Alternative für Deutschland è un partito ultraconservatore, nazionalista e populista, capeggiato da Tino Chrupalla e Alice Weidel, e rischia di far saltare il progetto del centrodestra europeo
Il futuro del centrodestra europeo potrebbe passare da Berlino. Alternative für Deutschland è il partito che sta facendo litigare Antonio Tajani e Matteo Salvini. Il Vicepresidente del PPE ha posto il veto all’ingresso del AfD e del Rassemblement National (entrambi appartenenti al gruppo Identità e Democrazia all’interno del Parlamento Eurpeo, lo stesso della Lega). La ragione sarebbe nelle posizioni eccessivamente radicali del partito tedesco e francese.
CHI SONO I CAPI DI ALTERNATIVE FÜR DEUTSCHLAND
L’AfD è un partito ultraconservatore con qualche anomalia. A capo dell’AfD ci sono Tino Chrupalla, imprenditore tedesco dell’est e Alice Weidel, di professione analista finanziaria. Quest’ultima è stata candidata cancelliera dell’AfD alle elezioni tedesche del 2017. Alice Weidel “convive con un’altra donna e ha due bambini con lei. Quindi cose che certi partiti di centrodestra, in Italia, nemmeno considerano possibili”, dice Marco Campomenosi, capodelegazione per la Lega all’interno del gruppo politico Identità e Democrazia (ID). I vicepresidenti sono: Stephan Brandner, Peter Boehringer e Mariana Harder-Kühnel.
IL CONTROVERSO BJÖRN HÖCKE
Figura di spicco nel partito è Björn Höcke, nell’AfD sin dal 2013. Secondo i detrattori del partito Höcke è il vero leader del partito. Figura controversa, a capo di Flügel, corrente estremista sciolta nel 2020, si è spesso pronunciato contro l’Europa, l’euro, gli stranieri, la famiglia non tradizionale, la stampa, Big Pharma e i servizi segreti. Nel 2017 ha definito il memoriale dell’Olocausto a Berlino come un “monumento della vergogna” e ha sostenuto che la Germania dovrebbe smetterla con il senso di colpa per gli orrori del nazismo. “Hitler e i nazisti — ha detto Björn Höcke — sono solo un piccolo schizzo di cacca d’uccello sui mille annidi Storia tedesca”.
COME NASCE L’AFD, IL PARTITO DEI PROFESSORI
Il partito di Alternative für Deutschland è relativamente recente. A fondarlo nel 2013 è un gruppo di economisti e professori capeggiati da Bernd Lucke, un economista tedesco, professore di macroeconomia all’Università di Amburgo e per trent’anni membro della CDU, insieme ad altri provenienti esponenti della CDU tra cui Alexander Gauland. Il nuovo “partito dei professori” chiedeva l’uscita della Germania dal mercato unico europeo e il ritorno sotto il controllo tedesco di diverse competenze comunitarie. I temi forti dell’AfD erano quelli economici e finanziari, con un programma di stampo liberale che riscuoteva consensi soprattutto in “alcuni ambienti “preoccupati dalle conseguenze che l’instabilità dei «Pigs» Portogallo, Italia, Grecia, Spagna – avrebbero potuto avere sull’economia tedesca”, come scrive Luca Steinmann su Limes. Ha una vivacità dirompente e che al suo interno vede una parte consistente, profonda, euroscettica”, come ha detto Marco Campomenosi.
MENO LIBERALISMO E PIÙ POPULISMO
La weltanschauung dell’AfD muta nel 2013, quando si scontra con i risultati delle prime elezioni federali alle quali partecipa. Si ferma al 4,7% e non riesce ad accedere al Bundestag. Da allora l’AfD ha abbandonato gli ideali liberali per preferire un approccio più populista, sovranista e nazionalista, riuscendo a intercettare il consenso di fasce più ampie della popolazione. Il partito è diviso in due correnti, una moderata e liberale, e l’altra conservatrice e identitaria. Il suo programma deriva dal compromesso tra queste due correnti. Se da un lato c’è la dichiarata adesione ai princìpi costituzionali e un’impostazione laica, dall’altro ci sono proposte populiste che attaccano l’establishment, la richiesta dell’istituzione della democrazia diretta sul modello svizzero e un’impostazione antislamica (tra le proposte c’è il divieto di indossare il velo negli spazi pubblici). Negli anni hanno sposato campagne contro l’accoglienza dei rifugiati durante la crisi migratoria del 2015-2016, contro le mascherine e vaccini durante la pandemia di Covid-19 e, contro le sanzioni imposte alla Russia e contro qualsiasi aiuto all’Ucraina.
LA BREVE MARCIA ELETTORALE DI ALTERNATIVE FÜR DEUTSCHLAND
Come detto Alternative für Deutschland si presenta per la prima volta alle elezioni nazionali nel 2013, ottiene il 4,7% dei voti e per poco non entra nel Bundestag. Come spesso succede per i partiti con una netta caratterizzazione ideologica, i risultati migliorano alle elezioni europee del 2014 quando raggiunge il 7,1%. Ad accoglierlo è l’ECR, il gruppo conservatore che oggi vede alla sua testa la Premier italiana Giorgia Meloni. Nel 2019 lasciano ECR ed entrano in Identità e Democrazia, il gruppo di cui fa parte la Lega di Matteo Salvini. Tre anni dop, alle elezioni per il Bundestag nel 2017, l’AFD quasi triplica i suoi voti e raggiunge il 12,7%. Dal 2016 a oggi l’Alternativa per la Germania è entrata nei parlamenti di tutti i Länder e nel Bundestag è la prima forza di opposizione. A causa di forti conflittualità interne nel 2021 vi è stato un momentaneo arretramento ma dall’aprile 2022 riprende la sua risalita. Nell’ottobre 2022 raggiunge il 15%, e, secondo l’ultima supermedia tedesca, Alternative für Deutschland sarebbe al 18,8%, appena lo 0,3% dietro l’SPD. I partiti di estrema destra e di estrema sinistra risultano molto popolari negli stati che un tempo costituivano l‘ex Germania dell’Est poiché in questi, nonostante la riunificazione, si continuano a registrare tassi di occupazione e di sviluppo economico più bassi.
LE ROCCAFORTI A EST DEL PRIMO PARTITO DI OPPOSIZIONE TEDESCO
Le sue roccaforti sono nell’Est, dove si avvicina a un terzo dei consensi totali: in Brandeburgo (20,2% nel 2017), Mecklenburg-Vorpommern (20,8% nel 2016), Sassonia (27% nel 2017), Sassonia-Anhalt (24,3% nel 2016) e Turingia (22,7% nel 2017). Il partito, come spesso succede per le formazioni populiste, cresce anche negli ex feudi rossi di Berlino (14,2% nel 2016), Brema (10% nel 2017) e Amburgo (7,8% nel 2017) e nel cuore economico dell’Ovest, come Baden-Würtemmberg (15,1% nel 2016), Nordreno-Vestfalia (9,4% nel 2017), Saarland (10,1% nel 2017), Renania-Palatinato (12,6% nel 2016), Bassa Sassonia (9,1 nel 2017), Assia (13,1% nel 2018), Schleswig-Holstein (8,2% nel 2017) e infine Baviera con il 10,2% nel 2018.
LE SCISSIONI NELL’ALTERNATIVE FÜR DEUTSCHLAND
Il partito, pur avendo una storia relativamente breve, ha già vissuto diverse scissioni. La prima è nel 2015 quando il suo fondatore Bernd Lucke perde le primarie contro Frauke Petry. Conosciuto il risultato il prof. Lucke lascia il partito per fondare un piccolo movimento chiamato Allianz für Fortschritt und Aufbruch (ALFA), che ha presieduto fino al 2016. Nel 2017 la stessa Frauke Petry ha abbandonato il partito, annunciando che non avrebbe fatto parte gruppo parlamentare di AfD e rimanendo nel Bundestag come indipendente, per via delle posizioni troppo estremiste che aveva assunto il partito. Il capogruppo dell’AfD al PE Jörg Meuthen ha lasciato il partito nel 2023 denunciandone la deriva radicale che l’ha trasformata in “un partito di destra con posizioni nazionaliste dominate da una sola persona, e questo è Björn Höcke”. La decisione è arrivata dopo le parole, in una chat interna di AfD, del deputato Nicolaus Fest in occasione della morte del presidente dell’Europarlamento David Sassoli: “Finalmente quel bastardo non c’è più”.
L’ATTENZIONE DEI SERVIZI SEGRETI NEI CONFRONTI DEI PARTITI DI ESTREMA DESTRA ED ESTREMA SINISTRA
In Germania i servizi segreti tedeschi hanno la facoltà di tenere sotto speciale osservazione partiti, movimenti, correnti partitiche o singoli individui attraverso intercettazioni telefoniche qualora ritengano che i soggetti sotto osservazione non rispettino i princìpi della legge fondamentale o rappresentino una minaccia per la sicurezza nazionale. A finire nel mirino dei servizi segreti ci sono sia i movimenti di estrema destra sia di estrema sinistra.
I PRESUNTI RAPPORTI PERICOLOSI TRA MOSCA E ALTERNATIVE FÜR DEUTSCHLAND
Secondo l’intelligence di Berlino l’AfD sarebbe stata “molto influenzata da Mosca”, come ha detto Thomas Haldenwang, il capo dei servizi segreti interni (Verfassungsschutz) nel corso della presentazione del Rapporto annuale dell’intelligence. Del resto dal 2017, l’AfD si è avvicinata ai gruppi di estrema destra come Pegida. Haldenwang, come ha scritto la corrispondente di Repubblica Tonia Mastrobuoni, ha raccontato che esponenti dell’ultradestra tedesca visitano l’ambasciata russa “per coltivare rapporti” e il capo dell’Afd, Tino Chrupalla, era stato anche fotografato alle celebrazioni del 9 maggio a Berlino, disertate da tutti gli altri partiti e dai diplomatici occidentali. Secondo i servizi AfD alimenta anche la xenofobia, l’antisemitismo, tanto che dalla primavera del 2021 il partito di Chrupalla e Alice Weidel è ufficialmente sotto osservazione dei servizi per il sospetto di estremismo di destra.