Dopo le improvvise dimissioni di Mantoan da dg di Agenas, a breve scade il mandato anche della presidente Laranzin. Ed è stallo
A un passo dall’impasse. Tra dimissioni, scadenze di incarichi e un risiko politico sempre più acceso, la possibilità di un commissariamento per Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, torna prepotentemente sul tavolo. Un déjà vu che ricorda il 2020, quando l’ente finì sotto gestione straordinaria per poi essere guidato da Domenico Mantoan.
Ora lo scenario rischia di ripetersi, una situazione di incertezza che passa proprio dalle ultime inaspettate dimissioni di Mantoan da direttore generale. Il prossimo 12 aprile, infatti, scadrà il mandato della presidente facente funzione Manuela Lanzarin, attuale assessore alla sanità della regione Veneto, e subentrata dopo la rimozione di Enrico Coscioni, raggiunto da una misura cautelare interdittiva. Mentre il consigliere Vincenzo Pomo ha già rassegnato le dimissioni da membro del Cda. Risultato? Un consiglio di amministrazione dimezzato (rimarrebbero in carica Armando Cirillo e Milena Vainieri) e l’operatività dell’Agenzia a rischio paralisi.
UN’AGENZIA IN BILICO TRA PNRR E GOVERNANCE FRAGILE
Il nodo principale è la governance. Agenas gioca un ruolo cruciale nel panorama sanitario italiano: gestisce progetti strategici legati al Pnrr, dalla telemedicina al Portale della Trasparenza, fino alla piattaforma nazionale delle liste d’attesa. Un’agenzia senza una guida stabile rischia di inceppare meccanismi fondamentali per il futuro della sanità pubblica. A complicare il quadro, come detto, l’addio di Mantoan a fine dicembre, che ha lasciato la direzione generale per approdare nel privato, come amministratore delegato nell’ospedale Pederzoli di Peschiera del Garda Veronese. Al suo posto, ma solo come facente funzione, è stato nominato Giulio Siccardi.
LA CORSA ALLA PRESIDENZA: BELLANTONE IN POLE, MA NON E’ L’UNICO
Il risiko delle poltrone è entrato nel vivo. Il nome più gettonato per la presidenza, almeno sui media, è quello di Rocco Bellantone, attuale numero uno dell’Istituto Superiore di Sanità e figura vicina a Fratelli d’Italia, grazie anche a un legame di parentela (seppur lontano) con il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. La sua candidatura potrebbe scontrarsi con gli equilibri interni alla maggioranza, visto che la Lega, con Lanzarin ancora in carica, considera Agenas un suo feudo naturale.
Tra l’altro, dettaglio non secondario, il presidente di Agenas viene nominato dalla Conferenza Stato-Regioni, su proposta del Ministro della Salute. Quindi ci deve essere per forza il via libera delle Regioni, a oggi guidate dal leghista Massimiliano Fedriga.
Ma Bellantone non è l’unico in corsa. Tra i papabili, stando sempre alle indiscrezioni riportate sulla stampa, ci sarebbe anche Marco Mattei, capo di gabinetto del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, e vicino all’orbita meloniana. Un nome che però sembra più messo nel frullatore per ‘bruciarlo’, senza un reale fondamento né interessamento.
COMMISSARIAMENTO DIETRO L’ANGOLO?
Con il Consiglio di amministrazione ridotto ai minimi termini e un accordo sui nuovi vertici che sembra ancora lontano, l’ipotesi più concreta rimane quindi quella del commissariamento. Un passaggio che permetterebbe di evitare il blocco dell’Agenzia, traghettandola fino alla nomina ufficiale della nuova governance. Ma il tempo stringe e la politica dovrà decidere in fretta.