarebbero state non tanto le convergenze sul nome di Di Domenico, quanto le modalità non condivise da parte dello stesso Delmastro con le altre autorità istituzionali competenti.

PERCHE’ E’ ANCORA VACANTE LA POLTRONA DI CAPO DEL DAP

Scrive Repubblica: “(…) il ministero della Giustizia e in particolare il sottosegretario Delmastro, hanno solo un nome: la facente funzione Lina Di Domenico. E il Quirinale, invece, a cui spetta formalmente la scelta (è il presidente della Repubblica, anche a capo delle forze armate, a doverla firmare) non procede perché la vicenda è diventata un pasticcio”.

A spiegare meglio quale sarebbe questo pasticcio è stato il Foglio qualche giorno fa: “Di Domenico è ritenuta vicinissima a Delmastro: con la sua pro mozione il sottosegretario meloniano metterebbe definitivamente il cappello sulla gestione di una struttura così importante come il Dap. L’8 gennaio il Csm ha dato il via libera a entrambe le richieste del ministero della Giustizia. Da allora, però, l’iter si è bloccato. Il ministro Nordio non ha mai portato la proposta di nomina di Di Domenico al Consiglio dei ministri.

La ragione dietro questo stop, secondo quanto riferiscono fonti di Via Arenula – aggiungeva Ermes Antonucci – è da ricondurre a ciò che viene ritenuto uno sgarbo nei con fronti del Quirinale. La nomina di Di Domenico è stata annunciata ai media e proposta al Csm senza che il presidente Mattarella, come da prassi, fosse stato preventivamente informato. Spetta all’inquilino del Quirinale, che è anche capo delle Forze armate, infatti, firmare il decreto di nomina del capo del Dap. Una questione a dir poco delicata”.

NORDIO: “QUESTIONE CAPO DAP SARA’ RISOLTA A BREVE”

Intercettato dal Tg3, il ministro Nordio ha provato a minimizzare e gettare acqua sul fuoco, precisando che la mancanza del capo del Dap “è una questione che sarà risolta a breve. Il capo del Dap non risolverà certo il problema del sovraffollamento carcerario e dei suicidi, che è oscillante e non dipende dal sovraffollamento, il quale però è un problema grave”.

CHI E’ LINA DI DOMENICO, CANDIDATA A ESSERE LA PRIMA DONNA A GUIDARE IL DAP

Lina Di Domenico potrebbe rimanere quindi in stand by ancora per poco prima di diventare a tutti gli effetti la prima donna a guidare il Dap. In passato magistrato di sorveglianza a Novara, è anche nipote di Giuseppe Falcone, magistrato e per anni punto di riferimento dell’amministrazione penitenziaria, già anch’egli vicecapo del Dap (diretto da Salvatore Cianci) e per parecchi mesi Capo ad interim del dipartimento. Di sicuro, come emerge anche dalle parole dello stesso Nordio, la situazione delle carceri italiane, già al centro di numerose emergenze, è destinata a rimanere terreno di tensioni e di forte scontro politico.

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