Il Fatto quotidiano scrive che Sgarbi sarebbe indagato a Roma perché “deve al fisco 715 mila euro”. Intanto il ministro Sangiuliano lo scarica e Mloni potrebbe ritiragli le deleghe
Nuova bufera su Vittorio Sgarbi. Il Fatto quotidiano scrive che il sottosegretario alla Cultura sarebbe indagato a Roma “per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte”. E intanto il (suo) ministro Sangiuliano si dice “indignato” per quelli che il quotidiano diretto da Travaglio definisce “favori retribuiti e rimborsi dubbi”. Il ministro comunica di aver trasmesso alcune segnalazioni all’Antitrust e informato la stessa presidente del Consiglio Meloni.
IL FQ: “SGARBI INDAGATO A ROMA, DEVE 715 MILA EURO AL FISCO”
In soldoni l’accusa, scrivono Thomas Mackinson e Valeria Pacelli sul Fatto quotidiano, è che Sgarbi “non ha pagato i debiti con l’Agenzia delle Entrate (in totale circa 715 mila) mentre la sua compagna comprava quadri al suo posto, per sottrarle al pignoramento dell’Erario”. In particolare si sarebbe trattato di un’opera di Vittorio Zecchin. Questo perché Sgarbi – si legge – sembra non abbia “nulla di intestato come case o altri beni immobili”. Accuse che vengono respinte da Sgarbi e dalla sua compagna. “Fu il regalo di un amico alla mia fidanzata” spiega il sottosegretario.
I “FAVORI RETRIBUITI E I RIMBORSI DUBBI”
Una bufera che si aggiunge alle altre vicende raccontate ieri e oggi sempre dal Fatto quotidiano. “Chiede la testa del sovrintendente che “disturba” il principe, che gli regala 54mila euro. Seleziona un’artista per la Biennale – si legge – che poi gli bonifica 4.500 euro. E se c’è da chiedere un “passaggio”, il sottosegretario Vittorio Sgarbi chiede la Nave di Stato al prefetto, facendo passare la sua presenza a un evento (a pagamento) per “missione istituzionale”, per la quale chiederà pure il rimborso”.
“Ma Sgarbi rilancia – continua il quotidiano -, poco turbato dall’inchiesta del Fatto sui sostanziosi emolumenti riscossi – direttamente o attraverso società intestate al suo principale collaboratore al ministero, Antonino Ippolito, e alla fidanzata, Sabrina Colle, per conferenze, inaugurazioni, lezioni magistrali e quant’altro, compresa la giuria di Miss Italia del prossimo 11 novembre. “Se ho guadagnato 300 mila euro in nove mesi? Non lo so, forse è una cifra sottostimata, spero siano molti di più””.
PERCHE’ LA POLTRONA DI SGARBI ADESSO SCRICCHIOLA
E la poltrona del sottosegretario scricchiola. Senza più lo scudo di Silvio Berlusconi, con Forza Italia che (con i vari fronti aperti con Giorgia Meloni) non ha alcuna intenzione di immolarsi per lui (da notare infatti il totale silenzio della maggioranza sul caso) e, infine, scaricato espressamente dal suo stesso ministro, questa volta – si vocifera in ambienti parlamentari – Sgarbi potrebbe davvero essere costretto a un passo indietro.
IL GOVERNO VERSO UN APPROFONDIMENTO SULLE PRESUNTE CONSULENZE D’ORO
E nel pomeriggio, a quanto apprende l’Adnkronos da autorevoli fonti di governo, l’esecutivo va “verso un approfondimento” della posizione del sottosegretario alla Cultura. In particolare ad essere “attenzionato dalla presidente del Consiglio” Giorgia Meloni è il caso relativo alle presunte consulenze d’oro svolte nel corso del suo incarico istituzionale, che dunque finiranno sotto la ‘lente di ingrandimento’ del governo.
FQ: “MELONI FURIBONDA, PROBABILE RITIRO DELLE DELEGHE”
Gli ultimi aggiornamenti sull’edizione online del Fatto quotidiano riferiscono che “la presidente del Consiglio sta valutando di ritirare le deleghe al sottosegretario Sgarbi, dopo l’inchiesta del giornale “che ha rivelato la sua attività parallela retribuita nonostante la legge lo vieti. La premier viene descritta come “furibonda” per le consulenze d’oro di Sgarbi e sta pensando di ritirargli le deleghe già nelle prossime ore, dice una fonte vicina alla leader di Fratelli d’Italiaa conoscenza della questione.
IL SOTTOSEGRETARIO: “DAL FATTO QUOTIDIANO GRAVE CALUNNIA, DENUNCIO ALLA PROCURA”
In una nota diffusa in giornata, il sottosegretario Sgarbi parla di una “sequela di bugie” che procurano “un grave danno reputazionale mio e di tutti gli altri soggetti citati, accomunandoli a ipotesi di reato che, in quanto fondate su presupposti falsi, configurano una grave calunnia per la quale – annuncia – si renderà adesso necessaria anche una denuncia alla Procura della Repubblica”. Il sottosegretario accusa il quotidiano di riportare “integralmente le ricostruzioni diffamatorie e calunniose di una lettera anonima inviata a istituzioni e giornali attraverso la violazione fraudolenta di due account di posta elettronica in uso alla mia segreteria, rendendosi così complice delle falsità in essa contenute spacciandole per ‘fatti’, getta discredito sul mio operato e su quello dei miei collaboratori, con irreparabile pregiudizio sotto il profilo professionale e umano”.
SGARBI: “NESSUNA POSSIBILITA’ CHE MI DIMETTA”
C’è la possibilità che lei si dimetta? “Nessuna”, risponde ad Affaritaliani.it il sottosegretario alla Cultura. “L’intervista (del ministro Sangiuliano al Fatto Quotidiano, ndr) è falsa. Qualunque articolo viene pagato, come qualunque libro genera diritti d’autore. Ogni libera prestazione, conferenza, spettacolo, deve essere pagata”, conclude Sgarbi
SANGIULIANO: “INDIGNATO DAL COMPORTAMENTO DI SGARBI”
“Sono indignato dal comportamento di Sgarbi, va bene? Lo vedevo andare in giro a fare inaugurazioni, mostre e via dicendo. Ma mai avrei pensato che si facesse pagare per queste cose”. Lo afferma il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in una intervista proprio al Fatto quotidiano, che ha letto “dell’attività parallela perché il suo sottosegretario Vittorio Sgarbi, del capo segreteria che gli organizza conferenze a pagamento (vietate dalla legge) ed emette pure fatture al suo posto con una società ad hoc, così come la compagna del critico Sabrina Colle”. “Ho subito avvertito chi di dovere – spiega il ministro – e segnalato di averlo fatto a Giorgia Meloni. Del resto si sa, non l’ho voluto io e anzi: cerco di tenerlo a debita distanza e di rimediare ai guai che fa in giro”. Effettivamente una segnalazione era arrivata anche a lui e pure a Palazzo Chigi venerdì scorso.
IL MINISTRO: “HO TRASMESSO TUTTO ALL’ANTITRUST E INFORMATO MELONI”
Dice di averla trasmessa all’Agcm, che vigila sui conflitti di interessi degli esponenti del governo, “Io – racconta Sangiuliano – non sapevo nulla, l’ho appreso leggendo l’articolo del Fatto. Ma se fino a ieri potevo dire di non sapere ora so, e dunque scattala mia responsabilità. E infatti metterò in essere una serie di atti che potrebbero avere delle conseguenze. Ma non vorrei parlare di questa cosa, lo farò con atti ufficiali”) – “Io – aggiunge – rispondo del mio comportamento, il compito di vigilanza non ce l’ho io ma la magistratura. E non posso certo sapere tutto quello che combina Sgarbi. Dico la verità: voglio averci a che fare il meno possibile”.
“Sgarbi – continua – non l’ho scelto io. Non dovrei essere io eventualmente a intervenire visto che il sottosegretario e’ nominato dal presidente del Consiglio. Per quanto mi riguarda gli ho dato deleghe secondarie. Lui mi aveva proposto una riforma del commercio delle opere che mi sono ben guardato anche solo lontanamente dal prendere in considerazione. E ciononostante mi ritrovo ad arginare i suoi guai di Sgarbi. Va in giro a promettere cose irrealizzabili. Annuncia acquisti di palazzi e cose da parte del ministero che ha solo 20 milioni in bilancio per acquistare beni”, conclude Sangiuliano.
SGARBI GIA’ NELLA BUFERA A GIUGNO PER IL ‘CASO MAXXI’
Vittorio Sgarbi lo scorso giugno era già finito al centro di un’altra bufera per cui dalle opposizioni erano partite le richieste di dimissioni. Ci riferiamo al ‘caso Maxxi’ quando nel corso dell’evento di apertura dell’Estate al Museo romano il sottosegretario Vittorio Sgarbi venne accusato di “sessismo volgare” e “turpiloquio inammissibile” per una conversazione con il cantante Morgan, presente il presidente del museo Alessandro Giuli e finito pure lui nel tritacarne dei media. Bufera che si chiuse con le scuse e le spiegazioni di Giuli.