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Chi (nel Pd) non vuole Manfredi alla guida Anci

Si accende lo scontro, a poco più di un mese, per la presidenza dell’Associazione dei Comuni. Beppe Sala e il torinese Lo Russo si stanno mettendo di traverso alla corsa del sindaco Manfredi

Manca poco più di un mese all’assemblea dell’Anci, che riunisce gli oltre 7 mila Comuni italiani, chiamata a incoronare il nuovo presidente. Sembrava ormai in discesa la corsa del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, forte di contatti trasversali e considerato – almeno inizialmente – perfetta sintesi tra M5S e Pd. E invece negli ultimi giorni sono emersi, senza tanti giri di parole, dei plateali distinguo che hanno riacceso un derby tra Nord e Sud e all’interno dello stesso campo largo.

A non arrendersi è il sindaco di Milano Beppe Sala: «Io mi batterò perché un sindaco del Nord diventi presidente dell’Anci», ha detto. E il candidato in pectore Manfredi non l’ha presa bene: «Intervento un po’ sgradevole», si è sfogato «se vuol fare così il federatore…».

“È tutta interna al centrosinistra – sottolinea Repubblica – la battaglia per la guida dell’associazione capitanata per quasi otto anni da Antonio Decaro. Vacante dai primi di luglio, il fortino che storicamente dà più filo da torcere ai governi d’ogni colore, è al centro di una contesa fra primi cittadini progressisti nella quale — è il timore di tanti — la destra potrebbe infilarsi per tentare il colpaccio: espugnare l’avamposto da tempo immemore appannaggio degli avversari politici. Che nelle città sono sì maggioranza, ma ora rischiano di spaccarsi”.

DUELLO LO RUSSO-MANFREDI. SARA’ FRATELLI D’ITALIA L’AGO DELLA BILANCIA?

Dietro le quinte – come ricostruisce poi il Corriere della Sera in un retroscena – “è scattato il duello tra il torinese Lo Russo (Pd) e il napoletano Manfredi (M5S) per diventare il «sindaco dei sindaci». (…) In questi giorni si stanno svolgendo incontri, a ritmo serrato, durante i quali Manfredi e Lo Russo stanno tessendo le rispettive tele, proponendo scambi politici e offrendo tutele per il futuro.

(…) Ma a fare da ago della bilancia – sempre secondo il Corriere – non saranno tanto i voti dei delegati Anci nel recinto del tormentato «campo largo» (che numeri alla mano ha una maggioranza ampia nell’Assemblea Anci), bensì come deciderà di schierarsi Fratelli d’Italia, capitanati da Pierluigi Biondi, sindaco de l’Aquila e responsabile Enti locali dei meloniani. FdI, nel frattempo, ha conquistato la presidenza di Anci Piemonte. E questo potrebbe essere un indizio pro Lo Russo”.

LE PAROLE DI SALA CHE FANNO RIBOLLIRE LE CHAT DEI SINDACI

In questo fermento di trattative sono piombate le parole del sindaco Sala che, scrive Repubblica – hanno fatto “ribollire le chat dei primi cittadini: in quota Settentrione ci sono già i presidenti della Conferenza delle Regioni (Fedriga) e dell’Unione Province (De Pascale), se pure i comuni andassero a un piemontese il Meridione resterebbe completamente tagliato fuori. L’origine della stoccata che Manfredi si lascia sfuggire a sera: «Se Sala vuol fare così il federatore…». Come dire: giocare a dividere il fronte sull’Anci è l’esatto contrario della missione — riunire i centristi allo sbando, in vista della sfida nazionale alla destra — che proprio Elly Schlein gli ha chiesto di incarnare. Una prospettiva che guarda al Paese, ben oltre le città”.

LA STRADA PRIMA SPIANATA E POI PIENA DI OSTACOLI PER MANFREDI ALL’ANCI

L’ex rettore della Federico II, già ministro giallorosso dell’Università, – come ricorda infine Repubblica – “è sempre stato in pole: considerato, molto più del torinese Stefano Lorusso, il più adatto per tenere insieme una coalizione ampia — dai grillini al Pd, passando per Avs, Azione e Iv — mettendola al riparo dalle tensioni che attraversano il campo largo nazionale. Il suggello a questa investitura era arrivato sabato scorso, alla festa di compleanno di Goffredo Bettini, dove oltre al sindaco di Napoli si sono ritrovati Roberto Gualtieri, Dario Franceschini e Giuseppe Conte, fra i principali sponsor dell’inquilino di Palazzo San Giacomo. Tutti d’accordo sulla necessità di chiudere il cerchio, anche per scongiurare manovre ostili”. Tutti d’accordo, meno Beppe Sala e Stefano Lo Russo.

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