Skip to content

meloni magistratura

I precedenti scontri tra il governo Meloni e la magistratura

Quello tra il governo Meloni e la Magistratura, ovvero Anm e in particolare alcune correnti del sindacato dei magistrati, è solo l’ultimo dei vari scontri sulla giustizia che hanno caratterizzato il primo anno di legislatura

Dalle intercettazioni all’abuso d’ufficio fino al caso della giudice Apostolico, ecco alcuni precedenti tra la maggioranza e le toghe.

IL VIA LIBERA AL DDL NORDIO E LA STRETTA SULLE INTERCETTAZIONI

Lo scorso 15 giugno nel nome di Silvio Berlusconi il Cdm diede il via libera al ddl Nordio, primo tassello di un’ampia riforma ispirata al garantismo. Il pacchetto di norme prevedeva oltre all’abuso d’ufficio anche l’appello del pm contro le sentenze di assoluzione, una stretta alla stampa sulla pubblicazione delle intercettazioni e più garanzie per gli indagati in materia di custodia cautelare. Misure che sembrarono subito destinate a dividere.

L’Anm allora criticò la limitazione alla pubblicazione delle intercettazioni e rispose ai moniti del ministro Nordio sull’interferenza dei giudici. “E’ assurdo pensare che i magistrati vogliono interferire con un altro potere dello Stato. Cerchiamo un confronto con chi poi assumerà tutte le sue decisioni. Questa è la cifra di una democrazia matura”, disse il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia che aveva anche segnalato la probabile incostituzionalità dell’eliminazione del potere di appello del pm.

LA CANCELLAZIONE DELL’ABUSO D’UFFICIO E VIA ALL’APPELLO DEL PM

L’Anm contestò anche la cancellazione dell’abuso d’ufficio: “Nordio dimentica che dopo la riforma del 2020 il reato punisce la violazione dolosa della legge, fatta per avvantaggiare sé o gli amici o danneggiare altri. Come si può pensare che un comportamento di questo tipo in palese violazione di legge possa sfuggire alla norma penale, io sinceramente non capisco”.

“Credo si vada incontro a una nuova pronuncia di incostituzionalità”, disse poi Santalucia sull’eliminazione del potere di appello del pm contro le sentenze di assoluzione per i reati non particolarmente gravi, contenuta nel ddl Nordio.

LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE E IL BRACCIO DI FERRO SULLA GIUDICE APOSTOLICO

Tra la maggioranza di centrodestra e le toghe un altro momento di scontro fu a luglio con riferimento alla separazione delle carriere.

Mentre Palazzo Chigi difendeva il lavoro sulla giustizia, l’Associazione nazionale dei magistrati esponeva le proprie perplessità. Il presidente Santalucia: “Se separiamo il pubblico ministero dal giudice, mi riferisco all’ormai famosa imputazione coatta, si porta fuori dalla giurisdizione il pm. A quel punto, una volta che abbiamo separato, il pm si controllerà da solo o sarà controllato da chi?”. La replica di Nordio: “Andiamo avanti”. Tra i nodi anche il reato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Infine, iI 21 ottobre quando l’Anm approvò un documento sul caso della giudice Apostolico, attaccata da Salvini per lo stop al decreto migranti, con Nordio che dispose accertamenti: “Il governo vuole intimorire i giudici”.

Leggi anche: Quali sono e chi sono i vertici delle correnti di sinistra della magistratura

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Torna su