I dati raccolti dall’Eurostat sul mercato del lavoro nell’UE durante il primo trimestre del 2020 evidenziano livelli record di assenze sul lavoro e una vertiginosa riduzione delle ore di lavoro
Il primo trimestre 2020 è il primo nel corso del quale il mercato del lavoro dell’Unione Europea è stato colpito dalle misure prese dagli Stati membri per contenere i contagi da COVID-19. Secondo il rapporto elaborato dall’Eurostat, in questa particolare situazione, lavoro e disoccupazione nell’accezione fornita dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), non sono sufficienti per descrivere l’evoluzione del mercato europeo. Durante questa prima fase della crisi, le misure attuate per limitare la perdita del lavoro hanno portato a forti assenze più che a licenziamenti e le persone coinvolte, non potendo cercare lavoro o non essendo disponibili a causa delle misure di isolamento, non si possono contare come disoccupati.
IL SOTTOUTILIZZO DELLA MANODOPERA
L’Eurostat, l’ufficio statistico dell’UE, ha quindi dovuto utilizzare degli indicatori supplementari tra cui il sottoutilizzo della manodopera*. Nel periodo analizzato, il sottoutilizzo della manodopera è cresciuto dello 0,3% rispetto al quarto trimestre del 2019. Nel primo trimestre 2020, le persone impiegate nell’UE erano 190,9 milioni; il tasso d’impiego per le persone tra i 20 e i 64 anni era del 73,3%, invariato rispetto al quarto trimestre 2019 e in aumento rispetto al 73% registrato nel primo trimestre 2019. 12,8 milioni di persone erano disoccupate e il tasso di disoccupazione era al 6,3%, in diminuzione rispetto al 6,4% del quarto trimestre 2019 e al 6,7% del primo trimestre 2019. Il sottoutilizzo della manodopera si traduce in 26,8 milioni di persone e cioè il 12,7% della popolazione attiva del primo trimestre 2020, contro il 12,4% del quarto trimestre 2019. È il primo aumento dopo il picco del secondo trimestre 2013, quando raggiunse il 19%.
IL CONFRONTO TRA I MEMBRI UE
Tra gli Stati membri, il sottoutilizzo della manodopera è rimasto invariato solo in Bulgaria e Spagna. In Italia, Croazia, Cipro, Portogallo, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Grecia, Francia, Paesi Bassi e Polonia sia il sottoutilizzo della manodopera che la disoccupazione sono diminuiti. Al contrario, in Germania, Estonia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Austria, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia entrambi i fattori sono aumentati. In Irlanda, il sottoutilizzo della manodopera è aumentato e la disoccupazione è rimasta invariata. A Malta e in Romania il sottoutilizzo della manodopera è diminuito e la disoccupazione aumentata.
ASSENZE DAL LAVORO
Sempre nel primo trimestre 2020, 4,3 milioni di persone in più – rispetto al quarto trimestre 2019 – su un totale di 22,9 milioni, è stata assente dal lavoro**. Questo forte aumento è da ritenersi dovuto esclusivamente al fatto che moltissime persone si sono viste sospendere temporaneamente il contratto di lavoro (ad esempio, la cassa integrazione), si è passati infatti da 0,3 milioni a 2,3 milioni. I Paesi in cui il tasso è risultato più alto sono: Francia (18,1%), Svezia (16,2%) e Austria (15%) mentre i più bassi sono stati Romania (2,5%), Malta (3,3%) e Bulgaria (4,4%). L’Italia si posiziona al settimo posto dopo Francia, Svezia, Austria, Danimarca, Finlandia e Slovenia.
Il livello di ore totali effettive lavorate di conseguenza è notevolmente diminuito in tutti gli Stati membri. È necessario ricordare che questo dato è influenzato dal numero totale di persone che lavorano così come dal numero di ore lavorate da ciascuna di queste persone. Le donne sono state colpite di più rispetto agli uomini. La riduzione più significativa si registra proprio in Italia (-9,7%), seguono Slovacchia (-8,7%) e Austria (-7,9%).
*Il sottoutilizzo della manodopera è la somma dei disoccupati, dei lavoratori part-time ma che vorrebbero ampliare il loro orario di lavoro, delle persone che cercano lavoro ma che non sono immediatamente disponibili e delle persone disponibili a lavorare ma che non cercano un lavoro.
**Le persone assenti al lavoro sono considerate occupate se esiste un accordo ufficiale. Le persone possono essere assenti per diversi motivi: congedo legale, congedo per malattia (del lavoratore stesso) o la sospensione temporanea del contratto di lavoro. Le persone interessate da quest’ultimo caso sono considerate occupate se hanno la sicurezza di rientrare a lavoro entro 3 mesi o se il loro datore di lavoro versa almeno il 50% dello stipendio.