Angelo Chiorazzo fa un passo di lato in Basilicata e dà il via libera alla candidatura nel centrosinistra di Domenico Lacerenza. Il ‘vaffa’ di Calenda e di Pittella
Chi è Domenico Lacerenza? Nelle ultime ore se lo sono chiesti in tanti, non solo in Italia ma nella stessa Basilicata, regione dove si andrà al voto i prossimi 21 e 22 aprile. È lui il candidato del campo progressista, campo largo o campo giusto, individuato per provare a scalzare dalla poltrona di governatore in terra lucana l’uscente Vito Bardi, l’ex generale sul quale il centrodestra confida di continuare a governare per altri cinque anni. L’accordo è stato raggiunto tra Pd, M5S, Avs, +Europa con la benedizione di ‘Basilicata Casa Comune’, la formazione civica capeggiata da Angelo Chiorazzo.
CHI O COSA HA CONVINTO CHIORAZZO AL PASSO DI LATO?
E adesso c’è anche chi si chiede, chi o cosa ha convinto l’imprenditore delle Coop bianche, che rischiava con la sua impuntatura o testardaggine di mandare in frantumi la coalizione di centrosinistra ancora in fase embrionale, a fare un passo indietro o di lato? Chiorazzo in questi ultimi giorni ha puntato molto sul suo peso elettorale e di conseguenza anche ‘contrattuale’ sul piano politico nelle trattative con i maggiorenti di Pd e M5S che lo hanno portato a confrontarsi direttamente con i leader Elly Schlein e Giuseppe Conte. Giorni che gli hanno restituito una certa visibilità e portato alla ribalta nazionale.
Sicuramente, in caso di successo alle regionali, Chiorazzo sarà tra coloro che daranno le carte nella formazione della prossima giunta, magari con un posto di rilievo per se stesso. Ma c’è chi già intravede per lui un ruolo o meglio in prospettiva una candidatura nazionale. Se nel campo progressista è tutto da vedere, nonostante il suo forte e convinto sponsor che porta il nome e il cognome di Roberto Speranza. Secondo Chiorazzo, Lacerenza “corrisponde alla scelta di un profilo civico fortemente impegnato nel sociale, di un profondo conoscitore della sanità lucana e dei suoi problemi, di una persona che ha ritenuto di mettere da parte la sua vita professionale per dare un servizio a questa terra. Tutto ciò è in linea con quella nuova storia che avevamo auspicato, proposto, chiesto”.
IL ‘VAFFA’ DI CALENDA. PITTELLA (AZIONE): “SCELTO CANDIDATO SENZA CONFRONTO”
Tutto bene dunque? Non proprio. Perché il fronte largo che avrebbe dovuto includere anche Azione di Carlo Calenda, che in Abruzzo significa l’ex governatore Marcello Pittella, molto probabilmente deciderà di oltrepassare il guado e schierare le sue truppe a rimorchio dell’ex generale Bardi.
Del resto basta leggere le dichiarazioni dello stesso Pittella, consigliere regionale in Basilicata e componente della segreteria nazionale di Azione come responsabile Regioni: “Dopo mesi di spettacolo indecoroso e di veti reciproci, il M5S, Pd e Basilicata Casa Comune hanno finalmente scelto il candidato della coalizione di sinistra. Lo abbiamo appreso purtroppo solo dalle agenzie di stampa senza che ci sia stato alcun confronto o discussione, come abbiamo ripetutamente richiesto. La sinistra ha oramai un leader che da le carte, detta le regole e definisce il perimetro della coalizione e si chiama Giuseppe Conte. Auguri al candidato”.
CHI È DOMENICO LACERENZA
Domenico Lacerenza, 66 anni, già direttore del Dipartimento di chirurgia dell’ospedale regionale San Carlo di Potenza e direttore della Sic (Struttura interaziendale complessa) di Oculistica. Anche se si può definire novello della politica, sui media locali viene considerato ‘storicamente “vicino” all’ex presidente ed ex parlamentare del Pd, poi transitato in Italia Viva e poi ritornato nel Pf, Vito De Filippo, che insieme a Roberto Speranza è stato il maggior sponsor di Angelo Chiorazzo’.
Queste le sue prima parole: “Per me, che mi sono sempre dedicato alla professione di medico a tempo pieno, è il primo incarico politico. Mi sento responsabilizzato, è una notizia che mi ha coinvolto oggi. Sono onorato del fatto che abbiano ritenuto di puntare su di me e mi impegnerò al massimo per essere all’altezza”. Lacerenza, a differenza di Chiorazzo, non ha mai incontrato Elly Schlein o Giuseppe Conte, i leader di Pd e M5S.