Droni su Zaporizhzhia, torna l’incubo nucleare. Dal 2022 la centrale è attiva solo per mantenere i dispositivi di sicurezza
Torna l’incubo di una catastrofe nucleare in Ucraina con il rischio che si verifichi un incidente nella centrale atomica di Zaporizhzhia, occupata dai russi poco dopo l’inizio dell’invasione due anni fa. Nelle ultime ore infatti l’impianto è stato attaccato da diversi droni, uno dei quali in particolare ha impattato la struttura di contenimento del reattore numero 6, senza per fortuna causare danni critici. Mosca e Kiev si rimpallano le responsabilità ma il capo dell’Agenzia atomica internazionale (Aiea) Rafael Grossi non ha fatto sconti a nessuno: gli “attacchi sconsiderati” alla centrale “aumentano significativamente il rischio di un grave incidente nucleare e devono cessare immediatamente”. Si tratta di “un’azione militare pianificata, gravissima”, la prima dal novembre del 2022, ha denunciato ancora Grossi. Il danno “è serio, sono state prese di mira le installazioni di comunicazione, le apparecchiature di sorveglianza”. Unanime la preoccupazione della comunità internazionale.
ZAPORIZHZHIA, LA CENTRALE PIÙ GRANDE D’EUROPA
La centrale nucleare di Zaporizhzhia si trova nel sud del Paese, a Energodar: è la più grande in Europa e fra le dieci più grandi del mondo. La sua produzione è in grado di raggiungere 42 miliardi di kWh di elettricità, pari a circa il 40% dell’elettricità generata complessivamente da tutte le centrali nucleari ucraine e a un quinto della produzione annuale di elettricità in Ucraina.
Da un anno e mezzo – come ricorda l’Ansa – non produce più energia per alimentare la rete elettrica dell’Ucraina ma resta parzialmente attiva solo per gestire i dispositivi di sicurezza. Operativa dal 1984, la centrale occupa un’area di 104,7 ettari sulle rive del bacino idrico di Kakhovka, nella steppa, vicino alla centrale termoelettrica di Zaporozhe. E’ composta da sei reattori ad acqua pressurizzata costruiti nel periodo compreso fra il 1984 e il 1995, con una capacità elettrica lorda di 1.000 MegaWatt ciascuna (VVER-1000), progettati per una vita operativa di 30 anni.
A MARZO 2022 FINITA SOTTO IL CONTROLLO RUSSO
Fra il 2019 e il 2021 quattro dei sei reattori hanno subito un fermo programmato dell’attività per consentire il passaggio al nuovo fornitore del combustibile nucleare, l’azienda americana Westinghouse. A marzo del 2022 la centrale di Zaporizhzhia è finita sotto il controllo dell’esercito russo. Unità speciali sorvegliano l’impianto, che viene gestito dalla compagnia statale Rosatom. A settembre dello stesso anno – ricostruisce l’Ansa – anche l’ultimo reattore che era ancora attivo è stato scollegato alla rete elettrica ucraina.
Le strutture di contenimento dei reattori nucleari sono realizzate in cemento armato rivestito di acciaio progettato per resistere all’impatto di un piccolo incidente aereo. Ma uno studio del 1989 del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha scoperto che il modello di struttura di contenimento utilizzato a Zaporizhzhia “presenta vulnerabilità”: se ad esempio un aereo da combattimento si schiantasse verso il basso nella cupola, dove la struttura è più sottile, potrebbe penetrarla, causando la caduta all’interno di pezzi di cemento e parti di motori di aerei. Le linee elettriche esterne sono essenziali per raffreddare il combustibile nucleare nei reattori.
ZAPORIZHZHIA, L’IMPORTANZA DELL’ACQUA
Dall’inizio della guerra l’impianto ha perso tutta l’energia esterna otto volte, l’ultima volta nel dicembre dello scorso anno, ed in quei casi è stato fatto ricorso ai generatori diesel di emergenza per l’energia. L’acqua è necessaria anche per raffreddare il carburante. Senza abbastanza acqua o energia per pompare l’acqua, il carburante potrebbe sciogliersi e il rivestimento in zirconio potrebbe rilasciare idrogeno, che potrebbe esplodere.
Oltre ai reattori, nel sito è presente anche un impianto di stoccaggio del combustibile esaurito secco e piscine di combustibile esaurito in ciascun sito del reattore che vengono utilizzate per raffreddare il combustibile nucleare usato. Senza l’approvvigionamento idrico delle piscine, l’acqua evapora e la temperatura aumenta, rischiando un incendio che potrebbe rilasciare numerosi isotopi radioattivi.
Un’emissione di idrogeno da una piscina di combustibile esaurito ha causato un’esplosione nel reattore 4 a Fukushima in Giappone nel 2011, provocando un disastro nucleare. Una fusione del carburante potrebbe innescare un incendio o un’esplosione che potrebbe rilasciare nell’aria un pennacchio di radionuclidi che potrebbero poi diffondersi su una vasta area.